La storia

Era in arresto cardiaco: salvato dai volontari, per le sue nozze fa una donazione all’Avis Meda

Il bel gesto di Simone Corradone per ringraziare i soccorritori: "Grazie a loro sono ancora vivo e ho coronato il sogno di sposarmi".

Era in arresto cardiaco: salvato dai volontari, per le sue nozze fa una donazione all’Avis Meda

Il 18 gennaio il cuore del 43enne di Seveso Simone Corradone gli ha giocato un bruttissimo scherzo, smettendo di battere. Appena sei mesi dopo, il 20 luglio, scoppiava di felicità. Dalla paura di morire alla gioia immensa del matrimonio, e tutto grazie all’intervento tempestivo dei soccorritori di Avis Meda, che praticando le manovre salvavita e usando il defibrillatore lo hanno salvato.

«Per ringraziarli io e mia moglie Luana Versuraro abbiamo deciso di non regalare le bomboniere e fare una donazione all’associazione, contribuendo alla campagna di raccolta fondi “Finché c’è ambulanza c’è vita”, che ha permesso di acquistare un nuovo mezzo per svolgere un servizio essenziale. E noi lo abbiamo provato sulla nostra pelle».

Dalla paura di morire alla gioia del matrimonio grazie ad Avis Meda

Mentre ci raccontano la loro storia, insieme alle figlie Alice, 12 anni, e Desirée, 7, non riescono a trattenere l’emozione Simone e Luana, novelli sposi ma compagni di vita da ben 17 anni:

«In questi mesi siamo passati dall’inferno alla massima felicità, siamo grati alla vita per tutto l’amore e l’affetto che abbiamo ricevuto e riceviamo tuttora».

Non è facile spiegare cosa si prova ad essere sul punto di morire e poi sapere che ti è stata concessa una seconda possibilità, che stavi per perdere tutto e invece il meglio doveva ancora arrivare. La data che avrebbe potuto segnare il punto di non ritorno è quella di sabato 18 gennaio.

L’arresto cardiaco

«Erano circa le 19.20, ci eravamo messi a tavola dopo che Simone e Alice erano andati a prendere cibo d’asporto al ristorante cinese – racconta Luana, che ha impresso quel momento come se fosse accaduto il giorno prima – A un tratto, senza alcun preavviso, Simone ha smesso di parlare, ha sbarrato gli occhi ed è caduto sbattendo la testa. Lo chiamavamo ma non rispondeva, aveva perso i sensi». Era in arresto cardiocircolatorio. Il panico più totale, le bambine che urlavano.

L’intervento del vicino di casa e poi dell’Avis Meda

«Non so come ho fatto a mantenere la lucidità, ma sono riuscita a chiamare l’112 – prosegue la 40enne – Nel frattempo le mie figlie sono andate a chiedere aiuto».

Nel giro di pochissimo è intervenuto Andrea, uno dei vicini di casa, che ha iniziato a praticare il massaggio cardiaco. Sette minuti dopo la chiamata alla centrale operativa, in via Europa Unita c’era già l’ambulanza.

«I soccorritori sono stati velocissimi, hanno preso in mano la situazione e usando il defibrillatore mi hanno fatto ripartire il cuore», commenta Simone.

Il trasferimento d’urgenza all’ospedale San Gerardo

Sette scariche che lo hanno riportato in vita. In condizioni critiche è stato trasferito d’urgenza in codice rosso all’ospedale San Gerardo di Monza, dove gli è stato diagnosticato un problema alle coronarie e gli sono stati applicati due stent.

«I medici sono stati molto chiari: mi hanno detto che bisognava attendere che aprisse gli occhi per capire se aveva riportato danni a livello cerebrale – dice Luana – Dopo due giorni in coma farmacologico lo hanno risvegliato e, incredibilmente, stava bene».

Il ritorno a casa e al lavoro

Dopo circa un paio di settimane è tornato a casa e dopo due mesi, il 24 marzo, è rientrato al lavoro, nella stazione di rifornimento Q8 sulla Milano-Meda, prima dell’uscita di Barlassina.

«Ovviamente devo condurre uno stile di vita equilibrato, senza eccessi, e stare attento alla dieta», ci confida. Il sacrificio più grande? «Smettere di fumare, ma sto tenendo duro».

Lo ha promesso alla moglie e alle sue bambine, che ancora non hanno del tutto superato il trauma.

Il matrimonio sei mesi dopo

«Dopo tutte quelle sensazioni negative avevamo bisogno di provare qualcosa di bello, di positivo, insieme alle persone che ci vogliono bene e ci sono state accanto – aggiunge la moglie – E così abbiamo deciso di sposarci, organizzando la cerimonia in pochissimi mesi».

Il 20 luglio, nella splendida location «Podere Le Antiche Ruote» a Senago, la coppia ha suggellato il suo amore e ribadito la sua gratitudine alla vita.

Niente bomboniere ma una donazione all’Avis Meda

Una giornata da fiaba, con un risvolto anche benefico.

«Abbiamo voluto fare un regalo all’Avis Meda, perché è grazie ai suoi fantastici volontari che ho potuto coronare il sogno di sposarmi – conclude Simone – Con una donazione abbiamo sostenuto la loro raccolta fondi, perché pensiamo che la loro attività sia preziosissima e che debbano essere aiutati in tutti i modi per garantire un servizio sempre più efficiente e tempestivo. “Finché c’è ambulanza c’è vita”. E io lo posso testimoniare».