Ex Snia, dopo la bonifica si riduce l’edificato
Intervento da oltre 7 milioni per decontaminare l’area prima della riqualificazione che prevede il 40 per cento in meno di consumo di suolo e 100mila metri quadrati di verde e aree pubbliche.
Netta riduzione della superficie edificata, piste ciclabili, oltre 100mila metri quadrati di aree pubbliche e a verde. Sono i primi punti fermi che emergono dall’applicazione delle linee guida approvate dal Consiglio comunale per la riqualificazione della ex area Snia a Varedo.
Ex Snia, dopo la bonifica si riduce l’edificato
Il dato più significativo che emerge dal progetto di recupero è l’abbattimento del 40 per cento delle costruzioni degradate esistenti, in favore di 80mila metri quadrati (pari a 10 campi di calcio) di zone verdi fruibili ai cittadini, 15mila metri quadrati di aree pubbliche (piazze), due chilometri di nuove piste ciclabili.
"Lo ritengo finalmente un progetto serio e concreto per Varedo, non soluzioni irrealizzabili. Uno sviluppo dell’area degradata della ex Snia, finalmente fattibile perché coniuga le esigenze del pubblico con quelle del privato - ha notato il vicesindaco Fabrizio Figini - Un equilibrio doveroso per far andare avanti le cose nel migliore dei modi nell’interesse di tutti".
Piano di bonifica
La settimana scorsa invece, sempre in Commissione è stato illustrato il piano di bonifica del comparto. Quello dove verrà realizzata la vasca di laminazione al confine con Paderno sarà a carico di Regione Lombardia, mentre questo verrà portato avanti dal privato, con un investimento di oltre 7 milioni di euro. Il progetto è stato seguito dal professionista che in questi anni si è occupato delle varie fasi della bonifica, alla riunione ha partecipato anche un rappresentante del Comitato recupero ex area Snia, che si batte per la decontaminazione dell’area e conversione in polmone verde.
"Non è una situazione idilliaca ma neanche esplosiva come si pensava - ha rassicurato Figini - Comunque, finché non sarà completata la bonifica su quelle aree non si costruirà nulla".
Buona parte del comparto non è contaminata
Dalla documentazione mostrata ai commissari è emerso che buona parte del comparto non è contaminata o ha già una certificazione di bonifica effettuata - si tratta principalmente della zona centrale, vicino all’area dove sarà creata la vasca di laminazione e il lotto dove sorgerà il nuovo supermercato. Il vasto terreno che era di proprietà della ex Marconi 2000 invece presenta settori da caratterizzare. Alcune zone più esterne, tra cui quella dove sorgerà il lotto residenziale a nord, risultano contaminate e dovranno essere bonificate. Si dovrà così intervenire sul settore della ex centrale termoelettrica e la torre di filatura. I tempi vanno da un mese a un anno e mezzo, con costi stimati in oltre 7 milioni di euro (1,9 per i materiali contenenti amianto e 5,2 per i terreni).
Metalli e residui vischiosi da eliminare
"Abbiamo messo un punto chiaro alla bonifica, la falda si trova a una profondità di 25 metri e non è contaminata. Gli inquinanti da eliminare sono principalmente metalli e residui vischiosi, quindi non si tratta di materiale volatile che può spargersi nell’aria" ha spiegato il vicesindaco. In fase decisamente avanzata la bonifica dall’amianto, dove resta da intervenire solo su una minima parte del sito industriale.
Prima di partire, il progetto di bonifica dovrà ottenere i via libera degli enti preposti come Regione Lombardia, Arpa e Provincia.