L'allarme

Gettonisti in scadenza e carenza di medici, il Pronto soccorso arranca: «Ritmi assurdi»

Tensioni in reparto e allarme dei dottori in servizio nel reparto d’emergenza cittadino dell’ospedale

Gettonisti in scadenza e carenza di medici, il Pronto soccorso arranca: «Ritmi assurdi»
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«Ritmi oltre il limite» e «tagli», in una situazione che da tempo oramai, ma soprattutto dopo la pandemia, deve fare i conti con «organici sempre più ridotti».

Gettonisti in scadenza e carenza di medici, il Pronto soccorso arranca: «Ritmi assurdi»

L’allarme arriva dai dottori in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale di Carate Brianza, dove nei giorni scorsi, le tensioni si sono palesate anche in un acceso e duro confronto fra un responsabile del servizio e un medico.

La richiesta forte, rivolta alla direzione generale di Asst Brianza, è quella di «non dimezzare la presenza diurna del medico di guardia» a fronte di un centinaio di accessi giornalieri che, nella difficile fase di riorganizzazione del reparto di emergenza, potrebbe passare da due a un solo medico.

Con l’aggravante che, spesso, per tutta la settimana si deve fare i conti con l’assenza di molti specialisti. Troppo poco per poter garantire un servizio adeguato, senza una Terapia intensiva a disposizione e «con pazienti in osservazione breve che sono spesso il doppio di quelli dichiarati».
Da qui l’indisponibilità manifestata a più riprese «a non coprire turni decurtati», né a volere rispondere di «negligenze» nella gestione del reparto, che potrebbero anche mettere a rischio gli ammalati.

Il tema è legato all’avvicendamento dei medici in scadenza di contratto, i cosiddetti «gettonisti» - professionisti assoldati tramite cooperative private chiamati o richiamati per colmare le carenze del personale medico regolare o per coprire turni particolarmente intensi - a cui anche l’Azienda ospedaliera ha dovuto far ricorso per potere garantire la continuità del servizio di Pronto soccorso.

Proprio in questi giorni l’Asst ha predisposto un nuovo bando per «arruolare» medici da inserire in organico, chiamati a far fronte a un reparto d’emergenza come quello cittadino che gestisce più di 30 mila accessi all’anno con una decina circa di operatori.

«E’ una situazione legata a una riorganizzazione per avvicendamenti in scadenza di contratto - fanno sapere dalla Direzione generale interpellata dal nostro Giornale - Per la gestione dei turni, come da disposizioni e regole regionali, ci stiamo confrontando e collaborando sistematicamente con l’hub di riferimento del San Gerardo di Monza. In coerenza con questa situazione temporanea abbiamo debitamente trasmesso una nota ad Areu per segnalare con correttezza la possibilità che determinate urgenze possano essere “dirottate” altrove, ovvero sui nostri presìdi di Desio e di Vimercate».

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