Carnate

«Ho avuto paura che quell'albero ci potesse uccidere»

La 32enne Silvia Grazioli, incinta della piccola Agata, ha raccontato il dramma sfiorato

«Ho avuto paura che quell'albero ci potesse uccidere»
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La vita ci insegna che è tutta una questione di attimi. E di centimetri in questo caso. Quelli che hanno separato un grosso albero caduto sulla strada, dall’auto che trasportava la giovane Silvia e la sua piccola Agata, la figlia che verrà alla luce solo tra qualche settimana.

«Ho avuto paura che quell'albero ci potesse uccidere»

Il sinistro era avvenuto due venerdì fa lungo la Tangenziale Est, dove a causa del maltempo una pianta era crollata sfiorando letteralmente la Renault della 32enne di Carnate, al nono mese di gravidanza, uscita miracolosamente incolume da quell’incidente. Della notizia avevamo già dato conto una decina di giorni fa. Ora la protagonista ha voluto raccontare quei momenti di vera paura.

«Ho visto la morte in faccia, ho davvero temuto che quell’albero avrebbe schiacciato entrambe», dice oggi Silvia, psicologa di professione, che fortunatamente se l’è cavata con un grande spavento e nulla di più.

«Ero appena partita da casa e stavo andando in ospedale a Vimercate per un corso pre parto - ricorda con lucidità - Stavo per imboccare la Tangenziale, a Usmate, quando, con la coda dell’occhio, ho visto la pianta oscillare dall’area boschiva del Centro Polivalente che affaccia sulla strada. E’ bastato un secondo, ho inchiodato e in quel preciso istante l’albero si è abbattuto sull’auto prendendo di striscio il cofano. Fortunatamente non arrivava nessuno dietro di me, quindi ho inserito la retro per liberarmi della pianta. Ero congelata dal terrore, davvero ho pensato al peggio. Per me, ma soprattutto per Agata».

I soccorsi

Due le persone che, dopo aver assistito alla scena, per prime l’hanno soccorsa. Tra loro, quasi per un segno del destino, anche un volontario della Croce Bianca, che subito si è offerto di aiutare Silvia e verificarne le condizioni.

«Io praticamente non riuscivo a muovermi dallo spavento; è stato lui ad aiutarmi facendomi fare degli esercizi per la respirazione e per aiutarmi a riprendere la calma - prosegue la ragazza - Poi, una volta passato lo shock, ho chiamato i soccorsi e il mio compagno Luca».

Sul posto la Polizia locale di Usmate Velate, i Vigili del fuoco e un’ambulanza dell’Avps di Vimercate, con gli operatori sanitari che si sono subito precipitati per verificare le condizioni della futura mamma e della piccola che aveva in grembo. Fortunatamente, però, al di là dell’enorme spavento, nessuna conseguenza fisica.

«Con grande professionalità e umanità mi hanno fatto qualche controllo, ma i parametri erano tutti a posto, quindi ho deciso di non salire in ambulanza per il trasporto in ospedale - aggiunge Silvia - Anche perché comunque ci stavo già andando per conto mio. Solo tanta paura, per fortuna, ma davvero è stata questione di una frazione di secondo. Solo un attimo in più e probabilmente oggi staremmo parlando di altro. Vorrei ringraziare il personale dell’Avps di Vimercate per l’intervento, ma anche le due persone che per prime mi hanno prestato aiuto, specialmente il ragazzo della Croce Bianca che mi ha supportata in maniera molto professionale e delicata. Nella concitazione del momento non li ho neanche quasi ringraziati, ma lo faccio pubblicamente da qui, perché possano leggere le mie parole e sapere quanto sia loro grata per quello che hanno fatto. Per me, ma soprattutto per Agata».

A cui la mamma, appena verrà al mondo, avrà già da raccontare un’avventura. Per fortuna, con il lieto fine.

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