Il campanile (e tomba della duchessa amante del Re) sarà finalmente restaurato
La chiesina di Santa Maria delle Selve - sconosciuta ai più - finirà sotto ai ferri per la ristrutturazione

Il campanile di una piccola chiesina di Vedano al Lambro (ma che nasconde un segreto) finirà finalmente sotto ai ferri.
Il campanile di Santa Maria delle Selve sotto ai ferri
Dai cancelli (chiusi da decenni) a breve entreranno le squadre di architetti e restauratori per rimettere a nuovo il campanile dell’antichissimo - e quasi sconosciuto - oratorio di Santa Maria delle Selve.
Nelle scorse settimane, infatti, la società che si occupa di restauri conservativi incaricata dalla Fondazione Cà Granda (proprietaria del complesso monumentale) ha effettuato tutti i sopralluoghi necessari in vista dell’avvio dei lavori previsto per i prossimi mesi.
L’obiettivo è quello del consolidamento e del complessivo restauro della torre in Stile Tudor che - oltre al campanile - ospita anche la tomba della duchessa Eugenia Litta, la «Bella Bolognina» che è stata la storica amante di Re Umberto I d’Italia.



I lavori ormai non più rinviabili
I lavori si sono resi necessari a causa del cattivo stato di conservazione della torre che presenta in parecchi punti segni di cedimento strutturale sia sulle facciate che lungo gli intonaci.
Ad esempio uno dei quattro grandi medaglioni (quello verso l’ingresso su viale Cesare Battisti) con impresso lo stemma araldico della nobile famiglia Litta da tempo non è più presente al suo posto.
I lavori andranno a rimaneggiare la torre, realizzata dopo il 1840. La chiesina invece, chiusa al pubblico da decenni, risale al 1300 circa ed era parte del grande parco di Villa Litta.
E' un campanile-mausoleo
Oggi è proprietà della Fondazione Cà Granda. L’intero complesso comprende anche una casa-cascina del custode, oggi con porte e finestre murate per evitare intrusioni, e un’altra cappella posta nell’area verde sul retro di Santa Maria delle Selve che conserva le tombe di Lydia Caprara e del marito Gian Giacomo Morando de’ Rizzoni, sepolture più volte vittime di vandalismi.
Nel campanile in Stile Tudor - e quindi successivo all’edificazione dell’oratorio - la duchessa Litta aveva previsto la realizzazione della sua tomba, di quella del marito Giulio Litta Visconti Arese e quella del figlio Alfonso, figlio naturale avuto con il Re d’Italia ma poi riconosciuto dal duca.
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