Il parroco mette in vendita l'ex oratorio femminile
Don Giandomenico Colombo ha fatto chiarezza sulla situazione dello stabile di via Abate d’Adda
La Chiesa di Arcore fa chiarezza sull’ex oratorio femminile. Lo avevamo anticipato in esclusiva sul nostro Giornale lo scorso mese di luglio ma ora c’è anche la conferma ufficiale da parte del parroco don Giandomenico Colombo attraverso le pagine dell’informatore parrocchiale "Insieme": l’ex oratorio femminile di via Abate d’Adda verrà venduto e gli introiti serviranno per la manutenzione delle altre strutture parrocchiali.
Documentazione consegnata alla Curia
Per stessa ammissione del parroco tutta la documentazione urbanistica è già stata affidata alla Curia al fine dell’alienazione. Dunque un pezzo di storia della città, che affonda addirittura le sue radici alla metà del 1800, dove sono cresciute nella fede migliaia di ragazze arcoresi, sarà presto venduto e, al suo posto, non è difficile immaginare che possa trovare spazio una nuova zona residenziale. Ricordiamo che attualmente i locali dell’ex oratorio femminile accolgono la stecca, cioè quella che corre parallela a via Filzi (che è oggi sedel del magazzino vivevi della Caritas) oltre all’abitazione delle suore e la chiesa del Sacro Cuore.
Calo dei fedeli, bilanci da far quadrare e strutture da riqualificare
La notizia della possibile vendita del centro parrocchiale non è di certo un fulmine a ciel sereno. Già da parecchi mesi, infatti, il responsabile della comunità pastorale, insieme agli altri sacerdoti arcoresi e ai membri del consiglio pastorale, sta effettuando una attenta e approfondita riflessione su tutte le strutture di proprietà della comunità pastorale. Quasi inutile sottolineare che il calo drastico di fedeli che frequentano i vari centri parrocchiali, accompagnato a quello delle offerte porta molte realtà parrocchiali a dover fare i conti con i bilanci da far quadrare e con le strutture da riqualificare. In questo caso la vendita dell’oratorio femminile servirebbe per far fronte alle altre necessità economiche della comunità. Rimane da capire dove troverà collocazione l’attuale sede della Caritas cittadina. Non è escluso che possa essere ubicata in un altro centro parrocchiale.
L’annuncio del parroco
"Questo immobile è stato fin da subito il mio primo pensiero - ha spiegato il parroco all’informatore parrocchiale - Immediatamente ne ho colto l’ammaloramento e l’impraticabilità che veniva offerta alle nostre suore, davvero eroiche nel vivere lì. I tentativi di ripensare ad una situazione decente sono stati innumerevoli. Negli anni sono stati presentati in Curia vari progetti". Già nel 2010 si pensava di alienare una parte per mettere in sicurezza la chiesetta.
"Il progetto più duraturo e accarezzato per ben tre anni - ha proseguito il parroco - È stato pensato tra Cooperativa Piramide e Parrocchia. E per diversi inghippi "burocratici" non ha purtroppo visto la luce. Nel frattempo sono continuati rattoppi (costosi) ma che si rivelavano perfetta mente inutili. Sollecitato infine dalla curia a mettere mano ad un progetto di vendita, ho iniziato l'iter con entusiasmo confidando che fosse la volta buona. Purtroppo invece dopo due anni siamo ancora "impantanati". La Curia stessa, comprendendo la complessità del problema, si è messa a disposizione per compiere tutti quei passaggi senza i quali è impossibile fare qualsiasi progetto di alienazione dell'immobile".
Lo studio affidato alla Curia milanese
Dunque sarà uno studio della Curia che affronterà tutte le analisi urbanistiche, catastali e verifiche con le Belle Arti su ogni immobile dell’ex oratorio.
«Solo dopo tutto questo lavoro si potrà avere l'istanza a procedere - ha proseguito il parroco - Il lavoro è stato suddiviso in varie fasi per una durata di due anni circa. Ammesso che tutto proceda nel tempo previsto allora si entrerà nell'ultima fase: quella contrattuale».
Il parroco si è anche soffermato sul futuro delle suore e della Caritas. Sotto il primo aspetto, «vista la loro età e l'impossibilità di abitare lì ancora per altro tempo (rischio che il tetto crolli loro addosso), con la nuova superiora, suor Nuccia Matera, si sta pensando ad una nuova forma di collaborazione continua nel tempo. In questi due anni studieremo assieme alla Caritas la futura collocazione del magazzino viveri. La realtà ci dice la non percorribilità del mettere mano a ristrutturazioni (abbiamo poche migliaia di euro e non milioni di euro) per tramutare quell’area in risorsa».
Quel progetto del 2021 e la variante al Piano di Governo del Territorio
Nel lungo comunicato del parroco, però, c’è un passaggio che non è stato esplicitato ma che, alla luce della variante al Piano di Governo del Territorio avviata poche settimane fa dall’Esecutivo Bono, assume una rilevanza fondamentale per capire quale potrebbe essere il futuro dell’area. Infatti risulta che nella primavera del 2021 la Comunità Pastorale aveva commissionato ad un professionista arcorese un progetto di rigenerazione urbana dell'area dell'ex oratorio femminile. La volumetria complessiva proposta superava i 10mila metri cubi. Il progetto aveva come fulcro la realizzazione di un'area residenziale e commerciale con nuovo edificio di 5 piani, oltre ai garage interrati. Poiché l'ex oratorio insiste su una superficie destinata a «servizi e strutture» nel Pgt, per realizzare l'intervento rigenerativo sarebbe (stata) necessaria una richiesta di modifica del documento urbanistico.
Perché questa modifica possa avvenire è immaginabile che diventi necessario proporre all'Amministrazione Comunale uno scambio, consistente nel rendere disponibile alla comunità cittadina la chiesetta e i locali contigui, ottenendo il cambio di destinazione dell'area in residenziale-commerciale con un incremento delle volumetrie edificabili.
Chiaramente un'operazione di questa natura garantirebbe un introito consistente alla Comunità pastorale che così risolverebbe il problema della mancanza di risorse per far fronte alla manutenzione delle strutture parrocchiali. Progetto, dicevamo, che è finito nei cassetti ma che, alla luce della variante al Pgt, potrebbe essere riesumato ben presto.
Quale futuro per l’ex oratorio?
Rimane sullo sfondo una domanda: a chi verrà venduto lo stabile e quale sarà la prossima destinazione di quell’area? Residenziale e aree commerciali? Un aspetto che il parroco non ha sfiorato nel suo comunicato ma che rimane un tema centrale nella discussione che si è creata in città negli ultimi mesi e che è testimoniata dalla lunga lettera inviata nei giorni scorsi in redazione dal leader degli ambientalisti arcorsi Roberto Sala (che vi proponiamo qui sotto): «non è proprio possibile riuscire a coniugare il bisogno delle casse parrocchiali di vendere l’immobile con quello della comunità arcorese, magari dando vita ad un Borgo protetto?» ha sottolineato Sala. Cioè realizzare degli alloggi che abbiano la funzione intermedia di assistenza sociale e sanitaria, che permetta di mantenere le persone fragili, ma ancora autosufficienti, in un contesto domestico in grado di garantire stili di vita sociali e pubblici aperti.