La storia

Il ricordo di Lucio vivrà per sempre al museo del Ghisallo

Lucio Cantù, grande appassionato di ciclismo, fondatore del "Velo Club Brianza Salmilano" e storico giudice di gara si è spento lo scorso mese di ottobre. Da martedì la sua bicicletta, inseparabile compagna di mille avventure, fa parte della collezione del museo di Magreglio

Il ricordo di Lucio vivrà per sempre al museo del Ghisallo
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L’ultima volata verso la gloria per lo storico giudice di gara di Arcore e fondatore del "Velo Club Brianza Salmilano". Da martedì 4 marzo 2025 la bicicletta appartenuta all'indimenticato Lucio Cantù, grande appassionato di ciclismo, si trova accanto alle due ruote che hanno accompagnato le imprese leggendarie sulle strade del Giro d'Italia di campioni dal calibro di Fausto Coppi e Eddy Merckx.

Stiamo parlando della collezione dal valore inestimabile che si trova al museo del ciclismo del Ghisallo, un vero santuario laico per tutti gli appassionati del mondo del ciclismo.

Chi era Lucio Cantù

Ha lottato come un leone contro la malattia che l’aveva colpito alcuni anni fa. La sua voglia di vivere e di stare in sella alla sua amata bicicletta l’hanno sempre aiutato soprattutto nelle battaglie più difficili, dando testimonianza di quanto era attaccato alla vita. Cantù, volto stimato e benvoluto non solo in città per via della sua grande passione per il ciclismo amatoriale, si spense lo scorso mese di ottobre, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore della moglie Grazia, delle figlie Federica e Alessandra e dei parenti tutti.
Cantù era figlio d’arte; fu il padre Andrea (scomparso nel 2017 all’età di 89 anni), conosciuto in città come "Il Ciclista" di via Umberto Primo (dove riparava e costruiva biciclette), a trasmettergli la passione per le due ruote.

Il "Velo Club Brianza Salmilano"

Ben 25 anni fa Andrea e Lucio fondarono il "Velo Club Brianza Salmilano". Il suo amore per le due ruote era nota a tutti, in particolare ai più piccoli per i quali si è sempre speso moltissimo soprattutto da quando era in pensione, dopo una carriera lavorativa trascorsa prima alla Gilera e poi alla Peg-Perego.

Ora quei bambini, tutti i piccoli che pedalano e che coltivano la passione per il ciclismo, hanno un nonno-angelo speciale lassù. Cantù è stato dirigente, ex corridore, maestro e soprattutto apprezzato e stimato giudice di corsa, per ben 25 anni, sia nel ciclismo che nel Triathlon. Aveva le due ruote nel cuore tant'è che lo si vedeva sfrecciare per le strade di Arcore o in sella alla sua bici oppure al suo scooter.
Cantù faceva parte del comitato provinciale FCI di Monza-Brianza da 25 anni e nel 2014 ricevette il premio "Corona Ferrea". Ha dedicato molte energie lavorando molto soprattutto in campo giovanile e in particolare con i bambini. Per alcune edizioni ha anche fatto parte dello staff organizzativo del "Giro Rosa" sotto la direzione del patron Giuseppe Rivolta.

Cantù e Molteni, un binomio vincente

Per gli amanti del mondo del ciclismo come Cantù bastava la parola "Molteni" per far vibrare nel cuore emozioni quasi ormai sopite. Una grandissima squadra, la maglia, color camoscio (che il 67enne indossava sempre quando usciva nei suoi giri in bicicletta) del più forte campione di tutti i tempi, Eddy Merckx, ma anche di nomi entrati nella storia tricolore delle due ruote, come Gianni Motta e Felice Gimondi. Se la storica bicicletta di Cantù oggi si trova al museo del Ghisallo il merito è soprattutto della famiglia Molteni, in particolare di Mario e dalla sorella Lalla (figli di Ambrogio e Olga ed eredi dell’impero nato grazie a nonno Piero Molteni negli stabilimenti della frazione La Cà, in via Monte Cervino) che hanno voluto omaggiare il loro grande amico.

"Lucio era molto di più di un amico, era una persona davvero speciale che conoscevo da oltre 25 anni - ha sottolineato Mario Molteni con la voce rotta dall’emozione - Lui viveva per il Velo Club Brianza. Ricordo che due anni fa avevamo disputato insieme “l’Eroica” e già allora faceva fatica per via dei suoi problemi di salute. Ma la voglia di andare in bicicletta superava tutto. Era gentile con tutti, sempre disponibile, aveva un cuore grande".

"Un regalo a papà nel giorno del suo compleanno"

Quella di martedì stata una cerimonia privata e speciale per tutta la famiglia Cantù.

"Abbiamo omaggiato la memoria di papà proprio nel giorno del suo compleanno  - ha sottolineato emozionata la figlia Federica - Possiamo dire che è stato un regalo di compleanno speciale. A nome di tutta la mia famiglia desidero ringraziare la famiglia Molteni per essersi adoperata per avverare questo sogno e Antonio Molteni, direttore del museo del Ghisallo.  Papà ha sempre fatto tanto per il ciclismo e questo omaggio del museo del Ghisallo ci riempie di orgoglio. Oltre alla bicicletta anche la sua maglia con la didascalia verrà esposta nel "Memorial wall". Insomma sapere che la bici di papà si trova accanto a mostri sacri del ciclismo ci ha fatto emozionare. Una grande emozione vederlo anche lì".

La storia del museo

Quella che lega il ciclismo al Ghisallo è una storia lunga, appassionata ed avvincente. Carico di memorie, questo colle, che gode di panorami bellissimi, è uno dei luoghi più noti per i ciclisti di tutte le età e di tutte le categorie, agonistiche e non. Infatti è in cima a questa salita che si sono decise o si sono concluse alcune delle competizioni più famose della storia del ciclismo: dal Giro d’Italia al Giro di Lombardia, dalla Coppa Agostoni alla Giornata della Bicicletta.
Per questo il Ghisallo è meta ogni anno di migliaia di sportivi che salgono fin qui anche per fare visita al Santuario, che risale al XVII secolo, dove si conserva un dipinto della Beata Vergine Maria, detta la Madonna del Ghisallo, proclamata Patrona dei Ciclisti dal 1949, con una bolla papale di Pio XII. L’anno prima Papa Pacelli Pio XII aveva benedetto e acceso a Roma la grande fiaccola di bronzo, che venne collocata all’interno del Santuario: da allora moltissimi visitatori arrivano qui da tutto il mondo. Lo testimoniano i visitatori del Museo provenienti, nel solo 2017, da 57 nazioni.

 

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