Intensivamente insieme alla Casa del volontariato
Presente alla festa di Intensivamente insieme, la campionessa paralimpica Giulia Terzi

Oggi, sabato 13 novembre 2021, alla Casa del volontariato di Monza, è andato in scena la mattina di festa organizzata da Intensivamente Insieme.
Intensivamente insieme
L’organizzazione no profit (composta da medici, infermieri e genitori) si occupa del sostegno ai neonati e alle famiglie delle terapie intensive neonatali dell’ospedale San Gerardo. La splendida iniziativa ha voluto celebrare anticipatamente la giornata mondiale della prematurità ( 17 novembre) e ha visto coinvolta la campionessa paraolimpica di nuoto Giulia Terzi, reduce dalla vittoria di ben 5 medaglie olimpiche a Tokyo 2020 (2 ori, 2 argenti, 1 bronzo), con i suoi allenatori Massimiliano Tosin e Micaela Biava. Il contatto tra i coach della nuotatrice e l’associazione è stato voluto dal caso: è stata la moglie di Tosin, ingegnere biomedico al reparto prenatale del San Gerardo, a mettere a conoscenza il marito di Intensivamente Insieme, il quale poco tempo dopo ha ricevuto la chiamata di due famiglie che volevano iscrivere i propri figli alla Finp (Federazione nazionale nuoto paralimpico), entrambi facenti parte dell’associazione no profit. Da ciò è nato il contatto tra Tosin e Luca Morassi, uno dei volontari. E’ stato lo stesso Tosin a parlarne:
“Quando ho sentito Luca ho subito pensato cosa si potesse fare per questi bambini, e il punto di partenza non può che essere farli entrare in contatto con l’acqua. L’acqua è un grande facilitatore di movimento, è la chiave di accesso di tutto lo sport paraolimpico. Iniziamo a progettare un ambientamento all’acquaticità. La Federazione offrirà i suoi insegnanti e tecnici per introdurre i bambini al nuoto, con la supervisione mia e di Micaela Biava. Quelli più bravi potranno proseguire anche a livello agonistico. In questi 28 anni di attività mi sono sentito dire tante volte da ragazzi diversamente abili ‘Se l’avessi saputo prima’. Non me lo voglio sentire dire più.”
Campionessa paralimpica
In mezzo alle tantissime famiglie e bambini presenti appare emozionata e radiosa la campionessa olimpica:
“E’ una iniziativa bella e produttiva. Il mio coach Massimiliano me ne ha parlato con grande entusiasmo, che mi ha subito coinvolto. Vincere le medaglie a Tokyo è stato emozionante, ma vedere i bimbi che mi seguono è la vittoria più grande. Sono onorata di essere d’aiuto a tante persone. E’ importante divulgare la conoscenza dello sport paralimpico. Da dopo le olimpiadi di Londra del 2012 c’è stata una crescita del movimento, ma ancora il margine è ampio.”
L’incontro ha visto la presenza di bambini dai 3 agli 11 anni, con un passato in terapia intensiva al reparto prenatale del San Gerardo di Monza, con le loro famiglie. I bimbi hanno potuto divertirsi negli spazi loro adibiti all’interno dell’edificio, facendo un laboratorio creativo di disegni e manufatti seguiti dagli esperti della cooperativa Meta. Luca Morassi ha spiegatoin cosa consista la loro missione:
“Ci occupiamo dell’assistenza alle famiglie dei bimbi nati prematuri ricoverati. Cerchiamo di offrire una rete di servizi a supporto delle famiglie, quali assistenza psicologica gratuita per genitori e infermieri, o semplice compagnia nei reparti da parte dei nostri genitori volontari, per dare un supporto morale a chi vive ciò che essi stessi hanno vissuto in passato. Inoltre diamo un sostegno economico alle mamme per l’attrezzatura che occorre in reparto.” Poi ha aggiunto, riferendosi all’iniziativa odierna: “Ci siamo accorti che non vedevamo più i bimbi usciti dall'ospedale e vogliamo cercare di dare loro sostegno anche fuori, facendoli fare sport. Oggi grazie ai più volontari, abbiamo maggiore sostegno e possiamo ampliare i progetti. In futuro vorremmo attivare anche un servizio trasporti per i genitori che non hanno il passaggio per l'ospedale. Per noi è fondamentale che i genitori stiano vicini ai propri figli in ospedale.”
Un concetto rimarcato anche dalla dottoressa Tiziana Fedeli, medico della terapia intensiva prenatale del San Gerardo e fondatrice e presidente dell’associazione:
“Per noi la family centered care è fondamentale, vale a dire l’idea che la famiglia faccia parte della cura. C’era bisogno del volontariato per mettere in pratica questa necessità. I genitori che hanno vissuto questa esperienza diventano molto spesso volontari. E’ importante per noi divulgare l’esistenza di questi bambini e di queste famiglie”.
La presenza collettiva di volontari, sportivi e bambini che parlano, giocano e si divertono emana una grande energia. Non può essere che questo l’esito dell’impegno di chi fa del bene, nel segno dell’inclusività.








