La serata in ricordo del piccolo

Kevin, un angioletto che dona speranza

Centinaia di persone all’Eurotaverna per ricordare il piccolo scomparso a soli 14 mesi e promuovere la solidarietà ad Aido. L’abbraccio a mamma Klodiana.

Kevin, un angioletto che dona speranza
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Kevin, un angioletto che dona speranza e solidarietà. Dopo lo stop dovuto alla pandemia, mercoledì scorso l’Eurotaverna di Desio ha ospitato la serata per ricordare il piccolo scomparso a soli quattordici mesi, a causa di una malattia rara, la cardiomiopatia restrittiva.

Kevin, un angioletto che dona speranza

Aspettava un cuoricino per il trapianto che lo avrebbe salvato, ma non è arrivato in tempo. Un immenso dolore per la mamma, Klodiana, e per il papà, Dorian, e per loro una prova difficilissima. Da allora il piccolo Kevin Nela è un angioletto che dal Cielo ricorda sempre quanto è importante sensibilizzare rispetto alla donazione e al trapianto. La serata è stata resa possibile grazie a Sandro e Laura, gli zii di Kevin. Tantissime le persone che hanno voluto essere presenti. Non hanno voluto mancare le infermiere del Niguarda, l’ospedale in cui Kevin era stato ricoverato, e tanti amici. A sostenere la causa anche l’orchestra di Omar Codazzi, mentre il ricavato della serata sarà devoluto all’Aido. «Sono onorata e ringrazio tutti voi che avete dato importanza a questa serata con la vostra presenza». È il primo dei tanti ringraziamenti che la mamma del piccolo Kevin, Klodiana, una mamma veramente speciale, ha rivolto agli ospiti che hanno aderito all’iniziativa.
«Io da sola non avrei potuto fare molto - ha detto - Se oggi siamo qui lo devo a voi, a Laura, Sandro, e a tutto lo staff dell’Eurotaverna, ai nostri amici che ci sono stati vicini».

Ringraziamenti

Sono tanti i ringraziamenti, tra cui quello rivolto al Gruppo comunale Aido (Associazione Italiana Donazione Organi), presente con il presidente Francesco Sicurello, e al Gruppo comunale di Taranto guidato da Giorgia Di Paula: «Grazie per tutto quello che fate perché date il cuore per questo - ha aggiunto - Ringrazio anche il sindaco, Simone Gargiulo, il Giornale di Desio, un ringraziamento speciale va alla Pediatria del Niguarda, ai medici e agli infermieri che sono qui stasera con noi e che si dedicano agli altri tutti i giorni con amore e professionalità e che in cinque mesi di sofferenza hanno lottato insieme a Kevin».
La serata, dopo cena, è proseguita sulle note delle canzoni di Omar Codazzi, a cui è stato affidato il compito di leggere il messaggio della mamma, e della sua orchestra: «Grazie infinite a Omar e alla sua meravigliosa orchestra che hanno partecipato e dato il loro contributo - le parole di riconoscenza di Klodiana - Ci hanno emozionato e hanno dato un valore aggiunto alla donazione. Grazie di cuore».

I fondi raccolti durante la serata donati ad Aido

Ad Aido verranno destinati i fondi raccolti durante la serata, che ha voluto sensibilizzare sulla donazione di organi e sull’importanza dei trapianti.
«Ritorniamo a sensibilizzare e a dare voce per chi ha bisogno - l’appello di Klodiana - Non dimentichiamo che sono tanti i bambini, i ragazzi e gli adulti che ogni giorno lottano per la propria vita e che sono nella lista d’attesa per mesi e anni. Penso a tutti loro perché ha lottato tanto anche il mio piccolo Kevin, per tanti mesi. Diffondere l’informazione è importante. Donare è un gesto che vale più di ogni regalo che si possa immaginare. Spero che a un genitore non debba mai capitare quello che è successo a noi e per questo lotteremo con tutte le nostre forze affermando sempre il nostro “Sì alla donazione” nel momento in cui la vita finisce, per regalare una parte a chi può rinascere e continuare a vivere. Questo è il motivo per cui non c’è dono più bello».

La lettera di Francesco Romano

Non era presente ma ha inviato una lettera molto profonda alla famiglia di Kevin, ricordando l’importanza della donazione. Francesco Romano, di Caronno Pertusella, era ricoverato in ospedale con Kevin, e ora vive con un cuore nuovo ricevuto da un generoso donatore scomparso. Così ha scritto:

Caro fratello e cara famiglia del cuore, sono le ore 3.27 del 6 gennaio 2016: «Amore mio è arrivato il regalo della Befana», così mia mamma mi annuncia che è arrivato il cuore per cui ero in lista... Forse ultimo passo di una lunga e difficile battaglia, oggi ormai più o meno vinta grazie proprio a quel tuo, anzi vostro, dono. Sapessi, caro fratello, quanti per ignoranza, paura o disinteresse non sanno o non comprendono che tu sei morto, perché sì così è, e ciò non si può cambiare, e sì a volte mi sono chiesto se avresti preferito che ciò non fosse avvenuto mai... per egoismo, ma perché chissà che vita avresti avuto e chi saresti diventato: uno scienziato, un medico, un filosofo, un artista, un impiegato, un astronauta o magari un cuoco, in tal caso quest’ultimo tuo sogno verrà realizzato, ma sì, forse eri troppo piccolo per sognare, questa è stata la vita: troppo difficile per permettertelo. Chissà se la tua infanzia l’hai vissuta bene, almeno quella, o come me la tua casa era l’ospedale, chissà... E poi ci siete voi, o tu, ma per comodità dirò famiglia del cuore, Tu Famiglia del cuore: essere capace di ogni cosa per il bene... chissà se tu invece hai combattuto con lui o in un lampo ti sei trovata a dover fare un’ardua scelta... chissà se anche tu nell’immensità della notte buia mi pensi, ogni tanto, così come io faccio con te, chiedendomi chi siete, cos’avete provato quel giorno e cosa vi ha spinto a fare quel gesto di puro amore per la vita.
Molti erroneamente pensano che tale gesto sia strano, innaturale e un tentativo morboso di attaccamento alla vita, quasi per raggiungere un’immortalità fittizia al che i primi dottori che fecero tali interventi vennero accusati di giocare a fare Dio! Ma beh, sappiano che non è così! Io lo so, Famiglia del cuore, perché me l’hai insegnato tu, come anche la mia famiglia, che è un gesto d’amore infinito, come lo è l’universo, perché creare vita da vita può essere difficile, ma naturalmente possibile. Dalla morte, beh, lì sì che è difficile e ci sono voluti coraggiosi, ambiziosi e a volte arroganti medici per tagliare quel filo sottile tra vita e morte, quasi impercettibile, tanto quanto affilato, che non risparmia nessuno e che ha dato filo da torcere a filosofi, scienziati, artisti e a ogni essere umano dal momento della propria nascita, nel tentativo di trovare un senso che forse non c’è.
Chissà quanto sarà stato difficile dire quel sì... Chissà quanta forza di volontà ci vuole a non farsi tagliare da quel filo, bensì a tagliarlo e rendere possibile che un’altra persona distante chilometri incominci una nuova vita grazie alla tua, vostra, difficile quanto amorevole scelta. Quante volte ho pensato se sarebbe stato un bel gesto ringraziarTi o portare un fiore su quella tomba e se Tu, Famiglia del cuore, voi, lo vorreste.
Beh l’unica cosa che posso dire è solo Grazie, per aver creduto nella vita, reso possibile l’inizio del cambiamento della Mia vita, colui che porterà per tutta la vita l’organo tra i più importanti nel nostro corpo, perché dentro di me vivi ancora: non sprecherò un singolo ticchettio del tempo, un singolo respiro, un singolo battito che mi avete donato: li userò tutti per raggiungere i miei obiettivi, rendervi orgogliosi, aiutare le persone, diffondere questo messaggio e cambiare il mondo! Quindi voglio dire a tutti quelli che mi ascolteranno: non esistono motivi, scientifici, culturali, religiosi e di qualsiasi altro tipo per non dire sempre di Sì alla vita, anche se inizia con la morte, anche se difficile, anche se in quel momento l’unica cosa che vorreste è scomparire, non essere nati o abbandonarvi a voi stessi: non fatevi mai mettere sotto terra con il bene più prezioso al mondo, ovvero voi stessi! Fate del bene per i vivi e verrà sempre ricordato e ripagato e nessuna tomba varrà mai quanto colui che è all’interno!
Soprattutto se avrebbe potuto aiutare qualcuno: è un gesto difficile, tuttavia qualcuno ve ne sarà per sempre riconoscente. A voi, Caro Fratello e Famiglia del Cuore, dico solo grazie per aver detto di sì e aver salvato me e sicuramente altri come me. Dite sempre sì alla vita, anche di fronte alla morte e donate voi stessi per il bene del mondo.

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