La Brianza è "cardioprotetta"? Ecco quanti sono e dove sono i defibrillatori sul territorio
La Prefettura ha censito gli strumenti installati nel territorio provinciale.
L’immagine di Christian Eriksen, il giocatore danese crollato a terra il 12 giugno scorso, durante la partita Danimarca-Finlandia degli Europei di calcio, è rimasta impressa negli occhi di tutti: immediatamente soccorso dal capitano Simon Kjaer, gli è stato praticato il massaggio cardiaco, poi la respirazione bocca a bocca. Ma ad essere probabilmente decisivo è stato il tempestivo utilizzo del defibrillatore della cui importanza però, seppur nota, ci si ricorda talvolta solo davanti ad episodi tragici come quello raccontato. Che non sono pochi: si stima che ogni anno, in Italia, circa 70 mila persone muoiono di arresto cardiaco.
La Brianza è "cardioprotetta"?
Ecco allora che ci siamo chiesti se la Brianza conta un numero sufficiente di defibrillatori semiautomatici esterni (DAE), dispositivi salvavita in grado di riconoscere un’alterazione del ritmo della frequenza cardiaca e di erogare - dietro impulso manuale - una scarica elettrica diretta al cuore, azzerandone il battito e successivamente ristabilendone il ritmo. Se il nostro territorio può dirsi quindi "cardioprotetto". Anche alla luce del Decreto Balduzzi che impone alle associazioni e le società sportive, professionistiche e dilettantistiche, l’obbligo di dotarsi di defibrillatori e di avere personale formato al primo soccorso.
Un aiuto arriva dalla Prefettura di Monza e della Brianza che lo scorso anno ha avviato un’interlocuzione con i sindaci al fine di stilare un elenco delle postazioni dotate di defibrillatori presenti sul territorio provinciale. Ne è nata una mappa interattiva consultabile online. Che riportiamo di seguito:
I numeri comune per comune
Agrate 4
Aicurzio nd
Albiate 2
Arcore 14
Barlassina 4
Bellusco 5
Bernareggio 3
Besana 18
Biassono 6
Bovisio M. 7
Briosco 8
Brugherio nd
Burago nd
Busnago 5
Camparada nd
Caponago 1
Carate Brianza 11
Carnate 2
Cavenago 4
Ceriano 4
Cesano M. 14
Cogliate 3
Concorezzo 9
Cornate d’Adda 10
Correzzana 4
Desio 26
Giussano 11
Lazzate 6
Lentate nd
Lesmo nd
Limbiate 17
Lissone 17
Macherio 6
Mezzago 3
Meda nd
Misinto 1
Monza 152
Muggiò 11
Nova Milanese nd
Ornago 3
Renate 5
Roncello 3
Ronco B. 3
Seregno 14
Seveso 19
Sovico 7
Sulbiate 5
Triuggio 7
Usmate Velate 8
Varedo 4
Vedano 7
Veduggio 3
Verano B. 5
Villasanta 5
Vimercate 21
Sono dunque 507 i dispositivi salvavita al momento censiti, divisi in 47 comuni. Si trovano in gran parte nei centri sportivi e nelle scuole. Se ne vedono negli oratori, così come in diversi centri anziani. Nella lista sono inseriti anche Dae installati in attività private, come aziende e supermercati. La più virtuosa è la popolosa Monza, con ben 152 dispositivi segnalati e 123.927 residenti. Spiccano poi Besana in Brianza, 15 mila abitanti e 18 defibrillatori; Arcore (14 defibrillatori per quasi 18 mila residenti). Ci sono inoltre realtà più ridotte dove il numero di defibrillatori resta comunque alto, a partire da Briosco e Correzzana: 6 mila residenti e 8 dispositivi sparsi tra la baita degli Alpini, i tre oratori, i due centri anziani, centro sportivo e palestra comunale la prima, una popolazione di 3 mila persone e 4 Dae in chiesa, ai giardini pubblici di via Moro, in palestra e al centro sportivo la seconda.
Importante la manutenzione
Numeri alti che devono però fare i conti con due condizioni imprescindibili: la manutenzione degli apparecchi e la volontà dei cittadini di imparare ad utilizzarli.
Una motivazione per iscriversi a un corso sulle manovre di base di rianimazione cardiopolmonare?
"Un soccorso tempestivo e corretto, in caso di arresto cardiaco improvviso, contribuisce a salvare fino al 30 per cento delle persone colpite", spiega «Brianza per il Cuore», associazione monzese che dal 1995 promuovere e coordina iniziative sociali e sanitarie rivolte a prevenire e combattere le malattie cardiovascolari.
Salvagente onlus ci prova: "Ce ne vorrebbe uno in ogni condominio"
Da anni anche la onlus monzese «Salvagente» si batte perché ogni condominio si informi per installarne uno.
"Può salvare una vita in caso di emergenza e non costa così tanto se ripartito tra tutte le famiglie, eppure ancora se ne parla troppo poco", ripete da sempre Mirko Damasco, il Presidente. Qualcuno, come la Pozzolis Family, la famiglia più conosciuta sui social ha già raccolto l’invito e ne ha installato uno nel suo condominio proprio in collaborazione con la onlus monzese, aiutando anche a sensibilizzare in tal senso grazie ai numerosi follower.
"L’80 percento degli arresti cardiaci avviene in casa. Non è una spesa onerosa, parliamo di circa 1500 euro. Tutti dovrebbero essere formati per saperlo usare", ha rimarcato Damasco.