A Lentate sul Seveso

L'Anpi propone la benemerenza civica all'ultimo partigiano, il sindaco dice no ma lo invita al 25 Aprile

Per ora nessun riconoscimento a Bruno Mottadelli, Ferrari: "Mi piacerebbe che partecipasse alla cerimonia per parlare agli studenti".

L'Anpi propone la benemerenza civica all'ultimo partigiano, il sindaco dice no ma lo invita al 25 Aprile
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L'Anpi propone la benemerenza civica all'ultimo partigiano di Lentate, il sindaco dice no ma lo invita al 25 Aprile.

Benemerenza civica all'ultimo partigiano: la proposta di Anpi

«Il 25 Aprile conferiamo la benemerenza civica al 96enne Bruno Mottadelli, l’ultimo partigiano vivente di Lentate». A lanciare la proposta è la sezione locale dell’Anpi, guidata dall’ex sindaco Riccardo Brunati. Una richiesta che il sindaco Laura Ferrari ha respinto al mittente, invitando però Mottadelli alla cerimonia dedicata alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. La candidatura di Mottadelli era stata presentata dall’Anpi lentatese nel dicembre 2021, in occasione del conferimento delle benemerenze civiche avvenuto il 15 gennaio nella chiesa Sant’Alessandro di Copreno, ma il partigiano non era stato scelto tra i premiati. «Ora, visto l’approssimarsi della ricorrenza della Liberazione, una giornata molto cara a Mottadelli, abbiamo voluto rilanciare la proposta - spiega il presidente Brunati - Sarebbe bello che in occasione del 25 Aprile il sindaco gli conferisse questa importante onorificenza. Sarebbe un modo per riconoscere l’impegno che ha profuso durante la guerra di Liberazione, il contributo dato per salvare numerosi cittadini ebrei, il costante desiderio di tenere viva la memoria di chi ha sacrificato la propria gioventù e ha rischiato anche la propria vita per un’Italia libera e democratica».

La storia del partigiano Bruno Mottadelli

Una storia intensa quella di Mottadelli, che lui stesso qualche anno fa ci aveva raccontato con passione. Nato a Seveso il 20 novembre 1925, ma da sempre residente nella frazione di Camnago, all’età di 18 anni decise di non arruolarsi nella Repubblica di Salò e insieme all’amico, suo coetaneo, Pippo Frassati partì dalla stazione alla volta del lago Maggiore. Raggiunto il paese di Luino si trasferì a Cannero, sulla sponda piemontese, per poi salire a Piancavallo e unirsi al Corpo volontari della libertà. Fu inquadrato nella divisione «Piave», brigata generale Giuseppe Perotti. Attivo in Val Cannobina, come partigiano partecipò a diverse azioni militari e contribuì a fondare la Repubblica della Val D’Ossola, uno dei primi territori italiani liberati dalle brigate partigiane e, con l’aiuto del parroco di Gurro, della madre e della sorella del sacerdote, diede un contributo decisivo a salvare decine di ebrei in fuga da Torino, accompagnandoli al confine svizzero. Nell’ottobre 1944 una controffensiva nazifascista costrinse le brigate partigiane ad arretrare, Mottadelli andò oltre il confine svizzero, venne internato dalle autorità elvetiche e rilasciato nel maggio 1945.

Ha sempre tenuto fede ai suoi ideali

Tornato in Italia dopo la Liberazione, rientrò a Camnago, dove ha sempre tenuto fede ai propri ideali di libertà testimoniando con la propria esistenza i valori democratici. «Il 25 Aprile è una festa importante, da celebrare anche quando non ci saranno più partigiani, perché fa parte della storia dell’Italia», ci aveva detto nel 2019, mentre ci mostrava con orgoglio i documenti che attestano la sua partecipazione alla Resistenza, tuffandosi nei ricordi e ripercorrendo la sua storia, ricca di momenti che rimarranno sempre impressi nella sua mente, soprattutto quelli in cui ha rischiato di più. «Ovviamente la paura di morire c’era - aveva ammesso - Ma se credi in quello che stai facendo non puoi tirarti indietro».

Il sindaco: "Mi piacerebbe che partecipasse al 25 Aprile"

«Le benemerenze civiche sono già state conferite a gennaio - la risposta del sindaco Laura Ferrari - Ma, come avevo già detto in commissione cultura, mi farebbe piacere che Mottadelli partecipasse alla cerimonia del 25 Aprile, in programma lunedì dalle 17, per parlare ai ragazzi delle scuole. Lo abbiamo contattato, spero che accetti l’invito». «Purtroppo papà non è più molto lucido - ha spiegato Daniela Mottadelli, figlia di Bruno - Lo avrei portato volentieri se avesse dovuto solo ritirare un premio, ne sarebbe stato contentissimo. Ma gli risulterebbe impegnativo parlare agli alunni, anche perché a volte non riesce a ricordarsi bene certi episodi del suo passato da partigiano».

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