L'Arcivescovo Delpini all'ospedale Pio XI: l'incontro coi medici e la visita ai piccoli malati del reparto di Pediatria
"Enorme il bene che fate e la qualità del vostro lavoro, dovrebbero farvi un monumento. Io vi sono grato". Nel fine settimana incontri anche nelle parrocchie, al Collegio Paola Di Rosa e alla casa di riposo.
Curare i malati, assisterli spiritualmente, supportarli, accompagnarli nel loro difficile percorso. Temi al centro della visita dell’Arcivescovo Mario Delpini all’ospedale Pio XI, sabato mattina, uno dei momenti dell'intenso programma che ha interessato il Decanato di Desio, con le testimonianze degli operatori. Prima il convegno dal titolo "L'esercizio della cura", poi la visita al reparto di Pediatria.
La visita dell'Arcivescovo Mario Delpini all'ospedale di Desio
Ad accogliere l’Arcivescovo Delpini al presidio cittadino c’era il direttore generale dell’Asst Brianza, Carlo Alberto Tersalvi, con il sindaco, Simone Gargiulo, il Decano, monsignor Maurizio Tremolada e il prevosto della Comunità Santa Teresa di Gesù Bambino, don Mauro Barlassina, don Almeida da Cruz, cappellano dell’ospedale di Desio, oltre a tanti medici, infermieri, volontari e il personale sanitario. A fare i saluti e a introdurre il convegno, dal titolo ”L’esercizio della cura” è stato proprio Tersalvi:
“La dedizione al lavoro in ospedale e un grande senso di appartenenza sono i valori che in questi anni mi hanno fatto apprezzare l’esperienza professionale a Desio e in Brianza – ha evidenziato – Nessuno può negare che la realtà sanitaria è in difficoltà dopo il Covid, noi che siamo prima stati esaltati e messi da parte dopo. Oggi questi valori hanno bisogno di un rinforzo. Chiedo a lei di aiutarci perché lavoro e senso di appartenenza ci rendano sempre capaci di quei sacrifici che spontaneamente i nostri operatori hanno fatto nei momenti più difficili, e si metta al centro quella relazione tra persone che mettono in gioco professionalità, passione, competenza, umanità, per affrontare il problema della salute”.
E ha concluso ricordando l’opera quotidiana di tanti volontari nelle corsie a fianco dei malati.
Testimonianze tra sofferenza e speranza
Don Almeida con una suora e un diacono permanente si occupa dell’assistenza spirituale: “Qui si sperimenta l’irrazionalità del dolore, la sfida è quella che porta la speranza, che conduce in tanti casi ad avere fiducia nel Signore. Non si cancella il dolore, ma cerchiamo di migliorare la vita del malato, portandogli vicinanza, partecipazione e condivisione, tra sofferenza e speranza, in un atteggiamento di abbandono filiale”, è intervenuto. Tre le testimonianze, che hanno posto degli interrogativi all’Arcivescovo, a partire dal dottor Michele Bombelli, direttore della struttura complessa di Medicina dell’ospedale di Desio, che si occupa anche dell’insegnamento universitario, con un’esperienza di oltre trent’anni in ospedale, prima al San Gerardo di Monza. Ha ricordato la sua esperienza, gli inizi, ispirato da un medico missionario, portando testimonianze di pazienti che hanno lasciato in lui un segno profondo. “Combattiamo contro un nemico, il dolore e la morte, siamo chiamati a condividere un bisogno di salute dell’uomo”. Ha parlato del nuovo progetto per l’ospedale di Desio che riguarda il raddoppio del Pronto soccorso con un padiglione per le urgenze, ma anche dei problemi della sanità, la difficoltà a reperire medici di Pronto soccorso, rianimatori, la mancanza di un giusto riconoscimento, l’insoddisfazione dei professionisti. Citando don Giussani, ha introdotto il tema della speranza.
L'esperienza dei volontari in ospedale
Efrem Umberto Pelucchi, del coordinamento territoriale Procurament Desio, che si occupa di donazioni di organi e tessuti, ha chiamato in causa il senso etico, i valori e posto un interrogativo: “A quali valori possiamo tendere per proseguire l’esercizio della cura verso uomini in stato di bisogno?”. Infine, la presidente di Avo Desio, Anastasia Polletta, a nome di tanti volontari la cui presenza “è fatta di ascolto e di semplici gesti, consapevole che un attimo di attenzione, un sorriso, una parola, uno sguardo o la sola presenza siano importanti per chi soffre. La nostra ispirazione – ha evidenziato – vuole coniugare le qualità umane di empatia, di compassione e di gentilezza, verso gli ammalati e tutti coloro che vivono momenti difficili”. Per “esercitare la cura” bisogna “esercitare l’accettazione della sofferenza, ma come possiamo fare?”, ha domandato.
"Guardate all'enormità del bene che fate"
L'Arcivescovo Delpini ha risposto mettendo in evidenza: “l’enormità del bene che fate, la qualità del vostro lavoro”. E cosa tiene viva la speranza? “La speranza si distingue dall’aspettativa, e la nostra vita è promettente, anche se l’inclinazione del nostro tempo è che la vita è deludente. Bisogna essere più lungimiranti e leggere la promessa che è scritta nella vita, e, guardando la storia, rendersi conto che tutta la storia dell’umanità ci parla della possibilità di bene, come la storia di questo ospedale, che ho visto anche nelle foto esposte nella mostra. Una promessa che può motivare una speranza invincibile può venire da Dio”. Ma come motivare le persone al bene? “Se si fa del bene si sta bene, si sperimenta la gioia che non ti dà l’egoismo”, ha rimarcato l'Arcivescovo. “L’accettazione - ha poi aggiunto - è una storia, che ci porta ad aprire gli occhi, a scoprire quanti soffrono, ci si scopre in un sistema di relazione di cura. E la preghiera accompagna ogni fase dell'accettazione”.
L'Arcivescovo Delpini: "Per affrontare le sfide fondamentale il senso di appartenenza"
L'Arcivescovo ha quindi ricordato come “il senso di appartenenza sia determinante per affrontare le sfide", tenendo presente che "il malato affronta un percorso che è spirituale oltre che terapeutico”. La conclusione è stata: “Dovrebbero farvi un monumento, questo per dire che la società, l’ente pubblico, i malati vi devono gratitudine per quello che fate e che farete. Io vi sono grato”. Al termine Delpini ha visitato il reparto di Pediatria, portato conforto ai piccoli malati e ha incontrato i volontari di Abio. Ha poi impartito la benedizione prima di lasciare l’ospedale. E’ stato questo il primo degli appuntamenti del fine settimana che hanno portato l’Arcivescovo nelle parrocchie di Desio, a dialogare con i fedeli e con le varie realtà che operano in città. Tra gli appuntamenti anche l’incontro al Collegio Paola Di Rosa e alla casa di riposo Pio e Ninetta Gavazzi.