Venerdì 24 gennaio

L'Arcivescovo in due fattorie della Brianza per la benedizione degli animali

Monsignor Mario Delpini con gli agricoltori Coldiretti di Triuggio e Besana

L'Arcivescovo in due fattorie della Brianza per la benedizione degli animali
Pubblicato:

Si terrà in due cascine del territorio della provincia di Monza e Brianza il rito della benedizione degli animali con l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini. Lo annuncia la Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza nei giorni in cui la Chiesa celebra Sant’Antonio Abate.

L'Arcivescovo in due fattorie della Brianza per la benedizione degli animali

Per festeggiare il Santo protettore degli animali – precisa la Coldiretti interprovinciale – venerdì 24 gennaio monsignor Mario Delpini si recherà con gli agricoltori Coldiretti alle ore 10 alla Fattoria nel Verde di via Cagnola 81 a Triuggio e a seguire, alle ore 11.30, andrà all’Agriturismo AgroDolce di via Piave 39 a Besana in Brianza.

Con l’Arcivescovo ci saranno don Matteo Vasconi, consigliere ecclesiastico della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, i sacerdoti delle parrocchie coinvolte, gli agricoltori della zona e una delegazione della Federazione Coldiretti interprovinciale, guidata dal presidente Alessandro Rota e dal direttore Umberto Bertolasi.

Gli animali custoditi negli allevamenti italiani – spiega la Coldiretti – rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto, anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, che assicura inoltre il cibo buono e sicuro sulle tavole degli italiani.

Un patrimonio messo a rischio

Un patrimonio messo però oggi a rischio da una serie di minacce – rileva Coldiretti - che vanno dagli effetti dei cambiamenti climatici, che nel 2024 sono costati all’agricoltura italiana 9 miliardi di euro, alla diffusione di malattie, spesso legate alle importazioni dall’estero e alla diffusione incontrollata della fauna selvatica, fino ai tentativi degli oligarchi del cibo di introdurre carne e latte fatti in laboratorio. Ma a pesare sono anche l’aumento dei costi di produzione e i prezzi bassi all’origine, con gli allevatori che si trovano spesso nella situazione di lavorare in perdita, nonostante garantiscano al Paese un presidio ambientale insostituibile.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali
Necrologie