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«Le ragazze di Kabul», la canzone di Beat-B «per dare voce alle donne che lottano nel mondo»

Il nuovo singolo della giovane artista medese Beatrice Brucoli

«Le ragazze di Kabul», la canzone di Beat-B «per dare voce alle donne che lottano nel mondo»
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Dopo «Volo via di qua», scritta per denunciare le conseguenze drammatiche del bullismo, di cui lei stessa è stata vittima da ragazza, e «Curvy Valentina», in cui ha trattato il deplorevole fenomeno del body-shaming, la giovane artista medese Beatrice Brucoli, in arte «Beat-B», torna ad affrontare una piaga dei nostri tempi, quella delle donne discriminate e costrette a lottare per i propri i diritti. E lo fa con il nuovo singolo del suo cantautorato sociale, «Le ragazze di Kabul», dedicato al dramma delle donne afghane che nell’agosto del 2021, con il ritorno al potere dei talebani, hanno perso tutte le libertà faticosamente ottenute.

«Le ragazze di Kabul», la canzone di Beat-B «per dare voce alle donne che lottano nel mondo»

Le immagini drammatiche di quei giorni, delle madri afghane che disperate lanciarono i loro bambini al di là di un filo spinato, nelle braccia dei soldati perché li portassero in salvo, i video come quello dell’uomo che si aggrappava all’aereo per fuggire via o lo scatto fotografico della bimba addormentata nella giacca del marine a cui era stata affidata hanno profondamente colpito «Beat-B» come donna e come artista. Che ha quindi deciso di dare il proprio contributo, attraverso la musica e le parole.

«E’ dura immaginare che al di là del mare, blu come i veli delle ragazze afghane, possa esistere un luogo dove per una donna sia proibito suonare uno strumento, scrivere una poesia, andare a scuola, in palestra o danzare», il commento dell’autrice.

Un tributo alle giovani Negin, Zarmira e Shamsia

Il suo singolo è un tributo alla giovane Negin, che dirige Zohra, la prima orchestra femminile afghana, e che ora rischia la vita come le sue musiciste per aver suonato in pubblico. Ma il brano racconta anche di Zarmira, poetessa sedicenne uccisa per aver sussurrato in radio un suo landai, una breve poesia per la libertà delle donne. La canzone parla anche dei murales della pittrice Shamsia Hassani, che dipinge sulle case il dolore delle donne, rappresentandole senza bocca e con gli occhi chiusi. Un brano denso di messaggi forti, un canto per tutte quelle donne che pagano con la vita il diritto di autodeterminarsi. Un testo che ci trasporta inevitabilmente anche alle istanze del movimento di protesta delle donne in Iran per la morte di Mahsa Amini. La musica, intensa e dalle forti sonorità etniche, è opera del connubio artistico fra il noto compositore e arrangiatore Antonio Summa e Icaro Ravasi, musicista, scrittore e poeta brianzolo.

Con una suggestva collaborazione

Il brano è arricchito dalla suggestiva collaborazione del maestro indiano Ashanka Sen e del suo sitar. «Attraverso il mio canto voglio far sentire in modo forte e chiaro la voce di ogni donna e ogni bambina del mondo - conclude Beat-B - Credo che tutti noi abbiamo il compito di amplificarne il suono», perché, come canta nel suo singolo (disponibile su tutte le piattaforme musicali), «La mia voce è più alta dei tuoi spari».

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