Lo sfogo di un medico di base: "Bene le Case della Comunità, ma assicuriamoci che qualcuno ne sostenga i costi"
L'intervento del dottor Gabriele Sormani, consigliere comunale della lista civica Santambrogio sindaco: "Il rischio è che facciano la fine dei Presst".
«Bene il progetto delle Case di Comunità, ma assicuriamoci che qualcuno ne sostenga i costi, affinché non faccia la fine del Presst». Il consigliere comunale della lista civica Santambrogio sindaco Gabriele Sormani, medico di base a Meda da più di 30 anni, durante l’ultima seduta del Parlamentino ha affidato a un lungo intervento-sfogo le sue riflessioni sulle recenti novità in ambito sanitario, con la costituzione delle Case della Comunità per rafforzare la medicina di prossimità.
Sormani nel 2015 accettò di essere il coordinatore dei medici del Presst
«Nel 2015 mi fu data dall’allora Amministrazione comunale la possibilità di spostarmi in una nuova struttura in via Indipendenza che prevedeva l’applicazione del protocollo Presst (presidio socio-sanitario territoriale) di Regione Lombardia - ha esordito - Accettai di buon grado il progetto che mi fu illustrato dal sindaco Gianni Caimi con Ats e Asst, tanto da assumere il ruolo di coordinatore del gruppo di medici che si sarebbe formato in questa struttura». Un progetto ambizioso, che «prevedeva diversi servizi alla cittadinanza, tra cui la presenza costante di un infermiere, la possibilità di ospitare specialisti esterni e di organizzare attività di prevenzione (come la lotta al tabagismo). Tutto questo pacchetto avrebbe dovuto dare alla città, nei piani dell’allora Amministrazione, un punto saldo di riferimento sanitario per la popolazione».
Un progetto che non è mai decollato
Tra il dire e il fare, però, come recita il proverbio, c’è di mezzo il mare: «La realtà dei fatti che mi si è parata davanti durante gli anni di applicazione è stata, con mio rammarico, molto differente - ha ammesso Sormani - L’assenza completa di finanziamenti ai progetti, controbilanciata da un’importante campagna di promozione degli stessi, ha creato una situazione paradossale che ha portato me e gli altri professionisti che con me condividono l’associazione a dover rispondere personalmente (sia a livello economico che professionale) alle molteplici richieste dei pazienti».
Il caso di garze e cerotti portati da casa
Il dottore ha precisato che «in assenza di specifici fondi dedicati, la semplice associazione di medici di Medicina generale si può occupare esclusivamente dei pazienti in carico al singolo medico che ne fa parte, non lasciando alcuno spazio di manovra per pazienti in carico a professionisti esterni». Una precisazione che ha ritenuto necessaria «perché la situazione di difficoltà creata dalla frettolosa adesione al Presst senza la certezza di coperture economiche da parte dell’allora Amministrazione sfociò in una denuncia giornalistica che portò il mio gruppo a un’esposizione mediatica a livello nazionale con un servizio che mise in cattiva luce la nostra professionalità dopo anni di sacrifici». Il riferimento è al caso scoppiato nel luglio 2018, quando, proprio a causa della carenza di fondi, al Presst era comparso un cartello che invitava i pazienti a portare garze e cerotti da casa.
"Un continuo confronto sulla nuova riforma sanitaria regionale"
«Per questa incresciosa vicenda voglio ringraziare il sindaco Luca Santambrogio, che si attivò tempestivamente per aiutarmi a spiegare le reali condizioni ai media, mitigando la risonanza di questo evento», ha aggiunto Sormani, che ha quindi continuato: «Vediamo di assoluto buon occhio il continuo confronto di questa Amministrazione, e di me in prima persona come consigliere della stessa, con gli Enti preposti al fine di valutare insieme la futura applicazione della nuova riforma regionale la quale al momento prevede con il Pnrr e i suoi fondi la creazione di Case della Comunità, ovvero strutture polivalenti deputate all’erogazione dell’assistenza primaria, al coordinamento e integrazione coi Servizi sociali e all’attività di prevenzione».
"Le Case della Comunità non facciano la fine dei Presst"
In base a quanto emerso in un precedente Consiglio comunale, l’utenza di Meda farà capo alla Casa che sarà aperta a fine 2023 a Seregno, nel Polo ospedaliero Trabattoni. Una soluzione percorribile, per Sormani, «sarà di dotarci di una Casa della Comunità Spoke, ovvero periferica, ma solo a fronte di adeguate e certe coperture finanziarie e di personale (ovviamente di natura sovra-comunale), onde evitare di commettere gli stessi errori fatti col progetto Presst». Ha infine assicurato che terrà aggiornati i colleghi consiglieri e li informerà «quando avremo maggiori certezze sulla definitiva organizzazione del territorio di Meda».