Lo stadio di Meda intitolato al grande Mino Favini

Da venerdì 9 giugno 2023 lo stadio del centro sportivo Città di Meda porta il nome di Mino Favini, grande calciatore medese del passato e noto talent scout del calcio italiano ed europeo, morto nell'aprile 2019.

Lo stadio intitolato al "mago di Meda"

La cerimonia di intitolazione era inserita all'interno del secondo torneo di calcio intitolato proprio al "mago di Meda" e riservato ai calciatori della categoria Esordienti, che ha coinvolto i giovanissimi protagonisti di diverse squadre professionistiche della Lombardia. All'evento erano presenti Stefano, il figlio maggiore di Mino (il secondogenito Giorgio era venuto a mancare nel 2020, a un anno di distanza dal padre), della sorella e di altri familiari, oltre a due ex giocatori dell'Atalanta, Zani e Lorenzini.

Il particolare della fotografia sulla targa

Il sindaco di Meda Luca Santambrogio, presente con l'assessore allo Sport Stefania Tagliabue e altri componenti dell'Amministrazione comunale e alcuni dirigenti dell'Ac Meda 1913, ha ripercorso la storia dell'illustre concittadino, ricordandone le grandi doti sportive e umane, il suo entusiasmo nel trasmettere la sua passione per il calcio ai giovani e il grande contributo dato alla città. Successivamente è stata svelata la targa, che ritrae l'ex calciatore in azione e una sua massima, la frase "In campo il difficile è fare le cose facili". Il figlio di Favini ha quindi spiegato un particolare della fotografia in bianco e nero, in cui Favini è insieme a un altro calciatore divenuto poi allenatore, Eugenio Bersellini. Sullo sfondo dell'immagine si intravvede, sopra gli spalti, un palazzo con le finestre che si affacciano sul campo da gioco. In uno di quegli appartamenti vivevano le due sorelle Gennari, che sarebbero poi diventate le mogli di Mino ed Eugenio.

Saranno posizionate due targhe

Il primo cittadino ha poi spiegato che saranno due le targhe di dedicazione del campo 1 dello stadio medese: una all'ingresso dei tifosi e una all'ingresso del settore ospiti, in modo tale che tutti gli sportivi entrando nell'impianto possano vederle e ricordare un grande medese che amava il calcio e la sua città.