Arcore

Lo storico vigile appende elmetto e divisa al chiodo e va in pensione

Dopo aver lavorato per 43 anni nella pubblica amministrazione arcorese il 61enne Giuseppe Muccio lascerà il comando di via Corridoni da luglio

Lo storico vigile appende elmetto e divisa al chiodo e va in pensione
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Dal prossimo primo luglio il corpo di Polizia locale di Arcore, ma più in generale, tutto l’apparato amministrativo del comune saluterà un vero pilastro che ha fatto la storia del municipio: il 61 Giuseppe Muccio. L’agente, in passato, è stato una colonna portante della Sinistra brianzola: cresciuto a Monza, vive con la moglie a Vimercate (entrambi sono super tifosi della Roma) ma è molto conosciuto ad Arcore non solo per il lavoro ma, sopratutto, per il suo grande impegno politico: insieme al compianto Carlo Bergonzoni, a Roberto Sala , Claudio Cavalli, Giovanni Garancini e Carla Giuzzi ha rappresentato uno dei punti di riferimento del partito dei Comunisti italiani con la civica "Verdi alternativi".

Un "compagno" fin nel midollo

Un "compagno" fin nel midollo e un modello dal punto di vista professionale, soprattutto dopo la tragica scomparsa del figlio Nicolò, avvenuta a causa di un drammatico incidente stradale nel 2008. Il sinistro che gli costò la vita (e nel quale morì anche Manuela Mulazzi di Lesmo) avvenne a Milano, di ritorno da una serata in compagnia.

Una vita lavorativa per Muccio, ben 43 anni (e mai un minuto di ritardo), trascorsa nella pubblica amministrazione e iniziata quasi per caso.

"Iniziai come giardiniere... e termino come agente della Polizia locale"

"Nel 1981 avevo 18 anni, mi mancava ancora un anno per prendere il diploma all’Hensemberger di Monza e cercavo un lavoretto di qualche mese per pagarmi le ferie estive - ha raccontato Muccio nei giorni scorsi, direttamente nel salotto della sua abitazione vimercatese - Mi dissero che il comune cercava un giardiniere per un paio di mesi e accettai l’incarico. Dopo qualche settimana mi proposero l’assunzione a tempo indeterminato, quasi non ci credevo. Ci ho pensato molto e alla fine accettai: decisi di lavorare di giorno e poi terminare gli studi per prendere il diploma al serale".

Un «sì», o meglio, un amore eterno giurato all’apparato amministrativo arcorese durato per tantissimi anni.

"Dopo 4 anni da giardiniere mi trasferirono all’ufficio messi e poi come impiegato nell’ufficio anagrafe fino al 2008, quando entrai in Polizia locale - ha sottolineato Muccio - Purtroppo un mese dopo il mio ingresso tra i vigili morì mio figlio. La scomparsa di Nicolò, quasi inutile sottolinearlo, ha ribaltato completamente la mia vita e quella di mia moglie Delfina. Da allora riconosco che non sono stato più lo stesso, il dolore per la sua scomparsa è ancora troppo grande".

Un prima e un dopo

Nella sua abitazione tutto parla di Nicolò, tante le foto e gli effetti personali del giovane che si trovano sulle mensole e librerie del salotto. Una presenza che accompagna Giuseppe e Delfina ogni giorno, un ricordo che il tempo non svanisce.

"Diciamo che è come se avessi vissuto due vite: un prima e un dopo la scomparsa di mio figlio - ha continuato Muccio - Il prima era intriso di vita politica iniziata proprio all’hensemberger, dove durante gli anni della scuola creammo un prototipo di centro sociale ma orientato verso l’impegno politico: insomma era un ritrovarsi con un obiettivo. Insieme a tanti studenti monzesi ci si ritrovava al pomeriggio, a scuola, per condividere le nostre esperienze e i valori. Sono da sempre un comunista e non mi vergogno a dirlo, uno che crede negli ideali e nelle regole che devono essere uguali per tutti. Oggi, se guardo al panorama politico attuale, faccio fatica a trovare una collocazione. Successivamente mi sono impegnato nel sindacato e ho dato vita ad una civica, i “Verdi Alternativi” che alle elezioni del 1989 prese il 12%, un risultato pazzesco, ancora oggi stento a credere a quel miracolo. Una consultazione elettorale che spalancò le porte del comune al sindaco Giorgio Casiraghi. Fu davvero un grande sindaco. Dal punto di vista professionale mi dedicai molto all’ufficio elettorale, in particolare alla divisione della città nelle sedici circoscrizioni elettorali, ancora attuali, che vennero fatte grazie ad una mia intuizione. Poi, nel 2008 l’ingresso in Polizia locale e la morte di mio figlio. Un dolore troppo grande da sopportare per un padre e una madre".

"Grazie a tutti gli arcoresi"

Muccio ha voluto ricordare i sedici anni trascorsi con la divisa tra la certezza di aver ricevuto tanto dagli arcoresi e il peso di aver affrontato situazioni che inevitabilmente gli riportavano alla mente il suo Nicolò.

"Diciamo che i primi anni è stata dura, quando ci chiamavano per andare a refertare gli incidenti mi salivano i brividi, quasi andavo in tilt perchè il pensiero correva a lui. Però ho trovato persone magnifiche e piene di comprensione nei miei confronti. Voglio dire grazie ai colleghi, al comandante Marco Bergamaschi e all’amico ed ex assessore Fausto Perego con il quale abbiamo vissuto momenti veramente belli da veri amici".

"Il suo primo amore... il baseball"

Un racconto che Muccio ha voluto terminare con un flashback, un episodio che avrebbe potuto davvero cambiare il corso della sua vita e lo fa indicandoci mazza, berretto, palle e caschetto dei giocatori di baseball gelosamente custoditi nel salotto dicasa.

"Fin dalla giovane età e per tanti anni ho giocato nella squadra di baseball di Arcore - ha concluso Muccio - Giocavamo nel campo di via Baracca. Mi piaceva tanto e giocavo anche bene a tal punto che la Federazione mi chiamò per un provino in nazionale, quando avevo 17 anni, per partecipare successivamente ai campionati europei. Purtroppo non andò bene ma chissà, tante volte mi chiedo a quale futuro sarei andato incontro se si fossero aperte le porte della nazionale. Ora mi chiedo: cosa farò dal primo luglio? Andrò sicuramente in vacanza e tirerò il fiato. Poi chissà, vedremo. Mi attira l’idea di dare una mano al centro “La Vite” di via Roma con i ragazzi della Piramide ma nulla è deciso. L’impegno politico lo escludo. Mi hanno anche proposto di dare una mano nel sindacato ma non ho ancora deciso".

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