L'ultimo saluto al prof Migliorino, scomparso sul Monte Bianco
Tutta Cavenago si è fermata per accompagnare il 36enne nell'ultimo viaggio: tra i ricordi, anche quelli dei colleghi, della compagna e della mamma

Una chiesa di Cavenago gremita ha salutato per l’ultima volta nella mattinata di oggi, giovedì 21 agosto, Davide Migliorino, l’alpinista scomparso in un tragico incidente in montagna nella giornata di domenica 17 agosto.
L'ultimo saluto al prof Migliorino
La comunità cavenaghese, gli amici, i colleghi e una nutrita delegazione dell’Istituto Superiore Leonardo Da Vinci di Cologno Monzese dove lavorava ormai da anni come professore di Fisica e Matematica, si sono stretti in un caldo abbraccio alla famiglia, facendo così sentire tutto il loro affetto e amore in questo momento di grande dolore. Nel corso dell’omelia, il parroco don Arnaldo Mavero, ha tracciato un ricordo del 36enne, molto conosciuto in paese:
“Siamo qui in tanti e ognuno di noi ha con Davide ha un legame particolare. Da noi partono tanti fili di amicizia. Tanti fili che oggi si intrecciano e si uniscono davanti alla scomparsa di Davide. Ci sentiamo fratelli e sorelle. Uomini e donne che vorrebbero fare qualcosa per voi famigliari e per Davide. Davide, come sottolineato dalla stessa dirigenza del Da Vinci, era una persona mossa dalle passioni. Per il suo lavoro, per i suoi studenti e poi per la montagna. Sappiamo bene che la passione per la montagna é un sentimento molto profondo. Comporta la ricerca e l’incontro verso sé stessi e gli altri. Coltivare passioni belle, come risposta al richiamo d’infinito che c’è in noi per ricercare la verità, é qualcosa di straordinario. Le passioni sono elemento fondamentale per realizzare la nostra vita. Il nostro cuore ha bisogno di passioni e le passioni contribuiscono al bene comune. Io sono certo che quando morirò non finirò nel nulla o nel vuoto. Eppure la morte ci fa piangere, nonostante la certezza che quando chiuderemo gli occhi saremo con Dio. Le lacrime che oggi sgorgano dagli occhi di chi ama Davide e continueranno a farlo in futuro, però non devono essere lacrime di tristezza. Facciamo un patto: le lacrime che sgorgano e che ancora sgorgheranno, non vogliano mai essere lacrime di ghiaccio e disperazione. Le nostre siano sempre lacrime di speranza, di vita e luce. Lacrime di chi non rinuncia alle grandi passioni. Lacrime di chi non si arrende di fronte ad una scalata. Lacrime di chi vuole raggiungere la cima per guardare l’orizzonte. Convinti che in quell’orizzonte, la in fondo ci sarà una cima, capace di colmare il nostro cuore”.
Il cordoglio dei colleghi
Al termine della celebrazione, uno dei professori del Da Vinci, a nome di tutti i docenti, ha poi letto una lungo ricordo del collega:
“Con Davide ci siamo conosciuti pochi anni fa. Ricordo un collegio docenti in cui interveniva sempre con precisione. Si accollava un sacco di responsabilità. Col tempo siamo diventati amici e ci siamo affezionati. Con lui abbiamo parlato tanto di scuola, vita e amore. Davide era una persona di cuore a cui non piacevano le mezze misure. Odiava le ingiustizia. Si é sempre impegnato affinché i suoi alunni apprendessero fisica e matematica. Inoltre ha si é sempre messo in discussione. In montagna invece era una macchina da guerra. Si sapeva adattare in qualsiasi situazione. Era un uomo che chiedeva tutto dalla vita e si affidava sempre alle persone. Abbiamo sempre apprezzato sempre la sua radicalità e la voglia di raggiungere gli obiettivi che si prefiggeva. Ci mancherà molto. Sergio e tutti i colleghi"
"Mi hai fatto diventare forte"
Successivamente é stata letta una lettera della sua ragazza. Uno scritto molto toccante che ha ripercorso il loro rapporto, tracciando un profilo amorevole del giovane:
“Durante questi anni insieme mi hai fatto diventare forte emotivamente. Sono fiera di essere stata la tua ragazza e di essere stata al tuo fianco. Anche se non è sempre stata una passeggiata per entrambi visto i nostri caratteri. Alla fine però capivamo che il bello era stare bene insieme e trovavamo un equilibrio. Sono orgogliosa di te, che lottavi sempre con tutte le tue forze per la correttezza. Eri sempre pieno di voglia di fare e non stavi mai fermo un secondo. Non posso non dirti che hai lasciato una voragine nel mio cuore. Ma voglio riempire la ferita con i ricordi belli. Il nostro amore. I nostri viaggi. In tutte queste avventure mi sentivo sicura con te. Di fronte alle difficoltà trovavi sempre un modo per uscirne. Ci siamo sempre fatti forza. Mi hai mostrato cosa vuol dire amare superando gli ostacoli. Eri la mia forza quando io non lo ero. Non tutti ti sapevano apprezzare. Perché dietro all’apparenza c’era un cuore grande. Grazie per esserti fidato di me. Grazie per avermi insegnato ad avere più fiducia in me. Eri un grande insegnante. Ora non sono pronta a dirti addio: ma ti dico ciao, ti amo tua piccina”.
Il ricordo della mamma
Infine un messaggio da parte dei genitori e dei fratelli letto da mamma Iva:
“Ciao Davide: io e papà e i tuoi fratelli ti ringraziamo per essere stato presente nella nostra vita. Per la ricchezza che ci hai portato. In questi giorni le tue insegnanti Paola e Wilma mi hanno parlato del tuo sguardo intelligente. Ora ti diciamo questo: vola sempre più in alto e raggiungi le vette più alte”.
Al termine della celebrazione, una folla ha accompagnato il feretro fuori dalla parrocchiale cavenaghese. In tanti si sono spostati poi all’interno del salone Apollo del municipio, dove i fratelli hanno realizzato una piccola mostra fotografica per raccontare così la memoria del giovane alpinista.