Aggressione in stazione

"Mio figlio ha gli incubi e sente ancora il fischio di quel treno"

Parla la mamma del 14enne di Lentate che era stato spinto sotto un convoglio a Seregno da un coetaneo di Desio.

"Mio figlio ha gli incubi e sente ancora il fischio di quel treno"
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«Di notte spesso si sveglia all’improvviso, urla “Lasciatemi stare”. Lo trovo nel letto tutto sudato perché ha avuto un incubo, a volte addirittura trema. E mi dice che sente sempre nelle orecchie il fischio di quel treno...».

Se da una parte è grata a Dio «per avermi lasciato qui mio figlio», dall’altra è ancora comprensibilmente preoccupata la mamma del 14enne di Lentate sul Seveso che il 25 gennaio, intorno alle 14.30, era stato spinto sotto un treno in transito alla stazione ferroviaria di Seregno da un coetaneo di Desio, in quanto ritenuto colpevole di aver inviato dei messaggi a una ragazza contesa.

"Mio figlio ha rischiato di morire, di perdere un braccio o una gamba"

Un episodio che aveva fatto discutere tutta Italia, soprattutto dopo la diffusione delle immagini impressionanti del ragazzo che finisce con la schiena contro il convoglio per poi essere risucchiato e «sparire» sui binari. La mamma sa benissimo che il figlio è davvero un miracolato, che gli sarebbe potuta andare molto peggio:

«Ha rischiato di morire, ma anche di perdere un braccio o una gamba. Ha riportato un trauma cranico per il quale sta ancora effettuando dei controlli e una distorsione alla gamba destra, che ancora gli fa male».

Il 14enne sta andando da una psicologa

Ma se le ferite fisiche pian piano si rimargineranno, ci vorrà molto più tempo per guarire quelle interiori.

«Subito dopo quello che è successo ci siamo rivolti a una psicologa, dalla quale lo accompagno due volte a settimana - prosegue - Ci ha spiegato che ci vuole pazienza, che non è semplice elaborare il trauma. Noi gli stiamo vicini, a casa cerchiamo di non parlare più di quello che è successo, o almeno quando lui non ci ascolta. E anche gli insegnanti sono consci della sua situazione, ho raccomandato di avvisarmi subito se dovessero notare che non sta bene».

Non vuole più andare a scuola in treno

La consapevolezza che sarebbe potuto morire si mescola con il terrore che quanto successo potrebbe capitare di nuovo.

«Ha ripreso a frequentare le lezioni, ma non vuole più andare a scuola e tornare a casa in treno - conferma la mamma - Per ora sta prendendo il pullman». Esce con gli amici, «ma resta nelle vicinanze, va in oratorio, non si allontana mai troppo da casa».

Di notte spesso di sveglia spaventato

La speranza è che passo dopo passo, seduta dopo seduta, possa ricucire quello strappo che quella terribile aggressione ha creato nel suo animo:

«Deve ancora metabolizzare quello che è successo e credo che ci vorrà del tempo a ritrovare un equilibrio che si è spezzato. Si percepisce che non è sereno, di notte spesso si sveglia spaventato, gli capita di sognare quella scena, di sentire il treno che si avvicina...».

"Voglio che sia fatta giustizia"

Proprio per questo la mamma ribadisce fermamente che «deve essere fatta giustizia. I ragazzi che hanno fatto del male a mio figlio devono pagare». Al momento il 14enne di Desio che aveva fisicamente gettato il lentatese contro il treno è detenuto in un carcere minorile, mentre il seregnese che avrebbe organizzato la «spedizione punitiva» in stazione si trova in una comunità. Entrambi sono accusati di tentata rapina aggravata in concorso (per aver cercato, prima dell’aggressione, di strappare la felpa alla loro vittima) e tentato omicidio in concorso.

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