Il caso a Lissone

Niente tavolini al bar della piazza? Interviene anche l'assessore

La titolare non poteva posizionare delle sedute a causa di un ricorso al Tar presentato da un residente della zona

Niente tavolini al bar della piazza? Interviene anche l'assessore
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Aveva fatto discutere la decisione di non dare il permesso per posizionare dei tavolini in uno storico locale di piazza Libertà, nel pieno centro storico di Lissone.

No ai tavolini, Comune al lavoro

Sulla questione legata allo "stop" ai tavolini per il Caffè della Piazza, gestito dalla lissonese Anca Paun e fermato da un ricorso al Tar presentato da un residente, è arrivano persino tra i banchi del Consiglio comunale.

E’ stato il capogruppo di Forza Italia Daniele Fossati a sollevare il caso e a chiedere un rapido intervento da parte dell’assessorato al Commercio.

Ho incontrato personalmente la titolare del locale per ribadire che tutti devono avere gli stessi diritti e le stesse opportunità - ha sottolineato l’assessore alla partita Alessandro Merlino - Purtroppo su quell’area della piazza pende una sospensiva del Tar Lombardia e che si discuterà ad ottobre. Bisognerà attendere allora.

"Anche il Comando è al lavoro"

L’assessore Merlino, dal canto suo, ha confermato comunque l’attenzione sull’intricata vicenda che ha coinvolto la lissonese.

Il comandante della Polizia locale e gli uffici comunali stanno comunque lavorando per trovare una soluzione - ha continuato - La commerciante ha a disposizione gli spazi esterni sotto ai portici che sono di pertinenza e competenza del condominio. Noi, dal canto nostro, abbiamo cercato di fare di tutto per mettere tutti in condizione di lavorare e di avere gli spazi esterni in attesa di poter riaprire gli ambienti interni.

Cosa era successo?

La decisione di non dare il nulla osta ai tavolini era arrivata a seguito di un ricorso pendente del Tar Lombardia presentato da un cittadino che risiede proprio in piazza Libertà.

Il lissonese, infatti, più volte aveva sollevato dubbi e perplessità circa le iniziative in piazza. Dubbi e perplessità che, spesso, si sono trasformati in veri ricorsi davanti alla Giustizia amministrativa bloccando iniziative, attività e - come in questo caso - gli stessi esercizi commerciali che si affacciano sul salotto buono della città.

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