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Per la M5 i fondi della difesa? «Sarebbe un ottimo rifugio anti-droni»

La proposta del Comitato Hq Monza per trovare i 600 milioni mancanti per la linea

Per la M5 i fondi della difesa? «Sarebbe un ottimo rifugio anti-droni»
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Mentre ancora non c’è alcuna notizia dell’incontro chiesto da Regione Lombardia e Comune di Milano a Roma sul tema scottante degli extracosti del prolungamento M5 , dal Comitato Hq Monza arriva una proposta utile a coprire i 600 milioni di euro che mancano per lanciare la gara d’appalto della Lilla. «Basterebbe attingere ai nuovi fondi per la difesa e il riarmo», spiega il Comitato diretto da Isabella Tavazzi.

Per la metro i fondi della Difesa?

Sembra una boutade? In realtà il Comitato è in grado di ben argomentare la... difesa. «Una linea metropolitana come M5, che a Monza e Cinisello si troverà mediamente a 20 metri sottoterra, ha anche intrinsecamente la funzione di rifugio antiaereo e anti-droni, capace di ospitare in emergenza e in sicurezza migliaia di persone», spiega il Comitato, che avverte: «Non sembri questa una proposta strampalata: per il ponte sullo stretto di Messina il Governo ha comunicato che procederà secondo questa logica. L’Italia ha già chiesto a Bruxelles di inserire il ponte nel Military Mobility Action Plan, con l’obiettivo di ricavarne una parte di finanziamento».
Per stazioni e galleria di M5 da prendere in considerazione come rifugi, il Comitato Hq Monza si riferisce a quanto affermato alla Camera dal ministro delle finanze Giorgetti: «Il sistema difesa-riarmo che è allo studio del governo prevede che non tutti i fondi saranno investiti direttamente in spese militari e che saranno fatte rientrare anche altre voci. Come il ponte sulla stretto, per esempio, e - perché no, suggeriamo noi - come la M5 di Monza».

Proprio nei giorni scorsi il Partito Democratico di Monza e Brianza si era appellato a tutte le forze politiche, alle associazioni di categoria e alla cittadinanza tutta «affinché dal nostro territorio si levi una voce unanime e unitaria con l’obiettivo di ottenere al più presto elementi di certezza per l'individuazione delle risorse aggiuntive necessarie per il completamento della metropolitana M5 fino al polo istituzionale», avevano detto Lorenzo Sala e Valerio Imperatori. 

Gli esempi esteri di rifugi nella metro

Dice Isabella Tavazzi, portavoce di HqMonza: «Fare questa scelta risolutiva per il prolungamento di M5 sarebbe, per i ministri Giorgetti e Salvini, un concreto esempio di coerenza e di interessamento al territorio lombardo. Non sappiamo che cosa stia avvenendo in Italia, in particolare a Milano, ma di certo in altri paesi europei, innanzi tutto Francia e Germania, è in corso l’aggiornamento di piani di protezione civile e difesa che tengono in grande considerazione le strutture sotterranee urbane come metropolitane e autosilo».
Per fare qualche esempio, a Parigi la stazione metrò di Place des Fêtes è da sempre completamente attrezzata come rifugio, anche antinucleare, mentre per altre stazioni e tratte di gallerie sono pronti o in stesura progetti di rapida esecuzione per tra- sformarle in veri e propri bunker in caso di necessità.
La Germania, dal canto suo, sta riattivando più di 500 rifugi, quasi tutti abbandonati dalla fine della seconda guerra mondiale. Il metrò U8 di Berlino è già attrezzato e altre linee sotterranee sono nei piani di protezione civile e difesa.
A Barcellona, in Spagna, il possibile utilizzo delle metropolitane sotterranee come rifugi è oggetto di uno studio in corso.
A Praga, capitale della Repubblica Ceca, una parte delle gallerie del metrò è predisposta per ospitare più di 300mila persone e alcuni tratti hanno portali chiudibili a prova di esplosione nucleare.

Un’ipotesi lontana e fuor di logica? Non secondo Hq Monza: «Senza alcuna ansia o allarmismo, ma con sano pragmatismo, osserviamo che la recente esperienza di Kiev ha dimostrato come, anche senza particolari modifiche o predisposizioni, stazioni e gallerie del metrò possono essere utilizzate per mettere al sicuro migliaia di persone nel caso malaugurato di un conflitto militare. Una opzione in più che Monza e Cinisello potrebbero avere con il prolungamento di M5». Insomma, due piccioni con una fava.

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