Arcore

"Piersilvio e Marina regalate la quadreria al Comune di Arcore"

Gli eredi avrebbero deciso di smantellare e mandare al "macero" tele e statue mentre Roberto Sala, anima della Sinistra arcorese, ha dichiarato che sarebbe una opportunità da cogliere al volo

"Piersilvio e Marina regalate la quadreria al Comune di Arcore"
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Piersilvio e Marina Berlusconi non mandate al macero le migliaia di tele comprate da vostro padre ma donatele alla città di Arcore. E’ questo l’appello lanciato nei giorni scorsi da Roberto Sala, anima della Sinistra arcorese e ideatore della civica "ImmaginArcore2 all’indirizzo degli eredi dell’ex presidente del Consiglio, scomparso lo scorso mese di giugno.
La vicenda è ben nota e riguarda la famosa quadreria che inizialmente Silvio Berlusconi voleva realizzare all’interno del suo immenso parco di Villa San Martino, su un pratone che si trova a Nord del Cinema Apollo, incastrato tra l’ingresso della lussuosa dimora e via Monte Bianco.

Berlusconi ne parlò con Rosalba Colombo

Un’idea che inizialmente venne abbozzata dallo stesso Berlusconi con l’ex sindaco Rosalba Colombo. Poi l’improvvisa retromarcia sulla pinacoteca che doveva raccogliere tutti i quadri di valore custoditi nella sua residenza arcorese a causa delle complicazioni legate alla variante al Piano di Governo di Territorio.
Nell’ex villa Casati Stampa, acquistata nel 1973 e diventata la sua residenza e il centro dell’attività imprenditoriale e politica si trovano anche altri quadri importanti come la copia dell’Antea del Parmigianino, e una "Monna Lisa nuda".
Secondo i ben informati l’ultimo acquisto milionario che fece Berlusconi, in rigoroso ordine di tempo, risale a prima della pandemia, e riguarda un capolavoro di Tiziano. Si tratta di un quadro, olio su tela, dal valore di circa 5 milioni di euro che Silvio Berlusconi aveva pagato per aggiudicarsi «Il Ritratto di Ippolito dei Medici», proveniente dal museo di Cleveland e datato 1533.

Opere d'arte danneggiate... dai tarli

Ora, secondo le versioni circolate, le opere sarebbero in parte danneggiate dai tarli (soprattutto per quanto riguarda le cornici) prive di valore artistico rilevante e molto costose da mantenere, per via dello spazio che occupano. E’ cosi dunque tramontata l’idea che il sindaco Maurizio Bono aveva ventilato poco dopo la morte del cavaliere: contattare gli eredi e capire come organizzare eventi in Villa Borromeo con i pezzi minori della collezione di Berlusconi.

“Minori” nel senso che in Villa San Martino sono custodite anche opere d’arte di grandissimo valore, per le quali, «gli standard di sicurezza richiesti sarebbero stati fuori dalla portata del Comune», aveva confermato il primo cittadino Maurizio Bono. Poco prima di Natale il sindaco incontrò Berlusconi e quest’ultimo aveva promesso Bono la volontà di fare qualcosa per Arcore. Purtroppo non c’è stato il tempo.

L'appello di Roberto Sala

Proprio sulla scia della volontà manifestata dagli eredi di disfarsi delle opere artistiche si inserisce l’appello di Sala a Piersilvio e Marina.

"Delle migliaia di quadri raccolti da Berlusconi, acquistati per comportamento compulsivo, ma anche per manifesta generosità pure in questo campo, si vuol fare un grande falò - ha sottolienato Sala - Non importa se esso sarà fatto di fuoco vivo o solo virtuale. Dobbiamo dire no. Dobbiamo farlo innanzitutto noi Arcoresi per cogliere un'opportunità. Non è fuori luogo riprendere l'idea di una pinacoteca berlusconiana nella nostra città. Nessuno sottovaluta la complessità dell'operazione in termini economici e neppure la difficoltà di stabilire chi fa che cosa e chi paga cosa. Il mio è semplicemente un invito alla Amministrazione Comunale in carica a prendere la palla al balzo, ad osare per vedere se quei quadri sono per la grandissima parte veramente croste senza valore. Oppure se da esse si possono selezionare opere degne di essere esposte, di essere catalogate e inserite in percorsi d'arte. Credo che Silvio Berlusconi, se fosse in vita, ne sarebbe contento, una pinacoteca lo onorerebbe in un campo in cui ha operato sottotraccia. Arcore avrebbe tutto da guadagnarci, pur considerando comunque in maniera molto attenta gli aspetti economici".

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