Presentato il ricorso, Stefano Conti non può lasciare Panama
I legali del trader 40enne assolto in primo grado: "Un caso internazionale di palese ingiustizia, tutte le autorità competenti si attivino al più presto"

L'incubo si è manifestato: Stefano Conti, assolto a Panama dall'accusa di traffico di esseri umani a scopo sessuale, non può lasciare il Paese perché il pubblico ministero ha presentato ricorso.
Presentato il ricorso, Stefano Conti non può lasciare Panama
"Il Tribunale di Panama stanotte ha stabilito che Stefano Conti, assolto in primo grado e per più di 400 giorni detenuto nel famigerato carcere di La Joya, non potrà lasciare il Paese. È ora che chi di dovere si faccia carico del problema". E' quanto annunciano i difensori del 40enne cresciuto a Cesano Maderno, Valter Biscotti e Vincenzo Randazzo. "Il Tribunale panamense ha deciso che il nostro connazionale non potrà tornare in Italia fino al processo di appello. Tutto questo è inaccettabile. Vogliamo che il suo diventi un caso internazionale di palese ingiustizia, tutte le autorità competenti si attivino al più presto", aggiungono i difensori.
Il videomessaggio sui social
In un videomessaggio, il trader brianzolo si sfoga così:
"Vivo a Panama da sette anni, tre anni fa sono stato arrestato per traffico di esseri umani. Il mese scorso sono stato assolto con formula piena, ho fatto 423 giorni di carcere preventivo da innocente in una delle peggiori galere del mondo, senza acqua da bere o per lavarsi: condizioni disumane". E ancora: "Sono dovuto tornare in Tribunale per chiedere che mi lasciassero tornare ad abbracciare i miei cari e mi hanno negato il diritto perché il pubblico ministero ha presentato ricorso: vogliono rifare il processo".