Besana

Pro loco e Amministrazione comunale hanno reso omaggio al garibaldino

Cerimonia all’interno del cimitero del capoluogo dedicata a Giovanni Viganò

Pro loco e Amministrazione comunale hanno reso omaggio al garibaldino
Pubblicato:

Una speciale cerimonia all’interno del cimitero di Besana in Brianza questa mattina, mercoledì 26 gennaio 2022. Pro loco e Amministrazione comunale hanno reso omaggio a Giovanni Viganò, morto in città esattamente cento anni fa, il 26 gennaio del 1922. E’ stato un cittadino, come soleva definirsi, che amava il bene generale, «simbolo di quel patriottismo che nella seconda metà del 1800 aveva animato molti lombardi e tra questi anche numerosi besanesi», come spiegato dal presidente della Pro Loco Angelo Viganò, discendente del Viganò che combatté al fianco di Garibaldi per l’Unità d’Italia. A lui si deve la ricostruzione della storia del garibaldino.

Il sogno dell'Italia

Nato il 16 novembre 1840 in un locale del Mercantone, (cortile di Besana superiore), fino a 19 anni Viganò si dedicò al lavoro, imparando il mestiere di famiglia, il falegname, frequentando varie botteghe, non tralasciando lo studio del disegno, presso l’accademia di Brera.
Venne il ‘59 e la guerra tra austriaci e piemontesi: iniziò così la sua avventura. Si arruolò nei Cacciatori delle Alpi, corpo di volontari al comando di Garibaldi, e con l’arrivo della pace il 13 ottobre dello stesso anno fu congedato. Un’esperienza breve, ma fondamentale per la nascita in lui di un ideale, che allora era ancora un sogno: l’Italia.
Nell’aprile del 1860 venne a sapere dell’intenzione di Garibaldi di organizzare una spedizione in Sicilia dove erano scoppiati i primi movimenti insurrezionali. A Besana persuase tre altri giovani della sua classe a partire. Arrivati alla prima tappa a piedi, Milano, loro desistettero mentre Viganò proseguì verso Genova e da lì fino a Messina a bordo di un bastimento inglese. Nella città sicula si formò il suo battaglione detto Bersaglieri della Brigata Eber.

Il ritorno a Besana in Brianza

Dopo aver combattuto nelle campagne del ’59, ’60, ’66 e ’70 ed aver dedicato all’Unità d’Italia tredici anni della sua vita, la sera del 23 dicembre 1871, dopo lunghe peripezie, da Roma tornò a Besana.
Anche per la città Viganò si spese molto. Dal 1873 al 1877 prese il contratto con il Comune per l’Esattoria e nel 1896 costruì, sempre per conto del Comune, la strada che porta al cimitero. Ebbe inoltre diverse mansioni gratuite: fondatore e consigliere della Società Operaia; membro per tanti anni della Congregazione di Carità; presidente della Società del Gas dal 1900 al 1908; assessore comunale e fu uno dei maggiori sostenitori del progetto del nuovo viale della stazione.
«Della mia esistenza sono abbastanza soddisfatto», scrisse Giovanni Viganò sul diario della sua vita.

Seguici sui nostri canali
Necrologie