Ennesimo rinvio

Processo per il treno “fantasma”, incombe il rischio della prescrizione

Si tornerà in aula il prossimo novembre, a più di cinque dal deragliamento del convoglio che, miracolosamente, causò solamente il ferimento di una persona

Processo per il treno “fantasma”, incombe il rischio della prescrizione

Un rinvio di altri sette mesi per il processo del “treno fantasma” fatto deragliare a Carnate ormai quasi cinque anni fa, ad agosto 2020. Ancora un lungo slittamento, dunque, dovuto a un cambio della composizione del collegio giudicante, arrivato dopo l’udienza mancata nove mesi fa a causa dello sciopero degli avvocati.

Treno “fantasma”, c’è il rischio della prescrizione

Il rischio prescrizione si fa più concreto, in un procedimento che non riesce a partire e che, per rimanere in tema, ha subito molti rallentamenti, a partire dalle complicazioni del periodo Covid, e dalle lungaggini per la complessità degli accertamenti tecnici richiesti in fase di indagine. Si tornerà dunque in aula il prossimo autunno, a oltre cinque anni da quella che poteva essere una tragedia. E che invece è stata fortunatamente solo sfiorata.

Il treno deragliato a Carnate

I fatti, dicevamo, erano avvenuti ad agosto del 2020. Il regionale Milano Porta Garibaldi-Paderno D’Adda, mentre era fermo al binario di Paderno, si avviò a seguito di un guasto al sistema frenante, dopo essere stato lasciato incustodito dal macchinista e dal capotreno. Oltre a questi due (Mauro Zorzan e Massimiliano Torre) sono coinvolti anche due membri della squadra manutentiva (Francesco Cirillo e Livio Romano), accusati di non aver sottoposto a revisione l’impianto frenante, poiché non si sarebbero accorti di un malfunzionamento dello stesso, nonché due figure dirigenziali di Trenord, Giorgio Colombo (direttore della manutenzione) e Giancarlo Devichic (responsabile del deposito locomotive Milano Fiorenza).

I capi d’accusa

Per questi ultimi l’accusa è di “frode in processo penale e depistaggio” poiché, “intuita la causa del guasto, al fine di ostacolare le indagini sul disastro ferroviario”, avrebbero fatto “rimuovere”, e poi avrebbero “occultato” i pezzi malfunzionanti del sistema frenante. Il treno era stato condotto da remoto, ed era stato fatto deragliare su un binario morto a Carnate. Il bilancio, miracolosamente, fu di un solo ferito: un nordafricano che si era addormentato sul treno e che, nel frattempo, è deceduto per altre cause.