Profughi a Briosco, l'attivista: "Spezziamo i pregiudizi"
Vittorio Fera, casa a Fornaci, nel 2015 era stato arrestato in Cisgiordania perchè documentava una manifestazione
Il caso legato all'arrivo dei profughi in via Verdi ha tenuto banco in questi giorni a Briosco. Ne ha parlato anche l'attivista Vittorio Fera, classe 1983, casa nella frazione di Fornaci.
Profughi a Briosco, parla l'attivista
Con i suoi occhi ha visto come si vive in un clima di guerra e violenza. Lo ha anche sperimentato sulla sua pelle: nel 2015 era stato arrestato in Cisgiordania mentre documentava con una telecamera una manifestazione nel villaggio palestinese di Nabi Saleh. L’attivista Vittorio Fera ha dedicato un suo contributo a quanto sta accadendo in paese. Lo riportiamo integralmente di seguito.
"Da qualche giorno a Briosco si respira aria di turbamento: la quiete del piccolo comune è compromessa dalla notizia che 14 "profughi" sono in arrivo per essere ospitati in alcuni appartamenti di via Verdi. Profughi, ossia citando il dizionario "Persona costretta ad abbandonare la sua terra, il suo paese, la sua patria in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali, oppure a cataclismi come eruzioni vulcaniche, terremoti, alluvioni e carestie". 14 esseri umani su un comune di altrettanti 6000".
"Subito si sono alzate le voci contrarie all'accoglienza, cavalcate da gruppi politici xenofobi come Lega e Fratelli d'Italia, con tanto di presidi con striscioni dove addirittura compariva il ritratto di Salvini e la scritta "Salvini aiutaci". Mi chiedo "Aiutaci a fare cosa esattamente??" Aiutaci a chiudere porte e porti in faccia a chi scappa da guerre, persecuzioni e povertà? Aiutaci a non rispettare le convenzioni internazionali sul diritto di asilo che abbiamo ratificato?"
"Pare che gli immigrati siano il parafulmine perfetto"
"Le politiche anti-immigrazioniste ci stanno mettendo gli uni contro gli altri, utilizzando subdolamente i migranti come arma politica per distogliere l'attenzione dai veri problemi: siamo frustrati e soffocati dalla crisi economica che ha ridotto i nostri stipendi e aumentato le nostre tasse? Colpa degli immigrati. Le nostre cittá sono meno sicure e la criminalità è in aumento? Colpa degli immigrati. I nostri anziani non sono tutelati e le case popolari non vengono assegnate a chi ne ha bisogno? Colpa degli immigrati".
"Pare che oramai gli immigrati siano il parafulmine perfetto per ogni tipo di problema e frustrazione. Già anche il fatto stesso di chiamarli “immigrati” fa parte di un processo di disumanizzazione diffuso da media e politica per evitare di vederli umanamente individui come noi. Quanto conosciamo le loro storie personali? Quanto siamo consapevoli dei motivi che li hanno costretti a lasciare le loro case? Quanto siamo consapevoli del fatto che la politica europea ha deciso che non ci sono vie legali di migrazione né per chi scappa da guerre e persecuzioni, né per chi cerca un futuro migliore per sé stesso e la sua famiglia?".
"Spezziamo i pregiudizi"
"L’empatia verso altri esseri umani è il motore per abbattere tutte le barriere e i muri sia fisici che mentali che ci circondano. Una comunità solidale fondata sull’empatia e il mutualismo è molto meno fragile di una basata sull’individualismo. Per questo sono in atto processi di frammentazione sociale e viene gettata benzina sul fuoco della “guerra tra poveri”. Noi dobbiamo “spezzare questi pregiudizi” e smontare la narrazione tossica che viene fatta sull’immigrazione. E’ importante considerare che l’accoglienza non è una “gentile concessione” ma un diritto sancito da leggi internazionali, che lo Stato italiano ha firmato e si è impegnato a rispettare. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento, alla salute all’educazione al lavoro. Questi diritti sono la base fondamentale per costruire una comunità civile. Nel momento in cui questi diritti sono negati a qualcuno significa che sono a rischio i diritti di tutti. Perché i nostri diritti diventano privilegi e quindi così come li abbiamo ricevuti così, di punto in bianco, ce li possono negare".
"Come dice Martin Niemöller "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare". Ecco perchè bisogna ristabilire la verità sull’immigrazione e creare comunità solidali con porte e porti aperti, perché la vita è una ruota e la storia lo ha dimostrato: sono in pericolo i diritti di tutti".