La rinascita dopo le dimissioni

«Ricomincio da Arcore»

Da qualche giorno è entrata in servizio in città la dottoressa Rossana Vivona

«Ricomincio da Arcore»
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Per diversi mesi ha subito violenze fisiche, verbali e psicologiche da parte di alcuni suoi pazienti mentre esercitava il suo ruolo di medico di medicina generale in un comune della Brianza. Ripetute aggressioni che la portarono, nel 2022, alla clamorosa decisione di appendere il camice bianco al chiodo per paura nel continuare ad esercitare la professione alla quale ha dedicato tutta la sua vita.

«Ricomincio da Arcore»

Successivamente fu una delle promotrici del primo corso di difesa personale organizzato dall’ordine dei medici della Lombardia in collaborazione con la Questura. Ed ora, dopo due anni vissuti nell’incubo, la dottoressa Rossana Vivona ha deciso di ricominciare proprio da Arcore, accettando di tornare ad esercitare la professione a contatto con i pazienti. Una storia di rinascita e di riscatto quella che vi stiamo per raccontare e che ha per protagonista la dottoressa che da qualche settimana ha iniziato ad esercitare nuovamente la professione negli studi di via Gilera 102, sopra la farmacia.

«Dopo le mie dimissioni ho potuto continuare a svolgere la professione solamente come supplente - ha sottolineato la professionista - Prima di approdare ad Arcore ho svolto l’attività a Bernareggio e a Ornago. Ora, finalmente, dopo mesi di calvario, sono ritornata titolare e questo mi riempie di gioia».

Il racconto delle difficoltà vissute

La dottoressa, che prima di diventare medico di base ha svolto l’attività di medicina interna in ospedale (specializzata in neuro radio diagnostica, cioè di risonanza magnetica dell’encefalo e del midollo spinale) ha voluto ripercorrere questi anni difficili per via degli attacchi subiti. Un vero calvario che vuole dimenticare in fretta.

«Sono stata vittima di ripetuti attacchi da parte dei pazienti e loro parenti, perché non potevo prescrivere un accertamento - ha sottolineato la donna - Bastava una ricetta non scritta, perché la richiesta non è conforme alle normative e competenze del medico e scattava la violenza: aggressione fisica, auto vandalizzata a calci e pugni, lancio di lattine. Insomma ho dovuto subire di tutto, se ci ripenso mi vengono i brividi. Ancora oggi, quando mi trovo in ambulatorio, se trovo davanti a me un paziente che alza la voce o che urla mi sento a disagio... ».

In quelle settimane alcuni suoi assistiti si lasciarono andare a urla nei suoi confronti, con la pretesa di essere subito visitati, o lamentando ritardi nella preparazione delle ricette, scaricando su di lei la loro frustrazione. Episodi che portarono la donna a denunciare le violenze subite ai carabinieri. E questi ultimi che decisero di fornirle anche la scorta per qualche mese. Successivamente la professionista fu una delle promotrici del primo corso di autodifesa personale per medici organizzato dai medici della Lombardia con la Questura.

«E’ stata una bella esperienza che sicuramente mi ha aiutata a superare le paure - ha continuato la donna - Sono davvero contenta di essere approdata ad Arcore. Spero di tornare presto alla normalità e a poter svolgere la mia professione in piena tranquillità senza rischio per la mia incolumità. Purtroppo le statistiche parlano chiaro: ci sono molti colleghi che subiscono quotidianamente violenze ma che non hanno il coraggio di denunciare per timore di ritorsioni».

Gli arcoresi che volessero scegliere la dottoressa come medico di base potranno avanzare la richiesta direttamente in farmacia mentre i non arcoresi dovranno chiederle direttamente alla dottoressa il permesso per essere accettati come pazienti.

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