"Sono un compagno come voi", quella volta di Berlusconi alla Festa dell'Unità
Nel lontano 1977, in via San Martino, a pochi passi dalla sua dimora, l'ex premier fece uno show alla festa dell'Unità
A poche ore dalla morte di Silvio Berlusconi emergono aneddoti e testimonianze sulla presenza dell'ex premier ad Arcore.
Ad Arcore tutti hanno sentito parlare di quella volta in cui Silvio Berlusconi andò a far visita ai comunisti in festa accampati sotto le finestre di Villa San Martino. Passata di narratore in narratore, la storia del "compagno Cavaliere" si è comprensibilmente trasformata nel tempo, enfatizzata, colorita di bizzarrie, distorta fino ad assumere una dimensione quasi "mitologica", a cavallo fra realtà e favola.
Siamo alla fine degli anni '70
Siamo alla fine degli anni Settanta (impossibile risalire esattamente all'anno, forse il 1977 o il 1978). A quell'epoca Berlusconi è un nome già noto nel panorama dell'imprenditoria meneghina. Ancora non ha varcato la soglia del mondo della televisione e dell'editoria, del Milan è ancora solo un semplice tifoso, ma è un costruttore intraprendente, capace di clamorose operazioni come quella che ha condotto alla nascita di Milano 2. E' famoso, ma a livelli ancora lontani anni luce dal boom mediatico che lo farà emergere con impeto negli anni Ottanta.
Una sera di luglio, un caldo afoso e...
Ha da qualche anno stabilito la propria residenza in città. Davanti alla successivamente ribattezzata Villa San Martino, dove ai giorni nostri sorgono un giardinetto per i bimbi e una pista di pattinaggio dismessa da anni, in quegli anni c'era solo un ampio terreno agricolo: proprio lì, d'estate, la sezione cittadina del Partito comunista organizzava una delle più grandi e partecipate feste dell'Unità della zona.
Una sera di luglio accade l'imprevedibile. Forse a causa del gran caldo, il Cavaliere, insonne, decide, infatti, di uscire dal suo "castello", attraversare la strada e intrufolarsi nel capannello dei "rossi".
Berlusconi e Confalonieri, show in piena regola
Era da poco passata la mezzanotte, ma c'era ancora un'afa incredibile. Era una sera infrasettimanale, quindi non c'era in giro molta gente. A un tratto, accompagnato da Fedele Confalonieri, che però se ne stava qualche metro più indietro, quasi avesse un certo timore, è arrivato Berlusconi con camicia azzurra e pantaloni corti. Senza alcuna esitazione si era piazzato in mezzo alla folla e aveva iniziato a parlare del più e del meno. Il pretesto era quello di lamentarsi perché con la musica faceva troppo rumore. Ma molti sostengono che fu solo una scusa.
"Sono uno di voi, cresciuto sulle ginocchia di Nenni"
E, infatti, anche in quell'occasione ha dato vita a uno degli «show».
"Sono un compagno come voi, sono cresciuto sulle ginocchia di Nenni", esclamò Berlusconi, tra la meraviglia dei presenti. Era convinto, narrano i racconti, che il Pci, dopo il compromesso storico firmato da Berlinguer, stesse sbagliando su tutta la linea: la vera risposta, secondo lui, erano i socialisti. "Io sì che sono un vero riformista, voi siete degli stalinisti", ammiccava sorridendo, mentre già tesseva le lodi di Bettino Craxi, a suo dire il vero uomo nuovo della politica italiana.