Una vicenda anche un po' vimercatese

Tenta di sposarsi per la seconda volta, Vattimo bloccato dalla sindaca di un paesino

Ennesimo colpo di scena nella vicenda che vede coinvolto anche il vimercatese Roberto Rampi

Tenta di sposarsi per la seconda volta, Vattimo bloccato dalla sindaca di un paesino
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Ancora un «no», il secondo, al matrimonio. Ancora una denuncia, anzi due. E ancora un capitolo, il terzo, di una vicenda che si candida ormai a diventare una trama di un romanzo, che coinvolge anche l’ex sindaco di Vimercate ed ex parlamentare Roberto Rampi.

Tenta di sposarsi per la seconda volta, Vattimo bloccato dalla sindaca di un paesino

La storia è quella che avevamo già raccontato a più riprese e che riguarda Gianni Vattimo. Il noto filosofo tornese, 86 anni, di Rampi, laureato in filosofia, è amico di lunga data. Un legame forte tanto che quando l’ex vicesindaco, a inizio dicembre scorso, gli aveva fatto visita nella casa di Torino, Vattimo gli aveva rivelato di volersi unire in matrimonio con il collaboratore e compagno Simone Caminada, di mezzo secolo più giovane.

«Perché non ci sposi tu?», aveva proposto Vattimo a Rampi. L’ex parlamentare aveva accettato, rilanciando: «Lo faccio, ma nella mia Vimercate». I due compagni avevano accettato di buon grado; Rampi si era quindi messo in moto per avviare le pratiche a Spazio Città.

A quel punto il primo colpo di scena: gli addetti dello Stato civile avevano svolto le verifiche di routine prima di concedere il nulla osta. Ed era emerso che Caminada era a processo a Torino con l’accusa di circonvenzione di incapace proprio nei confronti di Vattimo.

Le nozze vimercatesi saltate...

Informata dei fatti, la vicesindaco di Vimercate Mariasole Mascia, che tra le sue deleghe ha anche i Servizi demografici, non aveva potuto far altro che informare la Procura di Torino della richiesta di nozze. Il procuratore a metà dicembre aveva quindi intimato lo stop all’unione in attesa della sentenza.

Secondo capitolo: passano un paio di mesi e a febbraio si conclude il processo di primo grado a carico di Caminada con la condanna a due anni per circonvenzione di incapace. Un pronunciamento che, si credeva, avrebbe dovuto mettere una pietra tombale anche sulla vicenda del matrimonio. Ed invece Vattimo aveva ribadito l’intenzione di volerci riprovare respingendo in toto le accuse a carico del compagno. Una volontà appoggiata anche da Rampi, convinto anch’egli dell’assoluta buona fede di Caminada.
E ora si scopre che quelle del filosofo non erano solo parole. Tramontata l’ipotesi Vimercate, serviva una nuova location, possibilmente lontana dai riflettori.

Nozze annullate per la seconda volta

Terzo capitolo: il 3 marzo (ma si è scoperto solo nei giorni scorsi) una delegazione di sei persone, tra le quali i due aspiranti sposi, la mamma e uno zio di Caminada, Rampi (non più in qualità di officiante, ma di testimone) e un intermediario, bussano alla porta dell’ufficio di Valeria Olivieri, sindaca di Occimiano, paesino di poco più di mille anime in provincia di Alessandria. L’intermediario nei giorni precedenti aveva preso contatti con la prima cittadina annunciando la visita di Vattimo e amici per concordare le nozze. Il luogo sarebbe stato consigliato dallo stesso intermediario che in quel paesino aveva già organizzato un’altra unione civile.
Un colloquio cordiale quello del 3 marzo, ma la sindaca racconta poi di aver avvertito strane sensazioni dal comportamento di Vattimo, lasciando intendere che non fosse pienamente lucido. Avvia alcune verifiche, scoprendo quanto accaduto alcuni mesi prima a Vimercate e soprattutto venendo a conoscenza della sentenza a carico di Caminada. Contatta quindi i carabinieri.

Risultato: nozze annullate per la seconda volta e nuova indagine della Procura, questa volta di Vercelli, a carico di Caminada e dell’intermediario, tal Tullio Romussi.

Rampi difende l'amico filosofo

Nessuna conseguenza per Rampi, che però non ci sta e torna a difendere l’amico filosofo e la sua intenzione di unirsi ufficialmente con il compagno.

«Sono uscito da quell’incontro del 3 marzo con il sindaco del paesino assolutamente tranquillo - ha raccontato - E’ stato un colloquio sereno e cordiale. La sindaca aveva dato massima disponibilità. Mai mi sarei aspetto quello che è accaduto dopo con la segnalazione ai carabinieri e le denunce».

Un’assurdità secondo l’ex vicesindaco di Vimercate.

«Non mi risulta che la sentenza a carico di Caminada impedisca l’unione civile - ha proseguito - Il comportamento della sindaca, che avrebbe dovuto semplicemente attenersi alla normativa e non interpretarla, non è comprensibile. Purtroppo attorno a questa vicenda si è creato un caso che non ha ragion d’essere. Chi non la conosce a fondo si è fatto l’idea che ci sia una persona che voglia unirsi civilmente con un’altra per un mero interesse economico. Invece non è così. Il vero motivo è che Vattimo non ha parenti diretti che possano prendesi cura di lui. Se domani avesse bisogno di assistenza medica o fosse ricoverato in ospedale, chi da anni gli sta vicino non potrebbe farlo. E Vattimo si troverebbe anziano e solo. Per questo motivo non ho alcun ripensamento rispetto a quanto fatto. Se domani mi chiedessero nuovamente di dare loro una mano e di far da testimone all’unione, lo farei senza remore».

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