Rielaborazione del possibile tracciato

Tracciato tratta D breve di Pedemontana, il sindaco di Agrate "Un incubo che potrebbe diventare realtà"

Lungo sfogo su Facebook da parte del primo cittadino Simone Sironi. Gli fa eco il sindaco di Bellusco.

Tracciato tratta D breve di Pedemontana, il sindaco di Agrate "Un incubo che potrebbe diventare realtà"
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Si torna a parlare della tratta D breve di Pedemontana. Nelle scorse ore infatti il sindaco di Agrate Brianza Simone Sironi è tornato sull'argomento dopo aver ricevuto, qualche giorno fa, da parte di Autostrade Pedemontane Lombarde una rielaborazione del tracciato della Tratta D breve effettuato sulla base - spiega Sironi - di uno "studio di fattibilità (Alternativa progettuale 3) datato gennaio 2021".

Tracciato della tratta D breve, il sindaco di Agrate "Un incubo che potrebbe diventare realtà"

"Uno scempio! - ha esordito commentando la rielaborazione - Non c’è altra parola per indicare quanto vediamo in questa immagine (foto di copertina ndr). E’ la devastazione del nostro territorio. Purtroppo questo è un incubo che potrebbe diventare realtà".

"La lunga e larga (in alcuni casi oltre 75 metri) linea bianca rappresentata è il risultato di una rielaborazione di come ci immaginiamo possa essere il “tracciato” della Tratta D Breve di Pedemontana sulla base “studio di fattibilità – Alternativa progettuale 3 – datato gennaio 2021” che solo qualche giorno fa è pervenuto da parte di Autostrade Pedemontane Lombarde al Comune di Agrate Brianza, come semplice allegato ad una richiesta di verifica dei sotto servizi presenti nella zona. E’ lo stesso studio di fattibilità che in queste settimane alcune amministrazioni avevano insistentemente richiesto ufficialmente a APL (unitamente ad altra documentazione in loro possesso come “l’analisi dei costi benefici delle ipotesi alternative di realizzazione della tratta D lunga e della tratta D breve” e “l’aggiornamento dello studio di traffico che tenga conto dei nuovi effetti della pandemia da Covid-19”) per poter cercare di capire, approfondire, conoscere, essere consapevoli dello scempio che stanno progettando a danno del nostro territorio senza aver mai averlo presentato, condiviso o discusso con chi lo amministra e vi abita. E’ lo stesso studio di fattibilità di cui è stata tenuta all’oscuro anche la Provincia di Monza e Brianza che, per ammissione del Presidente stesso, non lo avrebbe mai visto ne’ ne sarebbe mai venuta in possesso . E’ lo stesso studio di fattibilità che Regione Lombardia non ha mai voluto condividere con il territorio e che in questi mesi sta invece usando per portare avanti la progettazione definitiva della Tratta D Breve"

Per Sironi un danno alla natura

Per Sironi questo tracciato non farebbe che danneggiare qualcosa che i sindaci e le istituzioni locali hanno con forza e impegni cercato sempre di preservare negli anni, la natura.

"Ora, però, questo “tracciato” lo possiamo vedere tutti attraverso questa rielaborazione - spiega Sironi. Lo possiamo vedere non su una tavola bianca di progetto ma rappresentato su immagine colorata di quella vasta porzione del nostro territorio che, per ora anche nella realtà ma in un prossimo futuro probabilmente solo nei nostri ricordi, è ancora pieno di natura e di verde: piante, prati, animali, attività, cascine, Parco Agricolo Nord Est. Tutto ciò che le persone, i cittadini, le Amministrazioni locali hanno da sempre cercato di tutelare e custodire con impegno umano e economico, passione, dedizione".

"Dove sta il rispetto per le Istituzioni?"

Il sindaco di Agrate non risparmia critiche parlando di un procedimento che non rispetta le Istituzioni e soprattutto i cittadini.

"Quello a cui stiamo assistendo, quasi impotenti, è un procedimento scorretto sotto tutti i punti di vista. Dove sta il rispetto per le Istituzioni? Dove è finito il rispetto nei confronti dei cittadini, del loro presente e del loro futuro? Regione Lombardia dimostra nei fatti di non averne, nei confronti di nessuno. Migliaia di persone avranno la loro esistenza modificata negativamente da una scelta che non hanno neppure potuto conoscere: tra questi, soprattutto bambini, bambine, ragazzi e ragazze a cui vengono tolti il verde e la natura sotto casa per trovarsi stretti dentro la morsa di un’ulteriore arteria di cemento. Come se quelle già esistenti non bastassero a danno della qualità della vita e della salute di tutti. Il tracciato che vogliono realizzare devasta ulteriormente territori che non sono stati minimamente coinvolti nella genesi dell’opera e che già negli ultimi anni hanno visto realizzare infrastrutture che hanno deturpato le aree libere, modificato la viabilità non certo a miglioramento della sostenibilità ambientale e delle comunità che vi abitano".

"Pedemontana  - prosegue Sironi in un lungo sfogo su Facebook - doveva essere un “collegamento autostradale” che sarebbe dovuto andare da Dalmine al Valico del Gaggiolo e che, proprio per questa funzione di collegamento, era stato autorizzato. In realtà sappiamo ora che si innesterà sulla A4 lontano da Dalmine e senza arrivare al Valico del Gaggiolo. Correrà parallelamente ad un’altra arteria ad alto scorrimento già esistente, la tangenziale-est A51 , che però non fa parte del sistema autostradale e che, quindi, non viene considerata nel progetto.

Tutto questo realizzando, tra l’altro, uno svincolo grande quanto la zona centrale della frazione di Omate.

E’ evidente quale sia il fine non dichiarato di questa operazione: dirottare sull’ennesima strada a pedaggio (cioè a pagamento) un traffico locale che ormai ha direttrici completamente diverse da quelle previste trent’anni fa quando si cominciò a “parlare” di certi sviluppi viabilistici.

La richiesta di un tavolo di confronto

Sironi torna dunque a ribadire la necessità di un tavolo di confronto e discussione.

"Noi questo incontro lo esigiamo: vogliamo un tavolo di confronto e discussione per poter essere messi a conoscenza di quanto stanno decidendo di fare sperando di trovarci inerti. Ci sentiamo impotenti di fronte a tutto questo, ma non li staremo a guardare mentre distruggono il nostro territorio senza fare niente. Che cosa potremo fare, che margine di intervento ci possa effettivamente essere, lo sapremo solo quando avremo le carte su un tavolo e delle persone che abbiamo il coraggio di spiegarcele guardandoci negli occhi e non nascondendosi dietro rare comunicazioni burocratiche

A quel punto potremo dire a tutti i cittadini dei nostri Comuni che cosa saremo intenzionati a fare, sperando di costruire una forma di resistenza contro quello che si preannuncia come un vero e proprio sopruso subdolo, prepotente e arrogante.

Intanto approfittiamo di queste belle giornate estive, nelle ore meno calde, per uscire e percorrere a piedi o in bicicletta qualche tratto di quei sentieri, boschi e campagne che potremmo non avere più. Godiamo della loro bellezza e prepariamoci a difenderla in tutti i modi che saranno possibili".

Lo sfogo del sindaco di Bellusco

Al lungo sfogo di Sironi si è aggiunto nelle ultime ore anche quello del sindaco di Bellusco, Mauro Colombo:

"Un tracciato che non hanno neppure avuto il coraggio di presentare ma che arriva in un Comune come allegato ad una richiesta di verifica dei sottoservizi - ha scritto Colombo. La stessa procedura per una asfaltatura. Questa è l’attenzione che si riserva a centinaia di migliaia di persone che avranno la loro esistenza modificata da una scelta che non hanno neppure potuto conoscere. Un tracciato che coinvolge territori che non sono stati minimamente coinvolti nella genesi dell’opera, che in questi stessi anni hanno visto realizzare infrastrutture che hanno devastato le poche aree libere, che hanno modificato viabilità e sostenibilità di intere comunità"
"Un tracciato - prosegue Colombo - che con le sue opere connesse crea cesure, consuma il poco suolo libero nella Provincia più urbanizzata d’Italia, che non prevede più le seppur minime compensazioni che, per legge, dovrebbero andare a limitare il danno che una tale arteria comporterà. Ancora una volta la Giunta regionale sfugge al confronto nascondendosi dietro ad una società operativa che è di sua proprietà, di cui nomina gli amministratori, di cui approva i bilanci e a cui concede i finanziamenti o le fideiussioni necessarie perché l’opera venga realizzata. Ci abbiamo provato attraverso un confronto istituzionale per ora negato. Era solo il primo passo delle azioni che siamo chiamati a mettere in atto per difenderci da un Ente che non ha alcuna intenzione di condividere le scelte che riguardano il futuro di tutti".
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