Misinto

Trecentomila euro per donare gioia e accendere la speranza

L’associazione misintese Insieme per Fily ha consegnato un assegno da 90mila euro all’Istituto dei tumori di Milano, proseguendo il progetto benefico iniziato cinque anni fa

Trecentomila euro per donare gioia e accendere la speranza
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La perdita di un figlio è un dramma talmente contro natura, una tragedia così impensabile che il dolore provato da un genitore non può che opprimere, diventare insopportabile a tal punto da togliere il respiro e da schiacciare il cuore.
Ma chi il cuore ce l’ha grande, anzi enorme, riesce inspiegabilmente, nonostante la ferita non si possa mai rimarginare, a non ripiegarsi su se stesso, a pensare a chi sta vivendo la sua stessa situazione, ai tanti bambini e ragazzi che stanno lottando contro un tumore, magari proprio contro la stessa tremenda malattia che ha strappato alla vita suo figlio.
E così, in maniera disarmante, riesce nella difficilissima impresa di sublimare il dolore e di trasformarlo in amore, in voglia di aiutare chi sta soffrendo. E anche in un impegno costante, affinché in futuro, grazie alla ricerca, sempre più bambini possano vincere la battaglia contro la malattia.

Trecentomila euro per donare gioia e accendere la speranza

E’ quello che da cinque anni stanno facendo Antonio Finocchio e Armida Pancari di Misinto, papà e mamma di Filippo Finocchio, talentuoso calciatore scomparso il 16 febbraio 2018, a soli 15 anni, a causa dell’osteosarcoma. Dopo la sua morte i genitori hanno fondato l’associazione Insieme per Fily, per tenere vivo il suo ricordo, per donare sorrisi ai bambini del settimo piano dell’Istituto dei tumori di Milano, ma anche per supportare e assistere concretamente le loro famiglie.
E in cinque anni, affiancati da un «esercito» di instancabili e generosi volontari, hanno svolto un lavoro immenso, raggiungendo traguardi impensabili per una piccola onlus partita da zero. In tutto, donazione dopo donazione, sono stati consegnati ben 300mila euro all’Istituto dei tumori. L’ultima somma, pari a 90mila euro, è stata versata giovedì 16 febbraio, il giorno del quinto anniversario della scomparsa di Fily.

"Come se Filippo rivivesse in ognuna delle donazioni"

Una data che unisce dolore e speranza, morte e rinascita, «perché è come se Filippo rivivesse in ognuna di quelle piccole o grandi donazioni che le persone fanno a favore della nostra associazione. Come diceva Madre Teresa di Calcutta quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno», afferma papà Antonio. Non può che ringraziare tutti i volontari che solo nel 2022 hanno donato oltre 1.700 ore, permettendo di realizzare 12 progetti e iniziative, con oltre trenta stand e giornate di presenza sul territorio. Ma è immensamente grato anche verso coloro che sostengono la onlus, chi da sempre, chi da poco tempo, chi da vicino e chi da altre regioni d’Italia, chi aderendo alle iniziative e chi devolvendo il cinque per mille: «Senza il contributo di tutti non saremmo mai riusciti a raccogliere queste 300mila “goccioline” di speranza».

La speranza di non veder più bambini soffrire, riposta anche in un nuovo farmaco che possa sconfiggere l’osteosarcoma metastatico, ovvero lo stadio più avanzato e aggressivo della malattia, che dopo aver colpito le ossa intacca anche i polmoni, non lasciando scampo.

Gli obiettivi

«L’obiettivo è quello di adottare un nuovo protocollo che consenta di affrontare la malattia una volta che l’intervento alle ossa e le chemioterapie non sono più sufficienti - spiega Finocchio - La ricerca, che coinvolge vari Istituti, verrà centralizzata a Milano, dove verranno effettuati gli esami istologici sui tumori che colpiscono i ragazzi, in modo da analizzarne le caratteristiche e individuare i tratti comuni, per poi progettare un farmaco adeguato». Uno studio, sottolinea Finocchio, «che va attivato il prima possibile, perché più tempo perdiamo più aumenta la possibilità di perdere delle giovani vite».

Un aiuto potrebbe arrivare anche dal Senato

«Il 2 marzo dell’anno scorso fui ospitato a Roma dagli allora senatori Massimiliano Romeo e Sonia Fregolent, coi quali discutemmo dei decreti attuativi della Legge Lorenzin, ferma ormai da quattro anni, e sulla possibilità di un fondo nazionale a sostegno della ricerca per i tumori pediatrici - conclude - Dopo le elezioni politiche, Romeo, che è stato confermato capogruppo della Lega in Senato, mi ha assicurato che avrebbe portato la questione all’attenzione del ministro della Salute Orazio Schillaci. Sarebbe un altro importante e concreto passo sulla lunga strada della lotta ai tumori pediatrici. Tutti insieme riusciremo a tagliare il traguardo. L’unione fa la forza».

Dopo la «Stanza 14» arriva il progetto per assistere i piccoli pazienti h24

Una stanza speciale al settimo piano dell’Istituto dei tumori di Milano, in cui i genitori del bambino possono stargli a fianco e dargli coraggio nei momenti più duri e dolorosi della malattia. In cui tutta la famiglia si può fare forza a vicenda, trascorrendo insieme il maggior tempo possibile.

E’ il progetto «Stanza 14», concretizzato grazie alle raccolte fondi organizzate in ricordo della lentatese Eleonora Crusco, morta il 4 marzo 2019 a soli 27 anni a causa di un tumore. I famigliari hanno voluto devolvere il ricavato delle iniziative promosse in questi anni all’associazione Insieme per Fily, che ha pensato di finanziare la realizzazione di questa stanza particolare, «l’unica singola sul piano, con poltrona-letto, divano-letto, armadi, tavole e sedie, per permettere ai genitori del bambino di stare il più possibile insieme a lui», afferma Antonio Finocchio. Un grande grazie, oltre alla famiglia della giovane lentatese, va anche alla «Arredi 3N» di Giussano, «che ci ha fornito i mobili», e alla ditta di Misinto

«Il Pittore» di Silvio Spinelli, «che ha tinteggiato e decorato la stanza con disegni per rasserenare i piccoli pazienti».
Questa camera particolare è stata pensata per assicurare ai bimbi il miglior supporto possibile, in ogni momento della malattia.

Un progetto ambizioso

Nella stessa direzione va il prossimo ambizioso progetto dell’associazione, che consentirà ai medici di assistere i pazienti h24, dovunque si trovino. «L’idea è nata durante il periodo peggiore della pandemia da Covid-19, quando moltissime attività si facevano da remoto - spiega Finocchio - Ho pensato che sarebbe stato utile garantire ai bambini un supporto costante anche nei periodi in cui non sono ricoverati in Istituto, magari quando tornano a casa dopo il ciclo di chemioterapia, in qualunque regione d’Italia e anche all’estero, o quando sono in vacanza. Se il bambino dovesse stare male e avere delle complicazioni, magari alcune strutture ospedaliere non sono attrezzate come l’Istituto e non tutti i medici hanno competenze di oncologia pediatrica». Ecco quindi l’intuizione: «Attraverso degli appositi strumenti tecnologici i medici, anche se si trovano a un congresso o in ferie, possono accedere da remoto a un’apposita centralina collocata in Istituto, guardare la cartella clinica del paziente, valutare gli esami che sono stati fatti e nel caso prescrivere dei farmaci, comunicando direttamente con l’ospedale in cui il bambino è stato portato».

Per concretizzare il progetto, che sarà finanziato interamente da Insieme per Fily, è necessario acquistare il materiale tecnico sanitario, per un importo di circa 20-30mila euro. Fondamentale, inoltre, la disponibilità dei dottori dell’Istituto che hanno aderito, che si renderanno reperibili 24 ore su 24, a titolo gratuito. «Questa è la dimostrazione della passione e della dedizione con cui i medici svolgono questa professione. Grazie di cuore», conclude Finocchio.

Grazie alle protesi ora Paolo può sentire

A causa di un tumore al cervello aveva in parte perso l’udito. Grazie a Insieme per Fily, che gli ha donato delle protesi acustiche del valore di 5mila euro, ora finalmente Paolo, un ragazzo siciliano di quasi 19 anni che si sta curando all’Istituto dei tumori di Milano, può sentire.

«Grazie a questi strumenti ha recuperato l’udito e può seguire le lezioni universitarie - racconta Insieme per Fily - Siamo contenti per lui e per i suoi famigliari, che abbiamo aiutato fornendo vitto e alloggio durante la permanenza a Milano per le chemioterapie, anche attraverso l’appoggio di Casa Amica».

 

 

L’ex calciatore, l’arbitro internazionale e il campione di nuoto

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Marco Parolo

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Daniele Orsato

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Lorenzo Caronno

Marco Parolo, Daniele Orsato e Lorenzo Caronno sono entrati nella grande famiglia di Insieme per Fily, aggiungendosi alla nutrita schiera degli sportivi diventati testimonial dell’associazione, che si impegnano a diffondere i suoi valori e a promuoverne i progetti.

«Ho deciso anche io di appoggiare l’associazione, tutti insieme possiamo portare gioia ai bambini malati di tumore e alle loro famiglie e sostenere la ricerca sull’osteosarcoma», ha dichiarato Marco Parolo, ex calciatore di serie A e della Nazionale Italiana, oggi commentatore Dazn.

«Anche io sostengo la onlus da quando ho conosciuto Antonio Finocchio, papà di Filippo - le parole di Daniele Orsato, arbitro internazionale di calcio - Anche io, da papà, vedo oggi la vita con occhi diversi».

Con grande convinzione si è «tuffato» nel mondo della onlus anche Lorenzo Caronno, campione mondiale nei cento metri di Speed Apnea e atleta della Nazionale italiana di nuoto pinnato: «Faccio parte di Insieme per Fily e nel mio piccolo cercherò di dare un contributo a tutti i ragazzi che ne hanno bisogno».

Il concerto-spettacolo «Come una cometa»

Un evento live di beneficenza a sostegno dell’associazione, ma anche un tributo a tutti quei ragazzi seguiti dall’Istituto dei tumori che Antonio Finocchio ha incrociato sul suo cammino e che sono diventate delle stelle luminose. E’ stato un successo il concerto-spettacolo «Come una cometa», che si è tenuto il 22 e il 23 ottobre al Centro culturale Ferraroli di Cogliate. La musica travolgente dei Black Jack si è alternata a momenti di grande commozione, quando sono state raccontate le storie di Filippo Finocchio e di tanti altri ragazzi. Il titolo dell’evento è un omaggio a Cometa, la chihuahua che l’associazione aveva donato a Maria, una delle tante stelle in cielo.

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