Per non dimenticare

Trent’anni fa morivano Falcone e Borsellino, a Briosco due eventi per riflettere insieme

«Le due settimane della legalità: i diritti e i doveri spiegati ai giovani» è il titolo dell’iniziativa

Trent’anni fa morivano Falcone e Borsellino, a Briosco due eventi per riflettere insieme
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Sono passati trent’anni dal 1992 quando, a partire dal 23 maggio, con l’attentato di Capaci, e poi il 19 luglio con l’autobomba in via D’Amelio, Cosa Nostra attaccò lo Stato attraverso l’eliminazione dei due magistrati simbolo della lotta alla mafia: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un anniversario che a Briosco sarà celebrato a partire da lunedì 23 maggio, Giornata nazionale per la legalità, a lunedì 6 luglio.

Due settimane della legalità

«Le due settimane della legalità: i diritti e i doveri spiegati ai giovani» è il titolo dell’iniziativa organizzata in collaborazione con i Comuni di Besana in Brianza e Veduggio con Colzano. I primi due appuntamenti si terranno a Briosco. Lunedì 23, alle 18, il salone dell’oratorio di via Beato Angelico ospiterà la conferenza «Giornata della legalità, a 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio». Moderati da Maurizio Colombo, giornalista del gruppo editoriale Netweek e già responsabile della redazione del Giornale di Carate, interverranno l’ex magistrato Gherardo Colombo (cittadino onorario brioschese) e Marco Odorisio, questore di Monza e Brianza. Sono attesi anche rappresentanti politici regionali e provinciali. Al termine del dibattito, un momento dedicato alle giovani leve: saranno infatti consegnati le Costituzioni e lo Statuto regionale della Lombardia ai ragazzi che quest’anno hanno raggiunto o raggiungeranno la maggiore età.

Ragazzi protagonisti

Mercoledì 25 maggio, nella palestra di via Polo, il secondo momento, sempre dedicato ai giovani: gli studenti delle classi prime e seconde della secondaria di primo grado assisteranno a «Giovanni Falcone il dovere delle azioni», spettacolo teatrale offerto dal Comune che racconta il magistrato attraverso gli occhi di Vito Schifani, uno degli agenti della sua scorta.

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