Brutta notizia

Troppo inquinato, il Comune restituisce il terreno confiscato

Sopra avrebbero dovuto sorgere alloggi in housing sociale temporanei, ma la bonifica sarebbe troppo costosa

Troppo inquinato, il Comune restituisce il terreno confiscato
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Il terreno è troppo inquinato per poter essere utilizzabile in quanto troppo costosa sarebbe stata la bonifica. Il Comune di Monza restituirà all'Agenzia nazionale per i beni confiscati il terreno di via Marelli a San Fruttuoso.

Il terreno doveva essere un simbolo

Avrebbe dovuto essere un simbolo forte della lotta contro le mafie, ma purtroppo la bella idea della Giunta Pilotto si è scontrata con una imprevista realtà: l’area confiscata alla criminalità organizzata a Monza era in realtà completamente contaminata di rifiuti inquinanti. Tanto che ora - pur con un misto tra lo sconforto e il rassegnato - l’assessore al Bilancio Egidio Longoni ha annunciato che il Comune dovrà formalmente «restituire» l’area di via Marelli a San Fruttuoso allo Stato. Era la prima volta che Monza  iscriveva a patrimonio un bene proveniente dalla confisca alla criminalità organizzata.

«Abbiamo prima pulito la zona, investendo 30mila euro per rimuovere i rifiuti in superficie, ma quando dopo questa prima fase abbiamo effettuato dei carotaggi e delle indagini preliminari coi droni, purtroppo il reparto Ecologia del Municipio ha effettuato la scoperta: erano stati sversati nell’area abusivamente rifiuti speciali. Non era ovviamente una cosa che si poteva prevedere».
Secondo le verifiche effettuate dal Comune di Monza, l’area, che era stata sequestrata dopo la condanna del suo proprietario, aveva in realtà degli indici edificatori e aveva ospitato in passato un’attività.

Troppo inquinato per fare housing sociale

L’idea del Comune, infatti, era proprio quella di prevedere in quell’area un progetto di housing sociale, investendo i fondi ottenuti dai finanziamenti del Pnrr per 700mila euro. «Avremmo intrapreso opere per creare alloggi temporanei per capacità abitativa fino a 24 mesi per persone e famiglie che avevano necessità di protezione e in più in collaborazione con Libera avremmo voluto creare qualcosa su quel terreno che fosse simbolico perché lì vicino erano stati trovati i resti di Lea Garofalo», ha aggiunto Longoni.

Peccato che una preliminare indagine sui costi di bonifica abbia chiaramente fatto capire se fosse impossibile perseguire quella strada. «Parliamo di un costo di almeno un milione e mezzo di euro e il Comune non può investire quelle cifre per un terreno acquisito quando abbiamo già nostre aree come quella di via Galli-Colllodi o la ex Fossati Lamperti su cui da anni si attendono importanti e impattanti opere di bonifica», ha precisato il vicesindaco. Che ha già trovato anche un modo per non perdere alcuna opportunità. «L’area verrà resa allo Stato e sarà il demanio a quel punto ad affrontare l’eventuale costo di bonifica, noi comunque saremmo disposti a riprenderla se ci venisse restituita l’area sistemata, ma noi possiamo accollarci i costi di bonifica».

Si recupereranno alloggi inutilizzabili

Quanto all’housing sociale, anche per quello c’è già una soluzione. «L’idea è di orientarsi sulla ristrutturazione del centinaio di alloggi Sap oggi inutilizzabili, ma senza inserirli nella graduatoria, lasciandoli invece come soluzioni temporanee per situazioni di emergenza», ha chiosato Longoni. Da affrontare resta invece il nodo delle due persone che hanno occupato abusivamente l’area e ora ci vivono dentro. L’area è già stata recintata e i Servizi sociali stanno intervenendo per gestire la necessità.

Intanto l’Associazione Libera, pur nel dispiacere di quello che non si potrà concretizzare sull’area di via Marelli, non si arrende. all’idea di sensibilizzare sull’importante tema della legalità le nuove generazioni. «La prima sagoma di Lea Garofalo è già pronta, realizzata dagli studenti del Valentini, poi arriveranno quelle della mamma di impastato e molte altre. Lavoreremo per creare le statue delle donne che si sono opposte alle mafie e saranno simboli in via Marelli. Entro l’estate speriamo di poter deporre già la prima opera», ha spiegato Valerio d’Ippolito di Libera Monza e Brianza.

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