Trovata la famiglia del soldato che perse la piastrina in Russia
Renzo Sironi, monzese, è morto, ma il figlio riavrà il cimelio

Missione compiuta: la famiglia di Renzo Sironi, il soldato italiano, originario di Monza, che aveva perso la piastrina in Russia è stata trovata. A dicembre avevamo ospitato su Primamonza.it e sul Giornale di Monza l’appello di Jean-Loup Gassend, un medico legale svizzero con la passione per i cimeli storici che aveva ritrovato assieme al russo Valery la piastrina militare di un monzese sul Don in Russia, vicino al fiume, 80 anni dopo il conflitto mondiale.
La piastrina ritrovata in Russia
Subito Gassend, 39 anni, aveva ipotizzato che probabilmente il proprietario di quella piastrina, Renzo Sironi era riuscito a sopravvivere alla guerra e che quindi fosse tra gli italiani che erano tornati a casa dopo la terribile campagna di Russia. E così aveva iniziato a cercarlo, chiedendo aiuto anche alle nostre testate. Così avevamo condiviso il suo appello. E ci aveva visto giusto, perché Sironi non solo era tornato a casa, ma aveva anche avuto una famiglia e un’avviata officina e a Monza era quindi stato molto conosciuto. Non aveva però raccontato quasi a nessuno di essere stato un reduce della campagna di Russia. Rendendo così più difficile la ricerca. Ma adesso Gassend e Valery sono riusciti a entrare in contatto con il figlio Danilo Sironi e potranno spedirgli il cimelio del suo papà.
Chi è il soldato monzese
Sironi, classe 1921, figlio di Gerardo e di Anna Pozzi, titolare della matricola 17148/76/c inizialmente sembrava impossibile da rintracciare. Jean-Loup aveva inviato una lettera a tutte le persone chiamate Sironi, circa una decina, nella zona di Monza (città di provenienza indicata anche sulla piastrina). Aveva poi anche ottenuto una copia del suo ruolo matricolare dall'Archivio di Stato di Milano e lì aveva letto che era stato messo in «congedo» nel 1946.
Quando si trovano piastrine sui campi di battaglia - ci aveva spiegato il medico legale che si occupa di queste ricerche nel tempo libero - è prassi cercare di scoprire se il soldato è sopravvissuto alla guerra e trovare membri della sua famiglia per restituire i cimeli.
Così il franco-canadese di Losanna voleva fare anche per Sironi, con la complicità di un ragazzo di nome Valery Kolichev che era presente al ritrovamento avvenuto in Russia (anche grazie al suo metal detector). E’ raro trovare la persona ancora in vita, ma capita. «Una volta con un elmetto americano del 1944, ho trovato il soldato ancora vivo, ed è venuto a visitare i campi di battaglia dove aveva perso l'elmetto - ha raccontato il medico - Nel mio villaggio in Francia invece ho trovato una fossa comune di 14 soldati tedeschi nel 2006. È stato possibile identificarne 8 e trovare 5 delle loro famiglie».
Ritrovato il figlio di Sironi
E alla fine ce l’ha fatta anche stavolta: solo che Sironi, nel frattempo, era morto, ma è riuscito a rintracciarne i figli Roberto, Maurizio e Danilo. Gassend, con l’aiuto di Manuel Noferini della associazione Italian Recovery Team, è poi riuscito a mettersi in contatto con l’ultimogenito di Sironi. «Il papà era tornato dalla Russia perché era stato ferito a una gamba e quel colpo è stato la sua fortuna perché così a 19 anni ha potuto ricominciare e vivere la sua vita - racconta il figlio Danilo Sironi, che ha 63 anni e abita ancora a Monza - La sua piastrina è rimasta probabilmente lì dove era stato colpito. Papà non amava raccontare di quel periodo per cui dal foglio della matricola abbiamo poi scoperto che è andato in Africa e poi in Russia ma quando era in vita non ce lo aveva raccontato». Nell’esercito Sironi era autista e guidava i mezzi che trainavano i cannoni, poi nella vita ha aperto un’officina in via Cavallotti che ha gestito fino alla pensione (a 68 anni). Sironi ha potuto sposarsi, ha avuto tre figli e alla fine è morto di malattia nel 1990 a 70 anni tra i suoi affetti (qualche anno dopo è mancata anche la moglie Lina Galimberti).
«Mi sono commosso molto nel sapere che mi arriverà un cimelio del mio papà, per questo ringrazio tutti coloro che si sono attivati per restituircelo. Ora attendiamo la spedizione dalla Russia», ha chiosato Danilo.