Il caso

"Tuteliamo i frontalieri", il Comune di Lentate incalza il Governo

La maggioranza ha presentato una mozione e un ordine del giorno per far valere i diritti dei lavoratori oltre confine.

"Tuteliamo i frontalieri", il Comune di Lentate incalza il Governo
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«Siamo pronti a dare battaglia e a farci parte attiva nei confronti del Governo per tutelare i nostri frontalieri. Porteremo avanti con convinzione quella che riteniamo una battaglia di giustizia».

Lo ha assicurato il sindaco di Lentate sul Seveso, Laura Ferrari, durante l'ultimo Consiglio comunale, durante il quale sono stati approvati una mozione e un ordine del giorno presentati dalla maggioranza per tutelare i lavoratori oltre confine, penalizzati «da alcune discrasie interpretative tra le autorità fiscali italiane e quelle svizzere sui Comuni di confine e i frontalieri che possono godere del regime transitorio», ha spiegato il capogruppo della Lega, Alessandro Rossini, che quale primo firmatario ha presentato i punti in rappresentanza dei tre gruppi consiliari (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia Vivere Lentate).

Il caso dei frontalieri

In base all’accordo stipulato tra Italia e Svizzera nel 1974, in vigore fino al 2023, i salari dei frontalieri sono imponibili solo nello Stato in cui svolgono la la loro attività, quindi la Svizzera, ma ogni anno i Cantoni dei Grigioni, Ticino e Vallese hanno l’obbligo di versare ristorni pari al 40 per cento ai Comuni di confine di residenza dei lavoratori, come compensazione finanziaria. Il concetto di Comune di confine è stato però considerato arbitrariamente dai Cantoni svizzeri, che hanno redatto degli elenchi di paesi da trasferire al Ministero delle Finanze italiano.

Il nuovo accordo

«Finalmente nel 2017 l’Agenzia delle entrate è intervenuta per chiarire la definizione di frontaliere così come la conosciamo oggi, ovvero colui che abita entro i 20 chilometri dal confine svizzero - ha aggiunto Rossini - Il nuovo accordo, del 23 dicembre 2020, è entrato in vigore il 17 luglio 2023 ed è applicabile dal 2024. Prevede una distinzione tra nuovi e vecchi frontalieri: i primi sono coloro che lavorano in Svizzera dal 18 luglio 2023, e quindi sono sottoposti a doppia tassazione, in Svizzera e in Italia, mentre i secondi sono quelli che vi lavoravano prima di quella data e quindi dovranno imporre i redditi solo in Svizzera».

L'inghippo vecchi e nuovi frontalieri

Ma ecco che è nato un altro inghippo:

«Nonostante da sempre Lentate si trovi a meno di 20 chilometri dalla Svizzera, non risulta inserita negli elenchi ufficiali di Comuni frontalieri stilati da due Cantoni svizzeri (Ticino e Vallese), pertanto anche i lentatesi che lavorano in Svizzera da prima del 17 luglio 2023 sono considerati nuovi frontalieri e non possono godere del regime fiscale agevolato - ha precisato il sindaco - Ecco perché vogliamo far sentire la nostra voce e fare in modo che siano assoggettati al regime fiscale dei vecchi frontalieri».

La mozione approvata anche in Consiglio regionale

Per farlo il Comune si è confrontato con altri Comuni di Monza e Brianza alle prese con lo stesso problema, si è iscritto all’Acif, l’associazione che tutela i Comuni italiani di frontiera, e ha appunto portato in Consiglio la mozione, approvata anche martedì 26 marzo in Consiglio regionale, in modo da «far presente al Governo che si tratta di un problema residuale, che riguarda pochi lavoratori, ma che va affrontato per una questione di giustizia e anche per agevolare i Comuni, che avrebbero un ritorno maggiore in termini di ristorni», ha aggiunto Ferrari.

Il tema sanitario

Un’altra contraddizione riguarda il tema sanitario, portato all’attenzione dell’assise comunale con un ordine del giorno.

«I frontalieri sono assoggettati fiscalmente al servizio sanitario dello Stato in cui lavorano, tuttavia c’è un accordo che consente loro di rimanere a carico del servizio sanitario italiano senza versare contributi - ha spiegato Rossini - La legge di bilancio dello Stato italiano prevede un prelievo dal 3 al 6 per cento del reddito netto dei vecchi frontalieri quale contributo al Ssn e questa nuova tassa sanitaria contraddice quanto stabilito nel nuovo accordo fiscale, che per i vecchi frontalieri prevede l’imposizione fiscale solo in Svizzera».

«Chiediamo lo stralcio di questa previsione normativa che va a tassare ulteriormente i frontalieri - ha concluso il sindaco - Crediamo che meno tasse si impongono ai cittadini più soldi possono spendere per investire nel nostro territorio».

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