Arcore

«Un’apparizione mariana davvero unica»

Cento anni fa la Madonna si manifestò alla suora arcorese Elisabetta Radaelli, che, da morente che era, guarì

«Un’apparizione mariana davvero unica»
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Cento anni fa la Madonna appariva alla suora arcorese Elisabetta Redaelli e la comunità pastorale Sant’Apollinare, in collaborazione con quella di Cernusco sul Naviglio, si appresta a celebrare l’anniversario con diversi appuntamenti che si concluderanno il 22 febbraio, giorno della seconda visione, con la visita, a Cernusco, dell’arcivescovo Mario Delpini.

Cento anni fa la Madonna si manifestò alla suora arcorese

Il comitato promotore d’intesa con la Comunità Pastorale Sant’Apollinare, con la Congregazione delle suore di santa Marcellina e con il patrocinio del Comune di Arcore propone una serie di iniziative per ricordare i 100 anni dalla apparizione della Madonna alla suora arcorese.

«La proposta di una serie di iniziative nasce non per uno scopo semplicemente celebrativo, ma perché ci è sembrato importante far conoscere il fatto che la Madonna ha parlato con una di noi, l’ha guarita da una malattia considerata incurabile e ha lasciato un messaggio - hanno dichiarato i membri del comitato promotore arcorese - Il miracolo è avvenuto a Cernusco sul Naviglio in una casa delle Marcelline per le suore ammalate. La Madonna è apparsa dapprima a suor Elisabetta il 6 gennaio 1924 e la suora non la riconosce, per lei è una “Bella Signora”. Da due anni è malata e nell’ultimo mese completamente paralizzata dal diffondersi di un tumore cerebrale».

Nella notte tra il 22 e il 23 febbraio la Madonna appare nuovamente con il Bambino piangente in braccio (da qui il titolo di Madonna del Divin Pianto) e lascia un messaggio che la suora deve diffondere: Gesù Bambino piange perché non è amato, cercato e desiderato. Suor Elisabetta si chiede chi le possa credere e la Madonna le lascia un segno: le rende la salute.

«Suor Elisabetta, completamente guarita in un modo inspiegabile per la scienza, riprende la sua vita normale ed il suo lavoro di assistente nel collegio delle Marcelline a Milano per 60 anni fino a pochi giorni prima di morire, il 15 aprile 1984 a Cernusco» hanno continuato i membri del comitato.

Nella sua vita ha sempre mantenuto rapporti epistolari con le consorelle, con le ex alunne, con i parenti ed i conoscenti richiamando costantemente il ruolo della preghiera e dell’affidarsi alla Madonna. L’archivio conta ad oggi circa 400 lettere e numerosi scritti spirituali.
Per meglio conoscere la vita di Suor Elisabetta e il messaggio lasciato dalla Madonna il Comitato Promotore delle iniziative per i 100 anni dall’apparizione e dalla guarigione miracolosa invita al Cinema Teatro Nuovo di Arcore martedì 6 febbraio, alle ore 21 ad una serata con video, collegamenti in diretta, testimonianze e letture.

La mostra ad Arcore

Nei week end del 18 e del 25 febbraio presso il Centro Parrocchiale Giovanni XXIII di Arcore verrà allestita una mostra sulla vita di suor Elisabetta con pannelli, fotografie, lettere e documenti.

«La storia di suor Elisabetta è una storia semplice, di una donna normale – hanno sottolineato alcune donne arcoresi molto devote a suor Elisabetta - Si tratta di un messaggio forte: ciascuno nella sua vita può essere raggiunto e illuminato in qualsiasi momento. Quel bimbo che piange è Gesù che vuole essere cercato, ma anche un richiamo alle lacrime sparse e a una forma di attenzione particolare a tutti i piccoli e a coloro che richiedono attenzioni. Un messaggio di tenerezza e di misericordia più che mai attuale». Se c'è una cosa che colpisce nell'Apparizione della «Bella Signora» a suor Elisabetta Redaelli e in tutto quello che accadde nei decenni a seguire è la normalità di un fatto straordinario. Mai una parola sopra le righe, né una pubblicità esagerata né (come accade in altri centri religiosi) un marketing. Niente di tutto questo. Quel silenzio iniziale chiesto alla religiosa si è trasformato in un culto costante, ma lontano dai riflettori. Nel pieno spirito delle Marcelline. Anche quando l'Apparizione fu resa pubblica, alcuni anni dopo, le suore si fecero guidare dalla logica evangelica del seme che cresce da solo. E' stata la Madonna a scegliere le strade della sua devozione. Questo non vuol dire che, come per esempio accade da decenni in Brasile, non venga raccontata la storia di suor Elisabetta, ma la forza del culto è stato il passaparola. All'organizzazione si è preferita la spontaneità».

Alla veggente restavano poche ore di vita anche secondo il medico che l’assisteva

Il 15 aprile 1984 suor Elisabetta Redaelli, la suora veggente, (come da lei previsto) morì a Cernusco. Era nata ad Arcore il 19 febbraio 1897 in una famiglia numerosa.
Prese i voti, ma il suo destino sembrava segnato. Nel 1922 le fu diagnosticata una malattia che portava emottisi, cecità e paralisi della parte sinistra del corpo e della vescica.
Fu ricoverata a Cernusco nel convento delle suore Marcelline, dove potesse essere assistita nei suoi ultimi giorni di vita. A dicembre del 1923 il suo percorso terreno sembrava giunto al termine. Le fu così concesso di emettere i voti perpetui e di ricevere il sacramento dell’Unzione degli infermi. La prima apparizione della Vergine avvenne il 6 gennaio 1924. Le consorelle la sentirono parlare da sola, ma non vi badarono, immaginando fosse in preda a un delirio. Invece la suora rivelò di avere incontrato una bella signora, che le infondeva una grande fiducia, venuta a trovare lei e le malate.
Secondo quanto riportato nei testi che narrano gli avvenimenti legati all’apparizione suor Elisabetta le avrebbe detto: «Signora, come è buona lei. Preghi lei che è tanto buona. Sono sicura che, se ella pregherà, il Signore ascolterà le sue preghiere, perché lei ha compassione delle malate». La Vergine, non riconosciuta, le avrebbe risposto: «Prega, confida e spera: tornerò dal 22 al 23 del mese seguente».
Qualche giorno dopo la giovane religiosa perse totalmente la possibilità di parlare e vedere, oltre che di muoversi.

Dopo aver avuto la visione, riacquistò la salute in maniera improvvisa e completa

Nella notte tra il 22 e il 23 febbraio le sue condizioni sembrarono arrivare al termine e anche il medico confermò alle consorelle che le mancavano poche ore. La Madonna apparve nuovamente. La suora le disse: «Oh, la Signora». «Ti avevo detto che sarei venuta dal 22 al 23», fu la risposta della Vergine. «Dal 22 al 23? - le parole di rimando della veggente, che stava per scoprire in quel momento di essere tale - Io avevo capito dal 2 al 3». Fu allora che la riconobbe e riprese: «Oh, la Madonna col Bambino - disse - Ma il Bambino piange. Piange per me? Piange per i miei peccati?». E la risposta: «No, il Bambino piange perché non è abbastanza amato, cercato, desiderato anche dalle persone che gli sono consacrate. Tu devi dire questo».
Prima di scomparire Maria le promise che le avrebbe donato la salute.

«Balzò dal letto: “Sono guarita, sono guarita” - riporta la Gazzetta della Martesana del’8 maggio 1984 in occasione della sua morte - Erano le 0.15 del 23 febbraio 1924. Sono trascorsi sessant’anni da quei giorni. Suor Elisabetta Radaelli ha vissuto tutti questi anni nel collegio di via Quadronno a Milano. Ma all’inizio della primavera, colpita da infarto, fu portata a Cernusco per le cure necessarie. Sembrava doversi riprendere, ma ella sapeva che si sarebbe addormentata per sempre la domenica delle Palme. E così fu. Ora riposa nella cappella delle suore Marcelline del cimitero di Cernusco. La camera dell’apparizione nel convento è stata ora trasformata in cappellina».

La stanza dove avvennero le apparizioni è ora una cappella e nel punto dove si trovava la Madonna è stata sistemata una statua lignea. Le Marcelline hanno fatto proprio il messaggio della Madonna.

(nelle foto la suora arcorese Elisabetta Redaelli a cui apparve la Madonna)

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