Usmate Velate: l'ultimo commosso saluto all'agricoltore morto sul lavoro
Grandissima partecipazione ai funerali di Angelo Vertemara, scomparso a 67 anni dopo essere stato schiacciato da una balla di fieno
"E il sudore si fece sangue". E' con questa frase, riportata sul monumento ai Caduti sul lavoro eretto nel piazzale della stazione ferroviaria di Monza dall'artista usmatese Silvio Monfrini, che don Lorenzo Passoni ha voluto ricordare Angelo Vertemara, l'amato agricoltore di Usmate Velate morto lo scorso martedì 27 agosto a Velasca, frazione di Vimercate, schiacciato da una balla di fieno.
L'ultimo commosso saluto all'agricoltore morto sul lavoro
Chiesa gremita questa mattina, sabato 7 settembre, in occasione dei funerali di Vertemara, titolare dell'omonima azienda agricola della località San Carlo, scomparso a 67 anni vittima di un tragico incidente sul lavoro mentre stava sistemando il fieno in un capannone. Centinaia le persone che hanno voluto essere presenti per porgere l'ultimo commosso saluto a un uomo che si è speso con grande impegno e passione per il proprio lavoro, per la propria gente, per la propria comunità.
"Ha sparso i semi, ha raccolto i frutti"
Appoggiato sulla bara, il suo inseparabile cappello, simbolo di una vita trascorsa tra i campi. Proprio come ha ricordato il sacerdote nell'omelia:
"Il senso religioso è sempre stato presente nella vita di Angelo. "Lasciate che i bambini vengano a me", diceva il Signore. Così anche a lui piaceva trovarsi in mezzo ai più piccoli quando, in occasione del Carnevale, portava il suo trattore per essere allestito prima di guidarlo per le vie del paese, mascherato anche lui. Un servizio che ha svolto per molti anni e che lo aveva reso una persona ben voluta da tutti qui in parrocchia e in oratorio. E poi ancora impossibile non associare il suo lavoro al giardino dell'Eden, dove Dio pose l'uomo affinché lo custodisse e lo coltivasse. Proprio come ha fatto Angelo con la sua terra, dove ha sparso semi e raccolto frutti. Un lavoro vissuto come un sogno, una passione, senza mai guardare alla fatica e ai sacrifici"
L'applauso e le note di Celentano
Al termine della funzione, il ricordo letto da alcuni familiari dell'agricoltore. Poi l'uscita della bara, tra due ali di folla, accompagnata da un lungo e commosso applauso oltre che dalle note di Adriano Celentano e la sua toccante "L'emozione non ha voce". Nessuna voce, ma tante lacrime. Quelle versate dai presenti, che nell'ultimo viaggio di Angelo si sono stretti intorno alla famiglia e al loro dolore, nella certezza che il ricordo continuerà a vivere.