"Vi racconto chi era Alfonso Casati"
L'arcorese Alfonso Savoldelli ha voluto raccontare la sua testimonianza in vista dell'80esimo anniversario dalla morte di Alfonso Casati. Ricorrenza che le amministrazioni di Arcore e Corinaldo ricorderanno sabato sera 10 agosto nella città marchigiana
Arcore e Corinaldo ricordano il sacrificio del sottotenente Alfonso Casati ad 80 anni esatti dalla sua tragica scomparsa. Una cerimonia (alla quale parteciperà anche il sindaco Maurizio Bono) che si svolgerà sabato sera, 10 agosto, nella città marchigiana per ricordare la Liberazione di Corinaldo che avvenne per l'appunto il giorno di San Lorenzo del 1944 ad opera del Corpo italiano di liberazione con il sacrificio di tante giovani vite.
Tra queste spicca quella del sottotenente Alfonso Casati, figlio dell'allora ministro della guerra, che volle e ottenne di combattere in prima linea contro l'occupante nazista e proprio alle falde del centro storico della città gorettiana trovò eroica morte.
Nella memoria del giovane combattente si sono gemellati anni orsono i comuni di Corinaldo e Arcore (grazie soprattutto all'impegno dell'Anpi locale) dove è nato e vissuto negli anni dell'adolescenza. Arcore e Casati hanno sempre rappresentato un binomio inscindibile: proprio al nobile fu intitolata una delle vie più importanti della città nonché l’associazione sportiva per eccellenza, la "U.s. Alfonso Casati".
La testimonianza di Alfonso Savoldelli
Ma il ricordo di Casati è vivo più che mai soprattutto nei sentimenti e nelle parole di Alfonso Savoldelli, arcorese doc, che prese il nome di Alfonso proprio in memoria dell’illustre concittadino.
"Il mio ricordo personale è legato alla famiglia Casati ed in particolare ad Alfonso a cui devo il nome; la mia famiglia è stata parte della vita di queste importanti personalità che hanno scritto non solo la storia di Arcore ma di tutto lo Stivale - ha raccontato Alfonso - Come spesso accadeva i signori di un tempo si circondavano di personale che li assisteva nella vita quotidiana, dalle domestiche, alle cuoche, dai contadini agli stallieri e come dimenticare gli autisti. Ecco, mio nonno Ferdinando Savoldelli era l’autista del Conte Casati, direi un grande privilegio per un uomo che nacque nel 1904 e che poté vantare la possibilità di guidare un’autovettura agli inizi del ‘900. Mio nonno si occupava anche di lucidare i suoi stivali ed accompagnarlo al “roccolo” nella caccia. Molte sono le lettere che documentano una relazione di stima e di amicizia tra loro. Mio papà Eugenio nacque nel 1940 a Milano e pochi furono i ricordi di Alfonso Casati ovviamente, ma fin da piccolo mi trasmise l’affetto e la riconoscenza nei confronti di questa famiglia tanto è che io porto il suo nome, proprio in sua memoria e di questo ne sono particolarmente fiero".
Gli aneddoti
Savoldelli ha anche voluto raccontare degli aneddoti curiosi. «Ricordo che fin da piccolo, in occasione della giornata del 2 Novembre, con mio padre ci recavamo sempre al cimitero di Muggiò per occuparci della sistemazione e la pulizia della tomba della famiglia Casati e per lasciare un ricordo personale anche con un vaso di fiori - ha continuato Savoldelli - Quest’anno in questa ricorrenza, mi sono sentito di raccontare questa storia inserendo dettagli miei e testimonianze provenienti dalla mia famiglia per poterla condividere con miei concittadini che Arcore ha avuto delle personalità di cui andare orgogliosa».
La storia di Casati
Alfonso Casati, ricordiamo, nacque a Milano il 13 Luglio 1918 nel Palazzo Casati Stampa Soncino. Il padre Alessandro proveniva da una nobile famiglia milanese e fu animato da idee riformiste, successivamente Alessandro si accostò al pensiero di Benedetto Croce e partecipò alla Prima Guerra Mondiale. Nel 1923 venne nominato senatore; fu anche Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Mussolini per sei mesi tra il 1924 e il 1925. Dopo questa data interruppe la sua collaborazione col Fascismo e lasciò la politica attiva; riprese nel 1943, come rappresentante del Partito Liberale nel Comitato di Liberazione Nazionale. Dopo il 1945 fu Presidente del Consiglio Supremo della Difesa e Presidente della Delegazione italiana all'Unesco.
"Il conte Alessandro sposò a Monza il 5 ottobre 1914, la marchesa Leopolda Incisa della Rocchetta - ha continuato Savoldelli - Dal loro matrimonio nacque 4 anni dopo il Alfonso Casati Stampa Soncino. Negli anni bui del fascismo i Casati ed in particolare Alessandro hanno fatto della loro residenza di Arcore, “La Villa San Martino” il centro della resistenza culturale e di impronta liberale e cattolica non a caso Benedetto Croce era spesso loro ospite. In questo clima liberare crebbe Alfonso Casati un giovane di carattere riservato, amante della natura, della musica e della letteratura, per nulla “esaltato” pur essendo lui un giovane nobile, ma caparbio e molto coraggioso, fino a morire, volendo partecipare in prima persona alla rinascita della nostra Italia".
Alfonso Casati era un grande juventino e amante della caccia
Casati arrivava ad Arcore al termine dell’anno scolastico e si dedicava alle sue passioni: il calcio e la caccia, possedeva un “roccolo” nei boschi che circondavano Arcore e spesso passava intere mattinate nel capanno di caccia. Era un grande tifoso Juventino e aveva costituito una squadra di calcio di sette elementi scelti tra i figli dei contadini che frequentavano la Villa San Martino. Nel 1941 Alfonso si trasferì a Roma per seguire il padre. Successivamente tornò ad Arcore in rare occasioni. Studente di Lettere, venne chiamato alle armi nel 1941 per obbligo di leva ed ammesso al corso preparatorio nel 1° Reggimento Granatieri. Nel 1942 conseguì la promozione a Sergente e nel marzo 1943, ottenne la promozione come Sottotenente nel 3° Reggimento Granatieri.
Casati morì il 6 agosto del 1944
Il sottotenente Alfonso Casati morì il 6 agosto del 1944 a Corinaldo in un’azione di combattimento non ancora trentenne. A lui venne concessa l’onorificenza di Medaglia d’Oro al valor militare (alla memoria). Nel 1946 l’Università degli studi di Milano gli conferì la Laurea Honoris Causa alla memoria. Per volere del padre, Alessandro Casati, in memoria del figlio morto in guerra fu concesso alla Parrocchia di Arcore un lascito che rese possibile l'istituzione presso l'oratorio di una società sportiva che ne avrebbe dovuto conservare il nome nel tempo.
Dal 1946 l’Unione Sportiva Alfonso Casati è il punto di riferimento per lo sport arcorese. Generazioni di sportivi hanno vestito i colori bianco-verdi della società portandola a gareggiare in numerosi campionati e competizioni nei settori dell’atletica, del calcio, della ginnastica artistica e ritmica, della pallacanestro e della pallavolo.