Aggredì una prostituta, condannato a quattro anni

E' arrivata la sentenza per il 22enne di Lentate sul Seveso Nicholas Catto. La difesa pronta a ricorrere in Appello.

Aggredì una prostituta, condannato a quattro anni
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Aggredì una prostituta a Lentate sul Seveso, è stato condannato a quattro anni di reclusione.

Arrivata la sentenza per l'aggressore della prostituta

E’ la sentenza del giudice del Tribunale di Monza Silvia Pansini, che ha comminato una pena inferiore rispetto a quella richiesta dalla Procura di Monza, pari a nove anni di carcere. A Nicholas Catto, il 22enne di Copreno che il 24 agosto dell’anno scorso accoltellò una prostituta al culmine di una discussione, è stato contestato il reato di tentato omicidio, anche se il suo legale, l’avvocato Dario Dodaro del Foro di Monza, dopo aver visionato gli esiti della perizia effettuata sulle lesioni riportate dalla lucciola, aveva chiesto la derubricazione in lesioni aggravate dall’utilizzo dell’arma.

L'avvocato: "Non voleva fare del male"

"Dai referti medici emerge che le ferite erano lievi e anche quella più profonda al collo non necessariamente avrebbe provocato la morte della ragazza", spiega l’avvocato. La richiesta di derubricazione era stata respinta, ma evidentemente la ricostruzione dei fatti proposta dalla difesa ha influito sulla valutazione del giudice. "Abbiamo fornito una spiegazione dettagliata di quanto accaduto quella sera, mettendo in evidenza che il mio assistito non voleva fare del male - dichiara Dodaro - Inizialmente ha avvicinato la prostituta con l’intento di rapinarla, ma una volta che l’ha fatta salire in auto con la scusa di una prestazione sessuale si è pentito e l’ha invitata a scendere, dicendole che non aveva con sé i soldi". A quel punto la prostituta sarebbe andata su tutte le furie e da lì in poi la situazione è degenerata. "Dato che la ragazza aveva notato il coltello che Catto nascondeva sotto la gamba, temendo che lei lo prendesse per colpirlo, il mio assistito lo ha afferrato - prosegue - Mentre con un braccio si copriva il volto, con l’altro muoveva a caso l’arma per difendersi, ma non con l’intento di ferire".

La difesa valuterà il ricorso in Appello

Dodaro si ritiene soddisfatto del risultato: "Credo che sia una pena meglio commisurata al reato rispetto a quanto inizialmente richiesto dalla Procura e anche se non siamo riusciti a ottenere la derubricazione il giudice ha ritenuto valide le nostre tesi". Ora la difesa attenderà di visionare le motivazioni della sentenza (il giudice ha 90 giorni di tempo per depositarle), poi valuterà se ricorrere in Appello.

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