"Domus aurea"

Bancarotta: Malaspina condannato a 12 anni

Pesante condanna per l'imprenditore vimercatese; assolti invece i professionisti e collaboratori della "Corte dei miracoli".

Bancarotta: Malaspina condannato a 12 anni
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Dodici anni di reclusione. Questa la pesante condanna pronunciata nel pomeriggio di ieri, mercoledì 22 febbraio, dalla corte del Tribunale di Monza a carico di Giuseppe Malaspina, imprenditore titolare della Gimal di Vimercate. Riconosciuta quindi l'associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e alla  bancarotta fraudolenta, fatti emergere attraverso l'operazione ribattezzata "Domus aurea".

Sequestrati anche beni per 1 milione e 400mila euro

L'accusa aveva chiesto 14 anni di reclusione. Il Tribunale ha quindi di fatto riconosciuto e accolto l'impianto accusatorio riducendo in parte la pena. La stessa corte ha inoltre disposto la confisca di beni appartenenti a Malaspina per un valore di 1 milione e 400mila euro.

Tutti assolti gli altri principali imputati

Tutti assolti, invece, gli altri principali imputati coinvolti nell'operazione "Domus aurea". Assoluzione che fa quindi cadere parte dell'impianto dell'accusa che aveva sostenuto che Malaspina fosse circondato da una sorta di "Corte dei miracoli", composta da professionisti, dipendenti delle sue società e conoscenti di cui si sarebbe servito per commettere i reati per i quali è stato condannato.

Tra gli assolti anche l’ex giudice di Arcore Gerardo Perillo (difeso dall'avvocato Maurizio Bono, sindaco di Arcore), il genero di quest’ultimo (marito dell’ex assessora ad Arcore Giuliana Perillo) Antonio Ricchiuto, Salvatore Tamborino e l’avvocata seregnese Fabiola Sclapari.

Condannati i fratelli

Condanna più lievi (un anno e mezzo di reclusione), per i soli reati fiscali, per Carlo e Antonio Malaspina, fratelli di Giuseppe.

Le condanne con rito abbreviato

Per la stessa maxi inchiesta, a febbraio 2020, il gup Patrizia Gallucci aveva  inflitto le condanne per gli imputati che hanno scelto il rito
abbreviato, a partire da Giorgio Spinelli, uno dei più stretti collaboratori di Malaspina. Il reato principale era quello di bancarotta (ma non anche associazione a delinquere come contestato dall’accusa).

 

 

 

 

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