L'operazione a Lissone

La camicie Made in Italy fatte in un laboratorio cinese con lavoratori in nero

Nel capannone trovati anche alcuni abusi edilizi: da una cucina, al dormitorio dei dipendenti. Ben 55mila euro di sanzioni

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Blitz dei Carabinieri e dei Vigili del fuoco in un laboratorio cinese a Lissone. Nei guai una società che produce camicie destinate alla filiera della moda del Made in Italy : trovati operai in nero e molte irregolarità edilizie.

Blitz in un laboratorio

Martedì il blitz dei Carabinieri, con il supporto tecnico dei Vigili del fuoco, era scattato già dalle prime ore del mattino. I militari di via 25 Aprile, dopo mesi di monitoraggi, controlli e appostamenti, hanno portato a termine un’operazione in un capannone industriale di via Segantini, nella zona industriale a ridosso di viale Martiri della libertà.

Parte dei grandi open space ai piani superiori (che tecnicamente non sono destinati alla residenza) erano stati riadattati a dormitorio e, come se non bastasse, sono stati pizzicati una serie di lavoratori non in regola e anche generi alimentari conservati nelle celle frigorifere allestite nel piano interrato dell’edificio.

All’interno è stato scoperto anche un grande spazio adibito a cucina completamente abusivo.  Nello stabile, di proprietà di un’impresa lissonese (completamente estranea alla vicenda) e dato in locazione a una azienda manifatturiera tessile cinese, moltissime sono state le irregolarità riscontrate. Trovati anche impianti di videosorveglianza attraverso i quali, il datore di lavoro “controllava a distanza” gli operai mentre erano seduti nelle loro postazioni .

L'operazione dei Carabinieri

All’interno dell’edificio, che all’esterno non presenta alcuna insegna o pannello pubblicitario, sono stati trovati anche 27 operai tutti di nazionalità cinese intenti a lavorare alle macchine da cucire. Cinque di loro sono risultati in nero.

La scoperta fatta anche dagli uomini del Nucleo Ispettorato del lavoro di Milano, reparto specializzato dell’Arma che si occupa dell’attività di vigilanza della tutela dei rapporti di lavoro e di legislazione sociale.

Ottenuto l’accesso all’interno del capannone, i militari hanno trovato all’opera 14 lavoratori seduti nelle loro postazioni di lavoro, mentre i restanti erano alcuni nel dormitorio e altri ancora nel locale adibito a cucina, ricavato “abusivamente” in uno spazio angusto e in condizioni igieniche precarie.

Vista la situazione che si son trovati davanti, i carabinieri hanno sospeso l’attività produttiva, comminando sanzioni per un totale di 55.000 euro circa.

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Vista la situazione che si son trovati davanti, i Carabinieri non hanno potuto far altro che sospendere l’attività, comminando sanzioni per un totale di 55mila euro circa.

L’operazione dei militari, che ha anche attirato l’attenzione di passanti e vicini di casa incuriositi dal grande dispiegamento dei mezzi delle Forze dell’ordine, si è protratta per tutta la giornata.

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