Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di A2A
A margine della sentenza interviene il consigliere Tiziano Mariani: "Un'altra grande vittoria, ora il sindaco Rossi e la Giunta si devono dimettere".
Ennesimo capitolo della lunga battaglia legale a margine dell’aggregazione industriale fra Aeb e A2A a Seregno. Il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile il ricorso di A2A per la revocazione della sentenza con cui il Consiglio di Stato, in data 6 settembre 2021, aveva respinto l’appello di Aeb e A2A contro la decisione del Tar di "bocciare" il matrimonio industriale.
Consiglio di Stato, respinto il ricorso di A2A
La sentenza della quarta sezione del Consiglio di Stato è stata pubblicata l’1 marzo. Il ricorso era stato presentato da A2A contro le due aziende termotecniche milanesi che si erano rivolte al Tar per impugnare la delibera approvata dal Consiglio comunale il 20 aprile 2020 con il "via libera" all’operazione nel settore delle multiutility, attraverso la quale A2A è entrata nel capitale di Aeb Gelsia, controllata dal Comune. In seguito ai due gradi di giudizio le aziende hanno concluso un accordo transattivo con A2A, che ha "chiuso" il complesso contraddittorio. Analogo provvedimento del Consiglio di Stato è stato adottato nei confronti del ricorso presentato da Aeb contro le aziende private per la revocazione della medesima sentenza emessa nel settembre 2021 dal Consiglio di Stato.
Tiziano Mariani: "Un'altra grande vittoria"
A seguito della nuova sentenza, è intervenuto il consigliere comunale di minoranza Tiziano Mariani, che aveva presentato un ricorso al Tar contro l'operazione di integrazione aziendale, al pari del consigliere regionale Marco Fumagalli del M5S. L'ultima sentenza in ordine di tempo è destinata a risollevare non poche polemiche politiche.
"Un’altra grande vittoria, ora attendiamo la decisione della Corte dei conti e delle Procure della Repubblica - le parole del capogruppo di Noi per Seregno, Tiziano Mariani - Ora la strada è molto molto stretta per il sindaco Rossi, che si deve dimettere subito con la Giunta. La magistratura ha definitivamente accertato che, a garanzia di tutti i cittadini, doveva essere fatta una gara e non consegnare il patrimonio di cento anni di sacrifici dei seregnesi a chi pensa il sindaco. Basta prendere in giro i cittadini”.