Riorganizzazione

Covid, ricoveri in aumento. Torna la pressione sull’ospedale

Il San Gerardo sta già smantellando per la terza volta i reparti per far fronte ai malati.

Covid, ricoveri in aumento. Torna la pressione sull’ospedale

Ricoveri in aumento, reparti che, per la terza volta, vengono convertiti per far fronte all’emergenza. Il San Gerardo (che tra l’altro è stato considerato uno degli ospedali migliori d’Italia) torna a essere sotto pressione. Sono ormai 212 i ricoverati per Covid, di cui 28 in Terapia Intensiva. E i ricoveri sono in costante aumento.

Ricoveri in aumento costante

«Abbiamo superato i 212 ricoveri con 40 posti letto disponibili ad alta intensità come da richieste regionali per il nostro Ospedale che è un centro Hub per la gestione di questi malati. Il numero varia di giorno in giorno, tra ingressi ed uscite – spiega il direttore generale dell’Asst Monza Mario Alparone – Gli accessi in Pronto soccorso per Covid negli ultimi 7 giorni sono stati 175. I ricoverati dopo il passaggio i degli ultimi 7 giorni sono stati 114. E’ il segno che la curva ha iniziato a crescere in maniera sostenuta dai primi di febbraio». Gli ingressi di pazienti sul percorso Covid al Pronto Soccorso aumentano a circa 30 giornalieri di cui 15-20 ricoverati e non accenna a diminuire il flusso dei pazienti del percorso non Covid. «Anche i pazienti che transitano dai nostri hotspot territoriali all’Ospedale Vecchio stanno rapidamente incrementando», aggiunge Alparone.

Età media dei ricoveri

E se in fase 1 (da marzo a giugno) l’età media dei ricoverati era di 67 anni e quella della terapia intensiva di 65, in Fase 2 si è scesi a 63 anni. Un dato che resta più o meno stabile anche a febbraio-marzo: l’età media dei ricoverati è di 64,6 anni, età media dei pazienti in terapia intensiva 61 anni. Dei ricoveri attuali resta sempre predominante il sesso maschile: solo un’ottantina sono donne (37%), mentre il restante sono uomini (63%). Purtroppo non si tratta solo di anziani. «Abbiamo ricoverato un ragazzo di 36 anni e posto sotto Cpap, ma abbiamo anche diversi pazienti con un ‘età compresa tra i 40 e 50 anni in condizioni gravi».

La riorganizzazione

«Nel frattempo abbiamo un piano di ampliamento approvato che consente di incrementare i posti letto Covid, contraendo gli altri posti letto, in maniera progressiva rispetto alle fasi della pandemia – continua Alparone – I piani prevedono per gli ospedali hub come il nostro un maggior coinvolgimento sui pazienti ad alta complessità rispetto a quelli ordinari dove lo sforzo maggiore deve essere sostenuto dagli altri ospedali secondo le indicazioni regionali. Stiamo già attuando il piano per fare fronte alla terza ondata. Il piano prevede 6 livelli di intensità successiva e, ad oggi siamo al 5 livello. La tenuta del sistema passa dall’efficacia del modello di trasferimento dei pazienti tra ospedali.  In questo momento trasferiamo in maniera attiva e proficua sui due privati accreditati Zucchi e Policlinico di Monza che sono sempre stati collegati con una efficiente rete al nostro hub e che ringraziamo».

Variante più contagiosa

Non è però «colpa della variante» e non sembra che la variante sia più aggressiva, al momento, ma solo più contagiosa, ma per valutare questo aspetto si dovrà poi stimare la mortalità alla fine della terza ondata e metterla in correlazione con le varianti. «Anche nelle precedenti ondate, quando il numero di ricoveri aumenta capita di avere ricoverati anche pazienti più giovani. I casi più frequenti riguardano ancora oggi persone sopra i 65 anni di età», ha chiosato Alparone, supportato anche dal direttore delle Malattie Infettive Paolo Bonfanti.