Detenuto aggredisce due agenti in carcere a Monza
Entrambi, trasportati al San Gerardo, hanno riportato una prognosi di 10 giorni.
Detenuto aggredisce due agenti in carcere a Monza. Entrambi, trasportati al San Gerardo, hanno riportato una prognosi di 10 giorni. Il sindacato: "Le misure di contrasto dello Stato contro questo genere di utenza sono del tutto insufficienti e inefficienti".
Detenuto aggredisce due agenti in carcere a Monza
Nella tarda mattinata del 29 marzo 2021, presso la casa circondariale di Monza, un detenuto di nazionalità marocchina condannato a scontare una pena di considerevole durata, in carcere per diversi reati, molti dei quali consumati in vari istituti penitenziari, si è reso autore di una duplice aggressione. A darne notizia è stato Giuseppe Bolena, segretario regionale della Lombardia dell'O.S.A.P.P (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria).
Due i Poliziotti Penitenziari che sono stati colpiti con dei pugni in pieno volto: al primo agente è stata causata la rottura del labbro, mentre al secondo è stata spaccata l'arcata sopraciliare. Il personale di Polizia Penitenziaria è stato trasportato presso il nosocomio cittadino San Gerardo per le cure del caso con prognosi di ben 10 giorni.
Un soggetto non nuovo ad aggressioni e minacce
Il soggetto in questione, fanno sapere dal sindacato, già nei giorni scorsi aveva aggredito un operatore sanitario ed è stato artefice di numerose minacce, sputi e altri eventi lesivi ai danni del personale di Polizia Penitenziaria e non. In altri istituti, inoltre, si è reso protagonista di diversi eventi critici maturando oltre 200 giorni di isolamento disciplinare come sanzione disciplinare da
scontare.
"Misure di contrasto del tutto insufficienti"
“Le misure di contrasto dello Stato contro questo genere di utenza sono del tutto insufficienti e inefficienti - ha commentato Giuseppe Bolena, segretario regionale della Lombardia dell’O.S.A.P.P. Per soggetti così pericolosi, artefici di eventi contro il personale di Polizia, non bastano le blande sanzioni disciplinari o le querele. La politica modifichi subito l'ordinamento penitenziario con misure di contrasto alla gestione. Il trasferimento da un istituto ad un altro degli utenti autori di questi gesti, di fatto, sposta il problema, ma non lo risolve. Bisogna istituire subito protocolli e sezioni ad hoc per questo genere di detenuti tenendoli ammanettati durante gli spostamenti. L'adozione di dispositivi di protezione passiva per gli agenti e l'utilizzo dei taser non sono più rinviabili: la politica se ne faccia carico."
"Aggressioni, un fenomeno fuori controllo"
Sull’episodio è intervenuto anche il Segretario Regionale dell’USSP (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria), Gian Luigi Madonia che tuona:
“Le aggressioni all’interno dei nostri penitenziari sono un fenomeno fuori controllo, che nessun Governo e nessun colore politico è mai riuscito a risolvere. Anzi in questi ultimi anni, le statistiche sono in preoccupante aumento. Probabilmente la causa è proprio quella del tipo di regime che si attua nelle carceri italiane: detenuti aperti tutto il giorno a seguito delle normative determinate dalle sentenze CEDU degli ultimi anni, tuttavia difficilmente impegnati in attività lavorative e liberi di circolare all’interno delle sezioni, di aggregarsi e di escogitare ogni forma di indisciplina. Che l’Italia sia un paese incapace di far conciliare il concetto di “celle aperte” con un vero reinserimento sociale del detenuto è ormai un dato conclamato. Ma non per questo deve pagarne le spese la Polizia Penitenziaria, il cui personale peraltro è costretto a rispondere ogni giorno agli insulti ed alle aggressioni da parte di soggetti a cui poco importa del trattamento e della rieducazione".