"Galimberti auto", il titolare chiede ancora tempo per risarcire, ma i clienti non si fidano più
"Non sono scappato con i soldi, lavoro notte e giorno per sistemare le cose"

Pietro Raele, titolare della concessionaria «Galimberti auto» in via Battisti a Verano, sembra avere tutta la volontà di risarcire i suoi clienti, ma chiede tempo. Ancora. Non si fidano però più delle sue promesse tutti coloro che hanno acquistato, pagato e mai ricevute le auto.
Il titolare chiede ancora tempo
Dopo l'arrivo delle telecamere di Striscia la notizia, lunedì 4 marzo, Pietro Raele, titolare della concessionaria «Galimberti auto» in via Battisti, ha voluto chiarire la sua posizione con il nostro Giornale. Si è dimostrato disponibile a risarcire i suoi clienti, ma chiede tempo. Ancora.
L’ha fatto ad inizio febbraio, quando dal Giornale di Carate è stato contatto la prima volta e l’ha fatto di nuovo a distanza di oltre un mese.
«Ho intenzione di risarcire tutti i miei clienti, ma ho bisogno di altri giorni. Questa non è una truffa, tant’è che non ho preso i soldi e sono scappato, ma sono qui a lavorare notte e giorno. Lavoro per rimborsare. Non voglio chiudere la mia attività, ma è chiaro che ho avuto delle difficoltà economiche e ci sono stati dei problemi. Insieme ai miei avvocati stiamo cercando di preparare un piano di rientro e trovare finanziamenti - ha spiegato Raele, venerdì mattina - purtroppo sono rimasto in un “imbuto” a causa di un bilancio, consegnato in ritardo dall’avvicendarsi di due commercialisti. Questo ritardo mi ha fatto saltare alcuni fidi e le banche mi hanno chiuso i rubinetti, ma sono disponibile a risolvere tutti i problemi. Alcuni clienti sono già in parte stati risarciti. Sto facendo il possibile, ma ho bisogno di poter continuare a lavorare senza questo accanimento. Tutta questa attenzione mediatica danneggia la mia attività e se non lavoro non posso risarcire. Ho cercato di spiegarlo sia ai clienti, sia a voi giornalisti. Lasciatemi fare e risolverò tutto».
I clienti non si fidano
Non ci credono più però i suoi clienti, in attesa da parecchi mesi. E non si fidano delle ennesime promesse non mantenute.
«Mentitore seriale, non risarcirà nessuno. Gli abbiamo dato i soldi e non abbiamo ricevuto le auto. E’ solo lui il responsabile di tutto ciò». C’è molta rabbia tra i clienti, anche di fronte alle ultime scuse accampate davanti alle telecamere di «Striscia».
L'arrivo di Striscia
Non si fida più neppure Max Laudadio, inviato di «Striscia la notizia», dopo l’ultima promessa - non mantenuta - del rivenditore di auto di via Battisti. L’appuntamento era per il 3 marzo, alle 16.30 in concessionaria, ma neppure in quella occasione Pietro Raele, titolare dell’autosalone, ha tenuto fede aal suo impegno. Nessun risarcimento ai clienti è stato disposto. Raele ha chiesto altro tempo e dato un nuovo appuntamento all’inviato di Striscia per il 24 marzo, sempre alle 16.30. Per quella data avrà i soldi? Se lo augurano tutti i clienti.
Si allunga la lista delle denunce
La lista degli acquirenti in attesa si allunga sempre di più: proprio in questi giorni, altri clienti hanno scritto alla nostra redazione, dopo aver letto la notizia sul nostro Giornale e sul nostro sito web, per segnalare di episodi analoghi agli altri beffati.
«Purtroppo aspettiamo di avere i nostri soldi da ottobre, dopo aver acquistato e pagato subito 14.700 euro per la nuova auto. Anche io mi sono rivolto ai Carabinieri, ma nulla si è ancora mosso», ci ha spiegato uno di questi ultimi nuovi clienti, un pensionato residente a Mariano Comense.
C’è poi chi, grazie al clamore sollevato dalla notizia, si è «salvato» giusto in tempo.
«A novembre ho dato un acconto per una Dacia Sandero, 3500 euro, e avrei dovuto ritirare l’auto a dicembre, ma ovviamente sto ancora aspettando - ha raccontato un altro cliente di Desio - leggendo la notizia sul vostro Giornale, giovedì sono andato subito in concessionaria per chiedere di annullare l’ordine e ho chiesto la restituzione dei soldi. Mi è stato detto che ad inizio settimana riavrò il mio acconto, ci vorrei credere, ma visto quanto sta emergendo ho forti dubbi».
Le denunce fatte in caserma hanno superato la ventina solo a Verano, ma altre ce ne sono nei comuni e nelle province vicine.