Gli ex lavoratori Bames si incatenano davanti al tribunale: "Siamo noi i colpevoli?"
La protesta degli ex dipendenti delle aziende dopo la cancellazione in secondo grado della condanna per due degli imputati per bancarotta fraudolenta.
Si sono incatenati, come carcerati, assumendosi provocatoriamente quella colpa che secondo il Tribunale i vertici delle aziende fallite per cui loro lavoravano non hanno.
In catene e manette davanti al tribunale
Questo il clamoroso gesto messo in atto nella mattinata di oggi, giovedì 14 dicembre, da un gruppo di ex lavoratori delle società Bames e Sem del comparto ex Celestica di Vimercate.
Il processo
Gli ex dipendenti si sono trovati davanti al Tribunale di Monza dove stamattina di sta tenendo una delle udienze del processo di primo grado a carico di Vittorio Romano Bartolini, proprietario delle aziende che facevano capo al gruppo "Bartolini progetti", come detto fallite (centinaia le persone rimaste senza lavoro) e di altri dirigenti alla sbarra, a vario titolo, per il reato di bancarotta fraudolenta. Decine di milioni di euro, secondo l’accusa, dissipati.
La protesta contro la sentenza che ha "assolto" due degli imputati
Gli ex lavoratori si sono trovati nuovamente davanti al tribunale, come hanno fatto anche in occasione delle precedenti udienze, per manifestare però non tanto per il processo in corso, ma per la recente sentenza di secondo grado che ha di fatto "assolto" altri due imputanti per gli stessi reati, i fratelli Massimo e Selene Bartolini, figli di Vittorio Romano.
I due, a differenza degli altri imputati, avevano scelto il rito abbreviato e in primo grado erano stati condannati a 4 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno. Nelle scorse settimane però, la Corte d’Appello ha di fatto azzerato la condanna, non riconoscendo i reati fiscali e derubricando la bancarotta da fraudolenta a "semplice", facendo così scattare, trattandosi di un reato minore, la prescrizione.
Gli slogan degli ex lavoratori
Una sentenza di "assoluzione" che secondo gli ex lavoratori ribalta le responsabilità; da ciò la decisione di distribuire un volantino con il quale provocatoriamente si autoaccusano.
"Siamo stati offesi, noi e la giustizia! Se non sono loro, allora i colpevoli siamo noi! - si legge - ...anche se allora vi siete assolti, siete lo stesso coinvolti!... Si fa passare il tempo, si patteggia e voilà: ...il reato non c’è più, il reato non c’è più..."
"Prescrizione = ingiustizia"
E ancora su altri cartelli:
"Prescrizione = ingiustizia".
"Ingegner Bertazzini (uno degli imputati, ndr), sei tu che hai scelto i Bartolini. Sei anche tu il colpevole di questo disastro".
"L'ingegner Bertazzini voleva tagliarci gli stipendi. Noi ci siamo opposti e loro hanno fatto fallire per bancarotta fraudolenta la fabbrica. Noi chiediamo Giustizia!".
"Con la prescrizione non sono i lavoratori a perdere. E' la Giustizia ad essere sconfitta".
"Chi ha dissipato i soldi della reindustrializzazione? Chi ha distratto più di 100 milioni di euro? Che fine hanno fatto questi soldi? Arrestate i veri colpevoli!".
Il processo in corso
Intanto il processo di primo grado per gli altri sei imputati prosegue. Questa mattina è stata la volta di alcuni avvocati delle difese. La sentenza è attesa per marzo.
L'auspicio degli ex lavoratori e dei sindacalisti presenti alla manifestazione di questa mattina (c'erano l'ex segretario di Monza e Brianza di Fim Cisl Gigi Redaelli, Roberto Frigerio della segreteria Cisl Monza e Brianza e il segretario generale di Cgil Monza e Brianza Walter Palvarini) è che quanto deciso in secondo grado per i due imputati a processo con il rito abbreviato non pesi sulla sentenza per gli altri a processo con rito ordinario. La sentenza è attesa per il prossimo marzo.
La protesta