La comunità pastorale si prepara ad accogliere il suo nuovo coadiutore dopo aver salutato don Gabriele Villa. E’ in programma per domenica 21 settembre, alle 10, in concomitanza con le celebrazioni per la festa patronale, l’ingresso ufficiale nella parrocchia di Sant’Eustorgio per il 32 enne don Matteo Frigerio, proveniente dalla parrocchia di San Fruttuoso di Monza.
Giovedì scorso l’abbiamo incontrato nel suo nuovo appartamento che si trova all’interno dell’oratorio Sacro Cuore, tra diversi scatoloni confezionati per il trasloco ancora da aprire e tanta voglia di mettersi in gioco, di farsi conoscere e di continuare la sua opera di testimonianza al Vangelo in città.
Intervista al nuovo coadiutore
“Per me è il primo trasferimento dato che subito dopo la mia ordinazione sacerdotale venni destinato a San Fruttuoso – ha raccontato il sacerdote – Sto vivendo un momento particolare che in realtà vivono tutti i sacerdoti quando vengono spostati. Da un lato ho il cuore e la mente pieni di ricordi vissuti a San Fruttuoso, dall’altro la voglia di rimetteri in gioco e di conoscere una nuova realtà. Dormo qui da qualche giorno ma ho già avuto modo di conoscere gli educatori degli adolescenti. Poi ho già incontrato gli adolescenti della parrocchia del Rosario per la vita comune. Insomma un inizio bello e stimolante”.
La “chiamata” dopo l’incidente in bicicletta
Originario di Oggiono, fin da piccolo don Matteo ha sempre frequentato la parrocchia e l’oratorio, dove ebbe la fortuna di incontrare bravi sacerdoti. Uno su tutti don Donato Vicini, ai tempi responsabile della pastorale giovanile di Oggiono. «In parrocchia per anni ho fatto il chierichetto, l’animatore in oratorio e l’educatore». Successivamente, prima di maturare l’idea di seguire il Signore, don Matteo aveva un pochino abbandonato la frequentazione dell’oratorio. Ma, nel 2010, un brutto incidente in bicicletta gli ha letteralmente cambiato la vita.
“Avevo 17 anni e mi trovavo in giro in bici con gli amici quando, ad un certo punto, ho preso un sasso e sono letteralmente volato, terminando la mia corsa sul prato – ha raccontato il sacerdote – Oltre ad essere pieno di lividi sulla schiena avevo anche rotto una vertebra. Mi ricoveranono per una decina di giorni in ospedale e poi dovetti rimanere a casa per tante settimane. Però, proprio in quel dramma, se così vogliamo chiamarlo, ho iniziato a riflettere su che cosa il Signore chiedesse dalla mia vita, in particolare su come potessi restituire l’amore ricevuto in tutta la mia vita e soprattutto nel periodo della convalescenza. Da un lato sentivo un senso di ingiustizia per quello che era successo ma dall’altro sentivo un sentimento opposto, fatto di gratitudine. La fede nel Signore Gesù e la passione educativa mi hanno aiutato a capire che la risposta era quella di iniziare un cammino di discernimento. Subito capii che il Signore voleva parlare alla mia vita. Non ebbi subito chiara l’idea di fare il prete ma sentivo dentro di me che c’era qualcosa, che il Signore mi voleva comunicare qualcosa. Dopo l’incidente ripresi a frequentare l’oratorio. Dopo la maturità Scientifica, nel settembre del 2011, entrai nel seminario di Seveso dove portai avanti il biennio teologico e successivamente il quadriennio a Venegono”.
Il suo percorso
Dopo il quinto anno, nel 2016, insieme ai superiori, don Matteo decise sospendere temporaneamente il suo cammino per diventare sacerdote in maniera da approfondire e confermare la vocazione.
“Nel 2017 mi mandarono a Buscate, un paesino vicino all’aeroporto della Malpensa, e li iniziai a seguire i ragazzi dell’oratorio – ha continuato il sacerdote – Diciamo che quell’esperienza mi ha fatto veramente capire che volevo diventare prete e che quella era la mia strada. Nel settembre del 2018 diventai diacono e venni destinato alla parrocchia di San Fruttuoso. L’8 giugno del 2019 ho coronato il mio sogno e sono diventato prete e da quel giorno ho proseguito il mio ministero sacerdotale a San Fruttuoso fino a pochi mesi fa”.
Accoglienza ad Arcore molto positiva
Ora per don Matteo si apre il nuovo cammino arcorese.
“L’accoglienza di questi giorni è stata molto bella e positiva – ha concluso il sacerdote – Ho percepito che si tratta di una realtà bella ma molto variegata. Certo ci vorrà pazienza di capire e rispettare la storia che mi ha preceduto. La sfida che mi aspetta sarà sicuramente quella di far camminare insie me, nell’unità, le varie realtà giovanili delle tre parrocchie. Ecco mi piacerebbe davvero poter costruire un cammino unitario. E poi l’altra sfida educativa sarà quella di riuscire ad avvicinare all’oratorio quei ragazzi che magari trascorrono i loro pomeriggi vicino agli ambienti oratoriani ma che non frequentano”.