Il comandante ucciso ad Asso riposerà a Carate Brianza
Il luogotenente dei Carabinieri Doriano Furceri sarà sepolto in città dopo i funerali celebrati giovedì pomeriggio a Asso.
Riposerà al cimitero di Carate Brianza Doriano Furceri, il comandante dei Carabinieri vittima dei colpi di arma da fuoco sparati dal brigadiere Antonio Milia nella caserma dei carabinieri di Asso.
Sarà sepolto al cimitero di Carate Brianza
I funerali del luogotenente, classe 1964, originario di Palermo, è in programma giovedì 3 novembre alle 15,30 nella chiesa parrocchiale di san Giovanni Battista ad Asso dove Furceri era arrivato nel febbraio del 2021. Al termine delle esequie la salma del comandante sarà poi trasportata a Carate Brianza per la sepoltura nel cimitero di via Milite Ignoto.
A Carate Brianza Furceri era arrivato nel 1988, subito dopo la scuola ufficiali nell’Arma e aveva prestato servizio come vice brigadiere nella stazione all’epoca guidata da Paolo Schiavone.
La camera ardente del comandante Furceri sarà allestita all’interno della sala consiliare del Comune di Asso in via Matteotti nella giornata di oggi, mercoledì 2 novembre.
Di lui a Carate Brianza in tanti ricordano la passione e lo zelo con il quale prestò servizio.
Era un amico speciale
«Per me era più di un amico..», ricorda Francesco Sollami, titolare del ristorante «Tre Re» nella frazione di Costa Lambro a Carate Brianza.
«Ci eravamo conosciuti proprio allora e non ci siamo più persi di vista - ricorda - Era uno di casa da tantissimo tempo. Io, nel 1988, ero a Torino nell’Arma prima di congedarmi, lui era appena arrivato qui e abbiamo iniziato a frequentarci. Ci eravamo legati, anche per il profondo rispetto che lo aveva unito a papà (il cavalier Umberto Sollami, ndr) e insieme abbiamo condiviso tutto. Nel 1990 si era sposato e mi aveva invitato al suo matrimonio, l’anno dopo mi ero sposato io e avevo fatto altrettanto. Poi il battesimo dei figli e le gite in montagna dove amava camminare o le uscite sul lago, quando era arrivato a Bellano dopo tantissime esperienze, tra cui quella in Kosovo di cui mi aveva raccontato. Ma anche la buona tavola, che apprezzava...».
Sollami e Furceri con le mogli si erano visti anche sabato l’altro a cena. Una serata come tante. «Non parlava mai di lavoro, non lo avevo sentito particolarmente preoccupato per qualche situazioni anche se, pur non facendo mai nomi dei suoi collaboratori, capitava che esternava qualche pensiero. Nell’Arma e per l’Arma ha dato tutto. Era un bravo comandante se per oltre 35 anni gli sono stati affidati incarichi che richiedono piglio e determinazione. Era ruvido e fermo nei modi, è vero, come tipico di chi riveste ruoli di comando. Non poteva essere altrimenti... Lo strazio di questi giorni per noi è il dolore di un’intera nazione e di tantissime comunità che ha servito con passione. Sono stato ad abbracciare la moglie Patrizia in questo momento difficilissimo. Di lui conserverò sempre un ricordo straordinario...».
Furceri e la strage di Bagnara di Romagna
Ma anche a Verano Brianza, all'epoca sotto il comando della caserma di Carate Brianza, il ricordo di Furceri è rimasto indelebile.
Il 16 novembre 1988, da vicecomandante da poco arrivato in servizio alla caserma di Carate Brianza, gli toccò il dolorosissimo compito di comunicare ai genitori di Paolo Camesasca la notizia della morte del figlio ventunenne, ausiliario dei Carabinieri, freddato nella strage di Bagnara di Romagna, piccola caserma al di là del fiume Santerno chiusa fra un pugno di case fra Imola e Ravenna.
Un eccidio efferato consumato dal carabiniere scelto Antonio Mantella che, in preda ad un raptus di follia, si comportò come un vero «Rambo» e scaricò 106 colpi uccidendo quattro colleghi fra cui il giovanissimo Camesasca, prima di rivolgere contro di sé la «Beretta 92S» e togliersi la vita. Quel giorno, l’allora comandante Paolo Schiavone era in licenza, impegnato in una battuta di caccia proprio con Romano, il padre del giovane carabiniere ammazzato a Bagnara.
E fu Furceri a ricevere l’ordine di raggiungere l’abitazione della famiglia Camesasca a Verano Brianza per comunicare del decesso del figlio. Successivamente toccò ancora a lui il compito di accompagnare i genitori in Emilia Romagna dove, nonostante la giovanissima età (Furceri, classe 1964, aveva appena 24 anni, ndr) seppe portare conforto e sostegno in maniera «ammirevole e professionale». Giovedì scorso ad Asso - dove il luogotenente Furceri era arrivato nel febbraio 2021 da Bellano - la stessa drammatica sorte di morire per mano di un collega è toccata a lui...