Insulti omofobi e tentata estorsione: 25enne patteggia 10 mesi di reclusione

L'episodio era avvenuto sul treno Milano-Monza, nel dicembre 2020. Il 65enne ha ricevuto una lettera di scuse e un risarcimento economico

Insulti omofobi e tentata estorsione: 25enne patteggia 10 mesi di reclusione
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Pena concordata, una lettera di scuse e un minimo risarcimento economico. Si chiude così la vicenda giudiziaria per l'episodio avvenuto il 16 dicembre 2020 alla stazione di Monza ai danni di un 65enne monzese, vittima del reato di tentata estorsione da parte di un 25enne di origini napoletane che, giovedì, davanti al gup di Monza Andrea Giudici, ha definito la sua posizione processuale con il patteggiamento a 10 mesi di reclusione.

Insulti omofobi e tentata estorsione: 25enne patteggia 10 mesi di reclusione 

Un fatto, comunque, con una chiara matrice di «intolleranza omofobica», come ribadito anche mercoledì sera dagli attivisti del Boa (Brianza oltre l’arcobaleno) riunitisi sotto l’Arengario per manifestare solidarietà al monzese. Non è stata concessa la sospensione della pena, visti i precedenti dell’imputato, ma sono state riconosciute le attenuanti. La richiesta estorsiva («Dacci 100 euro o non ti facciamo scendere sul treno») era stata preceduta da insulti come «sei un fr…» e simili.

I fatti

L’uomo, assistito dall’avvocato Anna Fontana, si è costituito parte civile. Secondo quanto denunciato, i fatti sono avvenuti la mattina del 16 dicembre 2020, sul treno che da Porta Garibaldi lo stava riportando a Monza. Durante il viaggio sarebbe stato avvicinato da due persone. Queste, inizialmente, avrebbero provato a vendergli delle calze, e poi avrebbero cominciato a offenderlo a causa del suo orientamento sessuale. «Non sarai mica fro… eh?”, e, di seguito, altri insulti. Uno dei due avrebbe tirato fuori il cellulare, dicendo che lo avrebbe filmato accusandolo di molestie. La vittima avrebbe mantenuto un atteggiamento calmo, fino a che, arrivato in stazione a Monza, se li sarebbe trovati davanti: «O ci dai 100 euro o non scendi».

Le indagini e l'identificazione di uno dei due molestatori

Il 65enne era andato giustamente a riferire l’accaduto alla polizia ferroviaria. Le indagini, basate sulla visione dei filmati delle telecamere di sicurezza, hanno permesso di arrivare all’identificazione di uno dei due molestatori, il 25enne appunto, già identificato in passato da un agente della Polfer. Si contestava il tentativo di estorsione, un reato comunque grave, ma senza l’aggravante della condotta discriminatoria:

«Perché in Italia non esiste – ha sottolineato Oscar Innaurato, vicepresidente del Boa – Se fosse stato approvato il Ddl Zan, che invece è stato respinto tra gli applausi, ora il fatto avrebbe la sua qualificazione corretta. Questi sono crimini d’odio. Quotidianamente ricevo segnalazioni da parte di adolescenti raggiunti da aggressioni di matrice omofobica in strada e in famiglia. Auspichiamo l’estensione della legge Mancino anche per questo genere di reati».

Al termine dell’udienza, si è pronunciata anche la parte offesa la quale ha comunque ricevuto una lettera di scuse: «Il patteggiamento è stato accolto. Ovviamente non esulto ma spero solo che sia utile per lui».

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