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Investì una donna in tangenziale, patteggia 8 mesi

Nell'incidente accaduto lo scorso anno in tangenziale perse la vita la 43enne Vania Giglio (nella foto), che si era fermata a prestare soccorso a un motociclista.

Investì una donna in tangenziale, patteggia 8 mesi
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Morì per soccorrere un motociclista: patteggia 8 mesi la donna che la investì.

Patteggia 8 mesi

Ha patteggiato 8 mesi di reclusione, pena sospesa e non menzione, A.R., la 66enne residente a Concorezzo, che investì e uccise Vania Giglio (nella foto), infermiera 43enne di Macherio, mentre era intenta a soccorrere un motociclista a sua volta vittima di incidente sull’autostrada A51 tangenziale est di Milano. Il fatto è accaduto nell'aprile dello scorso anno. Il Gup del Tribunale di Milano, Patrizia Nobile, ha accolto la richiesta presentata dalla difesa dell’imputata aggiungendo la sospensione della patente per un anno. I familiari di Vania Giglio si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime della strada con sede anche a Monza.

La tragedia accaduta un anno fa

È passato poco più di un anno da quel tragico giorno che spezzò la vita a Vania, mamma di due ragazzi di 18 e 11 anni. Ex infermiera dell’ospedale Humanitas di Rozzano, la 43enne era in macchina col marito quando avendo notato un incidente in tangenziale, si era fermata a prestare soccorso. Un motociclista di 26 anni aveva appena urtato un'auto guidata da un 31enne. Poi, per non rimanere in mezzo alla strada, era salito a bordo della vettura in attesa dei soccorsi. Ma il punto dell’incidente era completamente al buio: così i coinvolti nel sinistro hanno chiesto aiuto. Vania e suo marito si sono fermati: la 43enne si trovava tra il guard-rail e l’auto quando una donna, all'epoca 65enne, al
volante di una «Mercedes Classe A», è piombata addosso a lei e all’auto accanto. Mentre l’anziana è stata portata sotto choc e con un trauma toracico all’ospedale San Raffaele, le condizioni della 43enne macheriese sono apparse subito gravissime. Trasportata d’urgenza all’ospedale Niguarda di Milano, è stata ricoverata nel reparto di Neurorianimazione ma è deceduta nel pomeriggio di domenica.

I familiari si sono affidati al gruppo Giesse

"Come accertato dalla Polizia Stradale di Milano e confermato poi dal Pubblico ministero, Bruna Albertini, nella richiesta di rinvio a giudizio, A.R. “a causa della velocità non commisurata alle ore notturne e al tratto di strada in curva, sebbene agisse sul dispositivo frenante, non era in grado di arrestare il proprio veicolo in presenza di un veicolo fermo lungo la propria direttrice di marcia: ostacolo prevedibile, disciplinato dall’art. 141 del Codice della strada”. “Ancora una volta la disattenzione e l’eccesso di velocità hanno tolto ai familiari una mamma, una figlia, una moglie” commenta amaramente Fernando Rosa, responsabile della sede Giesse di Monza.

Il servizio completo sarà pubblicato anche sui Giornali di Carate e Vimercate in edicola da martedì 20 giugno 2023.

 

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